50 Best Restaurants 2014: perché ancora Noma

Sorpresa al 50 Best Restaurants 2014: torna a trionfare il Noma. Margo cerca di spiegarci perché.
Di Margo Schachter

Diretta streaming, Twitter impazzito: i pronostici e le scommesse su quale fosse il miglior ristorante del mondo si sono concluse ieri sera alla fine della votazione per i 50 Best Restaurant of the World 2014 con un momento di silenzio. Se il Noma non è al terzo posto, al secondo c’è il The best 2013, El Celler di Girona ma allora…. suspance. Ebbene sì, il Noma torna ad occupare la prima posizione, fra la gioia dei danesi e lo sgomento sportivo di tutti gli altri: vincere tre anni di fila passi, ma ritornare primi giocandosela fra i tre soliti noti significa molto di più di essere stati una buona squadra e aver vinto il campionato, significa riscrivere le regole del gioco.

Il premio, giunto alla dodicesima edizione è un’istantanea annuale delle opinioni e delle esperienze di oltre 900 esperti internazionali del settore  che giudicano a loro insindacabile giudizio le sorti dei primi classificati (e degli ultimi) – basti pensare che proprio Rene Redzepi, tre volte vincitore, si ritrovò i giorni dopo la prima vittoria con più di mille persone in lista d’attesa per una cena (contro la decina di prima).In pochi anni il premio ha scalzato dalle cronache il primato indiscusso delle stelle Michelin, fino ad allora unico una nuova cucina, moderna e di ricerca. Il pr emio non è certo una classifica che si sfoglia per vedere dove uscire a cena, quanto il modo per indicare la strada culturale del progresso gastronomico.
Se il Noma vince di nuovo, sta ancora facendo il futuro della cucina.

Vincitori e vinti: anno 2014

Se il Noma ri-vince, El Celler de Can Roca di Girona quest’anno scala di una posizione al secondo posto. Bottura stabile al terzo. Quarto Eleven Madison Park di New York . Quinto il Dinner by Heston Blumenthal di Londra; sesto il Mugaritz e ottavo Arzak entrambi di San Sebastian; settimo posto il DOM di Alex Atala. Nona posizione a Chicago, per Alinea e decimo posto il The Ledbury di Londra.

Ancora Noma: le motivazioni

In seguito di ciò che lo stesso chef  René Redzepi chiama una “crisi di mezza età”, segnato dalla retrocessione  al secondo posto e da un anno di grandi ristrutturazioni, per il Noma il 2013 ha significato una trasformazione verso un nuovo approccio e nuova energia. “La rinnovata fiducia  si basa su una maggiore conoscenza nella sperimentazione, piuttosto che l’intuizione e la continua scoperta del periodo precedente” scrivono i giudici dell’edizione 2014. Molti dei piatti oggi sono in realtà più semplici ma non meno originali – e non meno connessi al terroir nordico. Gli ospiti del ristorante vengono introdotti al cibo del Noma tramite una serie inimitabile di ” snack ” – 10 porzioni che comprendono opere d’arte come di Toast di riccio di mare, latte caramellato e fegato di merluzzo. Queste sono seguite da ulteriori 10 portate come un piatto di tartare di manzo e formiche. Il cibo di Redzepi a volte può essere scioccante e si deve essere disposti a mettersi nelle mani in una cucina che raramente lascerà delusi, dominata dal sapore. “Uno  schiaffo in faccia e che ti fa sentire felice di essere vivo”.
Non contento di stare fermo, oggi Redzepi e il suo equipaggio stanno spedendo il ristorante il Giappone per i primi due mesi del 2015, dove cercheranno di applicare le loro filosofia agli ingredienti giapponesi. Nel frattempo di godono il loro 10 ° anniversario in cima ai migliori del mondo, ancora una volta .

Le passate edizioni
L’anno del suo esordio, nel 2002 il premio era stato consegnato a Ferran Andrià e al elBulli che si è aggiudicato il premio anche nelle edizioni del 2006, 2007, 2008 e 2009. Nel 2003 e 2004 era stato un californiano, The French Laundry, a sorpassare i soliti noti, mentre nel 2005 The Fat Duck aveva portato a casa – per un solo anno – l’ambita statuetta.
Eletto nel 2013 il The best of the best El Celler de Can Roca, Girona (Spagna), dei fratelli Roca – oggi al secondo posto, al secondo posto dopo tre anni di dominio, il Noma di Copenhagen mentre al terzo, per la prima volto sul podio, l’Italia con l’Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena (altri connazionali in lista, al n° 40 su 50 il Combal Zero di Davide Scabin e al 41esimo posto il Piazza Duomo di Alba dello chef Enrico Crippa – per trovare Carlo Cracco si doveva scorrere la classifica fino alla 82esima posizione).

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