Un approfondimento sulla Bioterapia Nutrizionale con un esperto nutrizionista.
Di Ivana De Gasperis foto di Julie Lee

E’ ormai estate.
Questo vuol dire che nessuno è mai davvero pronto ed in forma per l’estate, perciò iniziano i problemi
esistenziali. Ci rendiamo conto che quei jeans sono sempre più stretti, che quella camicia tira un po’ sui
bottoni, che la cinta ha un buco in più.
Non si è mai veramente pronti all’impatto col cambio di stagione, i panni da mettere nell’armadio fanno
paura, altro che scheletri nell’armadio, quegli abiti si trasformano in nuovi mostri.
Ma stavolta non è come tutte le altre, mi dico. Innanzitutto oggi non è lunedì, quindi ho già sfatato il primo
mito della dieta. Io inizio di venerdì. Ho, poi, glissato magistralmente le migliaia di riviste e magazines che
parlano di diete rivoluzionarie che propongono sogni irrealizzabili. Sono promesse da strozzini: ti tolgono 5
chili in una settimana, col resto di otto che ti renderanno indietro nella seconda, o nel mese successivo,
questo è direttamente proporzionale alla propria temerarietà. Perciò sono andata dritta da un nutrizionista: il
Dott. Cristian Baldini, che utilizza la bioterapia nutrizionale®.
Appena entrata nel suo ufficio ho pronunciato le parole magiche: “Insegnami a mangiare”. Ebbene sì, non si
tratta di perdere peso ma bensì di dimagrire, due cose completamente diverse. Stavolta stiamo
parlando di imparare ad utilizzare il cibo nel modo giusto.
E sapete come mi ha risposto? “E tu, sei pronta a cucinare?”
Ho cominciato con le domande, perché non si tratta di un’alimentazione come tutte le altre. Questo metodo
di concepire gli alimenti è davvero rivoluzionario, ma andiamo con ordine.
Qual’è il punto di forza di questo genere di dieta?
Il punto di forza è che questa dieta comporta un contatto diretto e prolungato con il proprio nutrizionista.
La vera forza sta nella capacità del nutrizionista di entrare, capire, elaborare e quindi modificare gli
aspetti fisiologici del paziente e tramite questi prescrivere (non a caso dico prescrivere) una dieta con la
quale curare e prevenire le malattie (ove non ci siano indiscusse situazioni di non ritorno).
Così in dieta dimagrante il nutrizionista è in grado di modificare con gli alimenti determinati meccanismi
fisiologici per cercare di stimolare un metabolismo rallentato agendo in maniera mirata sulla produzione
di alcuni ormoni; quindi non ragionare più in termini di kilocalorie.
Come si agisce sugli ormoni? Un esempio molto banale, che tutti noi conosciamo, è quello sulla produzione
di un ormone chiamato insulina. Infatti, se mangiamo un pasto iperglicemizzante nel nostro corpo
aumenta la produzione da parte del pancreas di questo ormone. Al contrario, un pasto più equilibrato e
meno zuccherino ne modula la sua produzione.
Cosa la differenzia da tutte le altre?
Faccio sempre l’esempio della stufetta: non siamo come delle stufette che abbiamo bisogno di “x” calorie per
funzionare, ma abbiamo un sistema endocrino che regola degli organi con funzioni complesse e che
lavorano tutti insieme. Fornire un’associazione di alimenti significa dare un messaggio preciso all’interno
del corpo. Inoltre anche le modalità con cui si prescrive un alimento sono importanti, infatti cambia
moltissimo prescrivere lo stesso alimento crudo o cotto. Ad esempio, un carciofo crudo è più drenante sulla
funzione epatica, fritto è più stimolante sulla stessa funzione. Quindi non ragionare più semplicemente sulle
calorie ma ragionare su organi ed apparati, su come loro funzionano ed interagire con loro. Prescrivere
una dieta è come fare un abito: bisogna prendere le misure, mettere la camicia, la giacca, creare cioè un
completo. Non è che puoi uscire di casa con due maglie e senza pantaloni, devi avere tutto. Dietro una dieta
c’è un’idea ben precisa del nutrizionista quindi è molto importante seguirla in dettaglio.
Questa è una vera e propria terapia, abbiamo molti dati riguardanti il potere farmacologico insito
all’interno negli alimenti e su come li cuciniamo; quindi così come un medico generico prescrive una cura
da seguire con delle pillole, così questa terapia nutrizionale è da seguire alla lettera per far sì che la cura
abbia effetto.
Qual’è la critica maggiore e come rispondi ad essa?
Una critica che ci viene fatta da colleghi nutrizionisti o da altri specialisti che hanno un concetto un po’
retrò della nutrizione è che le fritture in olio extra vergine di oliva (concetti che potrebbero apparire
paradossali in dieta dimagrante) possono creare danni al fegato. Forse si riferiscono alle fritture fatte nei
fast food o in altri luoghi dove non si usa olio extra vergine di oliva. Come affermato da un equipe di
studiosi della facoltà di Agraria dell’università di Napoli Federico II1 una frittura in olio extra vergine di
oliva si può considerare “terapeutica” bastano poche indicazioni sulla realizzazione. Sono veramente molto
rari i casi un cui noi non la utilizziamo. La bioterapia nutrizionale® prevede l’utilizzo di queste ed altre
modalità di cottura per stimolare il metabolismo e come conseguenza, eliminare le tossine dal corpo.
Però ribadisco che per ogni dieta c’è un’idea da parte di un terapeuta quindi sconsiglio
fortemente il fai da tè della bioterapia nutrizionale® a casa. Infatti il bioterapeuta quando
prescrive una dieta tiene conto sia delle normali funzioni organiche sui cui va a lavorare
(fegato, tiroide, reni ect…), sia della presenza di eventuali patologie del paziente.
Perché questo stile funziona?
Quella che noi incoraggiamo è la dieta nel suo significato originario ed etimologico – uno stile di vita con
obiettivo finale quello di assicurare il più possibile al paziente uno stato di salute migliore con dei risultati a
lungo termine – e non una dieta come viene definita oggi: una “soluzione” rapida che funziona da cerotto,
cioè coprendo il vero problema con un falso dimagrimento o con un apparente aumento della massa
muscolare e trascurando completamente i veri meccanismi fisiologici. La bioterapia nutrizionale® è una
scienza applicata basata sui principi della fisiologia medica e la chimica degli alimenti, e non è
assolutamente un trend.
Cosa, assolutamente, non può mancare e cosa, invece, bisogna eliminare?
Non può mancare l’olio extra vergine di oliva in quantità (tranne nei rari casi di intolleranza) perché è un
elemento base che usiamo sia a crudo sia nelle fritture o nei soffritti.
Bisogna limitare il più possibile tutto ciò che è di derivazione industriale, perché sono artefatti, manipolati
e creati da una “logica economica” non certo terapeutica.
Quali sono i benefici maggiori che si hanno sul corpo?
Oltre che sul corpo, migliorano anche le analisi cliniche dei nostri pazienti (non a caso lavoriamo
moltissimo sulle patologie). Per il controllo della dieta facciamo utilizzare lo stick urinario a casa, che è
semplice, utile e veloce. In pochi secondi possiamo valutare quei parametri che ci rivelano come il corpo sta
rispondendo e se il metabolismo è attivo. In dieta dimagrante lo stick può essere effettuato anche due o tre
volte a settimana. È chiaro che in patologia può essere usato quotidianamente, riferito ad altri test come le
analisi del sangue ad esempio.
Il nostro scopo è quello di creare una terapia nutrizionale complementare a quella farmacologica. Come
per i pazienti che utilizzano farmaci cerchiamo di portare il corpo in uno “stato fisiologico” migliore, in
modo da ridurre i farmaci stessi; così cerchiamo di ripristinare i normali equilibri fisiologici in una
comune dieta dimagrante in modo da permettere al corpo di eliminare i Kg in eccesso.
Non tutti gli uomini sono costituzionalmente uguali per questo facciamo le diete specifiche per le diverse
costituzioni. Per le donne in aggiunta alla costituzione fisica consideriamo anche le diverse fasi del ciclo
mestruale.
Hai dei consigli per i nostri lettori?
Diffidare dai falsi miti sulla nutrizione:
il sale fa alzare la pressione: non è assolutamente vero se lo usiamo nelle quantità che ci suggerisce il
nostro gusto (senso chimico del salato nel cavo orale);
il fritto fa male: dipende da che alimento fritto fai, da come lo fai, da come lo associ e dalle condizioni
cliniche del paziente che hai di fronte;
l’olio extra vergine di oliva fa male in grandi quantità: assolutamente no (tranne i rari casi di
intolleranza);
mangiare 5 o più volte al giorno: No!!! anche perchè con la bioterapia nutrizionale® non se
ne crea il bisogno (eccetto in alcuni casi come sport, gravidanza, età pediatrica)
Importante rivolgersi a specialisti seri e fargli più domande possibili, per eliminare ogni dubbio. Basta
sapere che mediamente nelle facoltà mediche nel mondo si dedicano pochissime ore sulla nutrizione, scuole
specializzazzione a parte; da qui si capisce l’ignoranza nel campo. Dietro una prescririzione dietetica non ci
sono meno di 10 anni di studio, dei quali minimo 4 sono dedicati esclusivamente alla bioterapia
nutrizionale®.
Perciò nessun bioterapeuta “per caso”, ma preparati specialisti che dedicano la propria vita allo studio
degli effetti farmacologici degli alimenti.
Bibliografia
1 http://www.lastampa.it/2013/01/19/scienza/benessere/alimentazione/le-patatine-fritte-con-l-olio-giustopossono-
anche-fare-bene-732Lsy62C1imk3u6Gw5pnM/pagina.html
2 GLI ALIMENTI E LE LORO ASSOCIAZIONI
Tomo I e II Domenica Arcari Morini Fausto Aufiero Anna D’Eugenio (pubblicato dalla RED con il titolo “Il Potere
Farmacologico degli Alimenti”)
3 NUTRIZIONE E FUNZIONI ORGANICHE
2a edizione 2003 Domenica Arcari Morini Anna D’Eugenio Fausto Aufiero (pubblicato dalla RED con il titolo Bioterapia
Nutrizionale – Nutrizione e Funzioni Organiche)
Nei prossimi articoli troverete alcune delle ricette proposte da questo nuovo modo di vedere gli alimenti.