A cena con Giulio Cesare

Un viaggio nel tempo alla scoperta degli usi gastronomici. Iniziamo dai romani sedendoci al tavolo con Giulio Cesare. Cosa ci aspetterà?

Scritto da Marina Birri

Intraprendiamo oggi  insieme un viaggio virtuale per scoprire gli usi, le ricette e le abitudini a tavola nelle varie epoche storiche. Cominciamo,  essendo io romana, a parlare delle abitudini alimentari dei miei avi.

I medici dell’antica Roma sconsigliavano una colazione abbondante e cosi’ Cesare, appena sveglio, beveva un bel bicchiere d’acqua e si mangiava un po’ di pane e formaggio. A mezzogiorno la musica non cambiava di molto, il pranzo era leggero e costituito prevalentemente di nuovo da pane, carne fredda frutta e vino.

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Ma verso le 16 i nostri amici di Roma iniziavano il loro pasto principale che in caso di festeggiamenti poteva protrarsi anche fino all’alba del giorno dopo. La cena si preparava nei triclini, stanze cosi’ chiamate perché avevano tre divani,  su ciascuno dei quali prendevano posto, sdraiati,  i commensali.

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Noi donne, verremo ammesse come invitate ai pranzi, solo nella Roma imperiale. I ragazzi erano seduti sugli scranni mentre gli schiavi, se venivano autorizzati a partecipare (ma questo avveniva solo per servire il padrone e riaccompagnarlo a casa qualora si trovasse in stato di ubriachezza), sedevano per terra ai piedi del divano.

Il nostro Cesare e i suoi mangiavano semi sdraiati su un fianco, sembra che in questa posizione si potesse ”ingurgitare” più cibo e schiacciare eventualmente un pisolino, tra una portata e l’altra.

La cucina nella Roma Imperiale era un’arte raffinata, dove la ricerca dello sfarzo era una caratteristica dei banchetti dei ricchi romani; infatti nel ”de coquinaria” di Apicio ( gastronomo dell’antica Roma), ci viene raccontato come le tavole si presentavano stracolme di ogni ben  di Dio: capretti, agnelli, pappagalli, cacciagione di ogni tipo. Il pesce era considerato, condito con varie salse, un alimento prelibato. La carne bovina, invece, veniva data ai poveri, perché considerata di qualità scadente. Il vino e i  piatti venivano serviti da giovani schiavi di bell’aspetto che indossavano tuniche colorate.

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Ed eccoci, finalmente; ci sediamo a tavola insieme a Cesare. Subito ci laviamo le mani con acqua profumata. Il banchetto inizia con un primo servizio quello degli antipasti e stuzzichini (gustatio); in questa fase viene servito il mulsum un vino mielato – ricordiamo che nell’antica Roma esistevano già circa 200 tipi di vini. Si passa quindi al pranzo vero e proprio composto di sette portate (primae mensae) ed infine la secundae mensae dove si mangiano dolci ed altri stuzzichini fortemente speziati per e piccanti per eccitare la sete.

Tutto è accompagnato dall’esibizione di cantanti e mimi, ma in questa fase si scambiano volentieri anche quattro chiacchiere. A tavola non mancano mai sale e l’ampolla dell’aceto. Ci si serve da piatti comuni, ma c’è anche la possibilità di tenere in mano una fondina e il cibo si porta alla bocca con le dita. Il coltello non serve poiché ci sono degli appositi schiavi addetti a ridurre il cibo in piccoli bocconi.

Il vino in questi banchetti non si beve mai puro ma con l’acqua, questo perché non essendo controllata la fermentazione, il grado alcoolico e parecchio elevato. Il vino veniva aromatizzato con miele e spezie varie, una ricetta tipica era il conditum paradoxum : vino, miele, alloro, datteri, pepe, zafferano. La birra (vino dorzo)veniva considerata volgare.

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Siamo giunti alla commissatio , cerimonia che pone fine al banchetto. Prevede che si bevano d’un fiato una serie di coppe. I convitati, partendo dal piu’importante bevono e brindano passandosi una coppa.

Diciamo che tutto questo accadeva nelle case dei ricchi romani, la maggior parte della popolazione, non essendo ricca, consumava pasti molto più semplici a base di frutta, cereali e legumi, certo lo svantaggio era di mangiare meno ma il vantaggio era sicuramente di mangiare piu’ sano, senza eccessi nel consumo di carni e condimenti  che portavano molti ad ammalarsi di gotta.

Ultima curiosità: il tovagliolo a volte veniva portato da casa, perché alla fine della cena vi si avvolgevano gli avanzi da portare via.

Il nostro Cesare, è ormai nel mondo dei sogni e noi ritorniamo velocemente nel 2016  per concludere la nostra cena ( un po’ pesante a dire il vero) con un buon caffe’! Alla prossima puntata!

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