Il nostro viaggio culinario nel tempo prosegue verso il Medioevo; questa volta siamo stati invitati a cena da Matilde di Canossa. Quali pietanze assaggeremo?
Scritto da Marina Birri
Proseguendo il nostro viaggio attraverso le abitudini alimentari delle varie epoche storiche siamo giunti al Medioevo. Questa sera andremo a cena alla corte di Matilde di Canossa, personaggio femminile di grande spicco di questo periodo che fu ricco di intrighi e continue battaglie. La nostra Matilde, però, dimostro’ di avere una forza straordinaria e un’innata attitudine al comando.
In questo periodo si consumavano principalmente cereali sotto forma di pane, farine d’avena e polenta. Le verdure costituivano un’importante integrazione nell’alimentazione. La carne veniva considerata, come sempre, un alimento prestigioso ed era presente sulle tavole dei ricchi e dei nobili; i tipi più diffusi erano il pollo ed il maiale, mentre il manzo era meno comune.
Nel corso del tardo Medioevo si sviluppò una sorta di ”Haute Cuisine” che costituì uno standard tra la nobiltà europea. L’alimentazione dei nobili era ricca di selvaggina che veniva condita con molte spezie estremamente costose dal momento che venivano importate dall’Oriente.
I contadini mangiavano una zuppa a meta’ mattina e del pane (che veniva cotto ogni 15 giorni in grosse pagnotte) accompagnato da formaggio e castagne bollite durante il giorno La sera, tanto per cambiare, una bella zuppa!

Nel Medioevo si usavano accostamenti particolari come agro-dolce, dolce-salato, dolce-piccante. Per alcune feste religiose il consumo era ritualizzato: lasagne a Natale, farro a Carnevale, uova e formaggio all’Ascensione, oca per Ognissanti, agnello a Pasqua. Cosi’ ci riferisce un poeta orvietano del ‘200.
Una curiosità che ci fa venire in mente come, sotto altre forme, nulla è cambiato poi molto: si racconta di un decreto che stabiliva il limite (badate bene!) di ciò che poteva requisire un vescovo ad ogni tappa delle sue visite pastorali con tutto il suo seguito: 50 pani, 10 polli, 50 uova, 5 maialini ( immaginiamo come potessero essere felici le popolazioni nel ricevere queste”sante” visitine!)
Ma è ora di entrare alla corte di Matilde di Canossa: ci si presenta una tavola ricca di vassoi d’argento, coppe d’oro. Ci sono numerose portate: ecco arrivare interi cinghialetti arrostiti, frittate di centinaia di uova, enormi brocche di vino, e fruttiere ricolme. Non crediamo ai nostri occhi: ci sono le forchette! Anche se a due denti! Possiamo lavarci le mani con acqua di rose e asciugarci con tovaglioli di lino.

Ovviamente prima di tuffarci in questa avventura, ci siamo informati ed abbiamo scoperto che nei banchetti c’è tutta una serie di regole da seguire:
1- Non sputare sul desco…(meno male!)
2- Tenere le unghie sempre”nette e piacenti” (vorrei vedere!)
3- e tenetevi forte che sta arrivando la chicca finale: dopo essersi soffiati il naso, pulirsi le dita, non sulla tovaglia, ma nella propria veste! (non fa una piega!)
Piatto fondamentale è una zuppa contenitore di tutti gli ortaggi con pane e pezzetti di carne, servita in ciotole di coccio. Segue un bel pollo grigliato al latte di mandorle in cui l’incontro tra dolce e salato trasforma un prodotto povero come il pollame in un’esaltazione di sapori tutta particolare.
Arriviamo al dessert, termine che proviene dal francese antico desservir che significava ”sparecchiare la tavola” e appunto a chiusura del pasto. Ci viene offerto come digestivo un confetto servito con ”IPPOCRASSO” ( al solo nome mi spavento!): vino caldo speziato e pezzi di formaggio stagionato. Arriva anche la frutta fresca ricoperta di zucchero e miele (aiuto!). Oltre a questo mi vengono offerti ancora sciroppi con dolcetti a base di frutta cotta ma, volendo, c’è anche una varietà ampia di frittelle, crepes zuccherate, budini, tortine e paste di sfoglia che contengono frutta. Per finire (grazie a Dio!) marzapane a volontà (si ritiene venne introdotto dagli arabi).
Beh a questo punto ringrazio Matilde (ormai siamo grandi amiche) e mi vengo a prendere il mio solito caffè, a casa mia, nel 2016!
Alla prossima!