Si pronuncia “scriraka” ed è la salsa piccante thailandese che spopola fra chef e blogger USA. È ora di correre a China Town per fare scorta …
Di Margo Schachter
Per chi frequenta i ristoranti (davvero) etnici con cucina del SudEst Asiatico, i minimarket di ChinaTown ed è un impavido temerario del piccante sa già di cosa stiamo parlando. Molto probabilmente solo non ha mai pronunciato il suo nome o non ha mai pensato di essere il precursore di una vera e propria tendenza.
La Sriracha è una salsa piccante, LA salsa piccante in bottiglia che si trova onnipresente sulle tavole dei fast food thailandesi, nei ristoranti cinesi e nelle rosticcerie Filippine (a Milano in via Padova abbiamo anche quelle!).
Bottiglia in plastica, tappo dosatore per limitare i danni, scritte in cinese e inglese, colore rosso rubino. Ha il sapore del fuoco, in un misto di piccante e agrodolce, con un tocco di aglio e pepe, la consistenza di un ketchup rossiccio. La base sono peperoncini piccanti essiccati ed è la versione asiatica del Tabasco. Al mio palato anche più piccante.
Si sposa bene con pancetta e carni grasse, pollo e maiale, con il pesce e una spruzzata di lime, non è un gran che sulla pasta o sugli spaghetti di riso o di soia, troppo acida. Secondo gli americani, e quindi non garantisco, è ottima anche sulla pizza e negli hamburger, sui tacos.
La sua origine è thailandese e prende il nome dalla località di Sri Racha, ma la più famosa e distribuita in tutto il mondo, botteghe italiane incluse, è infatti la sua versione a stelle e strisce. Huy Fong Foods è l’azienda di Los Angeles che dal 1980 la produce e la esporta, rendendola famosa nel mondo.

In realtà nessuno che non avesse gli occhi a mandorla si è interessato più di tanto a questo ingrediente etnico fino a qualche anno fa. Poi le prime apparizioni in qualche libro di cucina fusion, uno o due passaggi nei reality show di cucina come Masterchef, Top Chef e quindi il boom.
La Sriracha diventa l’elemento spicy di maionese, ketchup, sale BBQ ma anche di pesto e tzatziki – e fin qui nulla di strano. Comincia ad entrare nelle tavole calde a fianco di senape&co., viene scoperta dalle blogger e dagli chef. Già pubblicato il libro, The Sriracha Cookbook, che si è pure posizionato fra i Best Book di Amazon. Nel ricettario, uova e pancakes per una colazione dei campioni che amano i risvegli forti, zuppe asiatiche, stufati e chicken tikka indiani, e persino dessert, tipo sorbetti piccanti e un Bleeding Mary che promette sanguinamento da chili acuto.
Ma da quando la salsa super piccante ha ispirato patatine e popcorn aromatizzati, costumi di carnevale, iphone cover, vignette satiriche e fan club allora è entrata definitivamente a pieno titolo nei cibi di tendenza. Fatevi un giro in rete, se non ci credete.
Impossibile farne a meno! Urgesi correre al minimarket globale più vicino e spendere i soli 2€ per accaparrarsela. Per provarla la prima volta, come un tartufo, consiglio un uovo in camicia e una fetta di pane tostato. In purezza, con un fazzoletto pronto all’uso (risolve ogni problema di raffreddore, meglio dell’aerosol). Non contiene coloranti o conservanti artificiali quindi una volta aperta meglio conservata in frigorifero. Lontano dai bambini.