Margo è una tosta e se ne va in giro per l’Europa a scoprire nuovi food trend da darvi in pasto. E’ stata al Food Festival di Aarhus, in Danimarca, una competizione di hot dog gourmet per nulla scontata.
Di Margo Schachter
Fra le cose da fare una volta nella vita c’è partecipare ad una competizione di hot dog gourmet. Chef di grido da Copenhagen, stelle Michelin, giuria internazionale, musica a palla e creazioni di “alta cucina di strada”. Ci sono stata, al Food Festival di Aarhus, in Danimarca.

Who let the dogs out! Hu hu hu hu. La musica è a palla, la gente si accalca e uno speaker eccitato descrive (in danese) quello sta per succedere. Non serve la traduzione simultanea per capire che la Hot Dog Competition 2013 che si svolge anche quest’anno al Food Festival di Aarhus è qualcosa di un po’ più serio di quello che possa sembrare.
Non sono andata fino nello Jutland per questo, ma per scoprire il lato meno commerciale e fighetto della nuova cucina nordica, e sono finita in quella che può sembrare una competizione di panini, ma che è invece uno sguardo su quello che verrà nelle (prossime) cucine più blasonate.

Il Food Festival è al suo secondo anno di vita ma francamente dovrebbe far crepare di invidia gli organizzatori del Taste e di Identità Golose messi insieme, per la macchina da guerra ma soprattutto per lo spirito che si respira nell’aria. C’è un sacco di gente, i produttori non se la menano come star Hollywoodiane, ti offrono cibo come in una piazza piena di pusher (gratis) e l’ingresso ha un prezzo popolare di poco più di 10 euro. Ti puoi pure sedere nei pop up restaurant o sentire (come è successo) a me, una lezione di cucina degli chef del River Café a base di pesce azzurro.
La dimensione di quello che ha significato per loro la Nuova Cucina Nordica è pratica, e molto diversa dalle formiche in insalata delle cucine stellate. È popolare.
E’ popolare nel senso di Pop è la competizione in cui si sfidano le teste coronate della gastronomia locale: hot dog, ma in versione gourmet. È come se se Cracco, Bottura e Oldani si dessero alla pizza fritta, e lo facessero in modo goliardico e senza prendersi troppo sul serio.

Qui i nomi sono quelli del vichingo Paul Cunningham (chef passato dalle prime pagine dei giornali di Copenhagen alla campagna locale), Wassim Hallal (il suo Frederikshøj restaurant è stato votato il migliore di Danimarca dai danesi), dello specialista di BBQ Claus Hasse Olesen per un totale di 8 contendenti che hanno messo in un panino la loro filosofia di cucina.
Dopo aver perso per un soffio la scorsa edizione, Paul Cunningham [l’uomo in black] ha mollano per un attimo il concetto di Garden Cooking che lo contraddistingue e ha preparato un dolce, con donuts fritto, salsiccia di gelato e creme varie con la faccia di ketchup e maionese. E quest’anno si è portato a casa il trofeo del vincitore.

Nulla da fare per Hallal, vincitore della scorsa edizione, che con la sua cotenna di maiale fritta e croccante che racchiudeva delle creme alla salsiccia non ha convinto i giudici – troppo concettuale e pare umidiccia. Terzo posto al fantastico Thai-dog cotto a vapore e arricchito da cipollotti, erba cipollina e una maionese speziata.
A vendere più hot al pubblico e vincere il premio del pubblico, il team del Tapas Bar cittadino Canblau capitanato dallo chef Jimmy Michael Miv Pedersen. Un passato nelle cucine della Spagna che conta e inventore di una specie di cucina ispanico-danese.
I panini, buoni, l’evento, divertente, la lezione arrivata forte e chiara. Arrivederci al prossimo anno.




