O meglio esistono le birre di Natale? Alla scoperta di tradizioni e modernità.
Di Rossella Di Bidino

Se col freddo il vino si fa brulè, cosa succede alla birra?
Semplice si fa birra di Natale.
Non è solo questione di etichetta. Non basta un tocco di rosso, un cappello di Babbo Natale e i fiocchi di neve a rendere diversa quella birra.
In questo universo di birre stagionali entrano in gioco ingredienti particolari. La necessità di questo cambiamento nella ricetta non è solo, almeno agli albori, commerciale. C’era di necessità di controllare le temperature di fermentazione.
Nel caso di queste birra invernali che si tingono di natalizio la produzione viene avviata d’estate, mentre la commercializzazione, per tradizione avviene tra il primo giorno dell’Avvento fino al periodo della Quaresima.
Se la versi nel bicchiere, cosa normalissima per una birra, il colore è subito carico e la schiuma si fa più che persistente. Si diceva toni carichi che appaiono immediatamente scuri, quasi neri. A volta tra una birra di Natale e l’altra anche il colore varia tra un rosso scuro e cupo e un nero notte.
Io quest’anno e finora ho avuto l’onore di assaggiare la Christmas ale di St. Bernardus. Se l’anima belga permane, ecco comparire le note di castagne, fichi e uvetta. Tra quelle italiane, perchè esistono anche le nostrane, tra le preferite permane la 25dodici di Birra del Borgo dove colgo maggiormente le spezie.

Etichetta della Birra di Natale Menabrea
I Paesi con maggiore backgroun in fatto di birre, anzi ale per l’esatezza, natalizie sono ovviamente il Belgio e l’Inghilterra, ma pure i Paesi scandinavi e persino gli Stati Uniti. Così ho adocchiato, poi prefrendo la St. Bernardus, che pure il birrificio Brooklyn offre una Winter Ale. Rimango in attesa di un prossimo assaggio 🙂
Non resta che prepararsi alle feste muniti, attendersi un grado alcolico tra 5.5% e 14% e farsi travolgere da spezie, malti, erbe e frutti di stagione. Alle origini, siamo nel Medioevo, si faceva una sorta di vin brulè ma con la birra. Ad essa si aggiungevano mele arrostite, noce moscata, zenzero e miele e si bolliva. Tutto questi ingredienti aggiuntivi galleggiavano e la birra calda prendeva il nome di “lambswool” ossia lana di agnello. In realtà accanto al lambswool esisteva un’altra usanza, almeno nel Regno Unito, che era chiamata la Church o Parish Ale. Forse è proprio questa la versa Xmas Ale di una volta. Si narra di una birra forte, venduta, ascolta bene, solo il chiesa chissà se per motivare la gente ad andarci o dare sfogo all’allegria delle feste!
Accanto al lambswool e alla Church Ale vi era anche il wassail, un vin brulè a base di birra o sidro consumato sembra fuori dalle mura sacre.

Non posso che salutarti levando un calice di Birra di Natale e augurarti Buon Natale!