Mare Sostenibile, la rubrica degli amici di ConsuMare Giusto, è qui come ogni settimana: oggi si parla di aree marine protette.
Di Daniele Tibi
Chi di noi desidera che il luogo in cui viviamo scompaia per sempre? La risposta è semplice: nessuno vorrebbe mai una cosa del genere, anzi, laddove ognuno di noi abita, vigono regole ben precise per preservare l’ambiente. Eppure, la distruzione degli habitat è un evento che accade quotidianamente, anche se non direttamente sotto i nostri occhi, e porta con sé l’annichilimento di centinaia di specie, animali e vegetali. Per questo è considerata ancora più dannosa dell’estinzione delle specie stesse, inoltre alcuni habitat ne ospitano alcune uniche al mondo.
In mare, ad esempio, la pesca industriale ha un ruolo fondamentale per questo allarme ecologico, perché gli strumenti spesso dannosi, proprio per le loro dimensioni “industriali”. Un esempio: si pensi che passare con una rete a strascico su una zona è simile a tagliare una foresta: alla fine non rimane più nulla. I danni sono incalcolabili e probabilmente le vittime più esposte sono le antichissime formazioni coralline di profondità.
La nostra storia di speranza ha come soggetto le Aree Marine Protette (AMP) che hanno dimostrato, pur contro il parere inizialmente contrario dei residenti, di essere una duratura fonte di ricchezza su molti fronti e anche in tempi rapidi. Esse sono responsabili di una crescita della taglia dei pesci anche nelle zone limitrofe ai loro confini, sono un’attrazione turistica da cui trarre profitti, offrono posti di lavoro e garantiscono ai piccoli pescatori un’eccezionale rinnovabilità delle risorse ittiche, conferendo ad una professione ultimamente in crisi un più lungo e roseo futuro. Attualmente è protetta meno dell?1% della superficie oceanica nel mondo ma molte nazioni stanno cambiando le proprie politiche ponendosi l’obiettivo di arrivare a difenderne almeno il 10%. Se vuoi conoscere il progetto delle aree marine italiane, puoi andare su www.progettoisea.it, e se vuoi collaborare puoi sostenere le realtà che sostengono le scelte sostenibili e difendono il territorio: un gesto lungimirante e nobile, ma d’altronde si sa che a difendere l’oro blu si guadagna un po’ di sangue blu.