Si continua con la classifica dei pesci più mangiati nella guida degli amici di ConsuMare Giusto! Tocca alla triglia.
Di Daniele Tibi
Al diciannovesimo posto della classifica del pesce più consumato in Italia troviamo la triglia: specie che va dai 15 ai 25 cm di lunghezza, spesso di colore vivace come rosso vivo e giallo oro, la vediamo con frequenza sui banchi della grande distribuzione. Le triglie, tuttavia, sono una specie molto sfruttata, pertanto bisognerebbe ridurne il consumo per alleggerire la pressione di pesca e avviarsi verso una gestione sostenibile di questa risorsa. Inoltre, bisognerebbe preferire le triglie provenienti dalla piccola pesca tradizionale, rispettosa del mare, oppure le triglie catturate con le reti da posta fissa. Di solito la grande pesca industriale cattura questa specie con reti a strascico, creando alle comunità del fondale marino ingenti danni. Tali danni non sono messi in conto a nessuno, inoltre tali attrezzi uccidono molte specie non commerciali in modo accidentale. I pesci catturati in questo modo risultano per questo più economici, ma meglio scegliere quelli pescati con i metodi sostenibili che costano un po’ di più, ma sono ricchi di gusto e salute, nostra e degli oceani. Chiedi sempre informazioni su provenienza e metodo di pesca al tuo pescivendolo di fiducia.
La triglia ha un ciclo vitale breve e non è un grande predatore, per questo ha un livello di contaminanti basso o nullo. Il gusto è delicato e, come quasi tutto il pesce, richiede poco tempo per essere cucinato. Se di taglia piccola non è necessario spinarla, in quanto le lische si ammorbidiscono con la cottura. Se di grande dimensione, invece, è opportuno spinarla, facendo attenzione perché contiene un discreto numero di lische. Per ottenere un piatto semplice e appetitoso basterà saltare in padella uno spicchio d’aglio in un filo d’olio, sfumare con un po’ di buon vino bianco, aggiungere rosmarino e poi i filetti di triglia, avendo cura di regolare di sale e pepe.