• Skip to content
  • Skip to primary sidebar

Honest Cooking

Castellare: Typical Chianti? Yes of Course!

Direttamente dal Chianti Classico ecco alcuni dei vini più tipici di questa celebre zona.
Di Ivan De Chiara

Il Chianti è enorme.La Toscana sarà anche grande, ma a volte il Chianti mi sembra di più! Ovviamente da una zona così estesa, potrete pescare prodotti molto diversi. L’attore protagonista sarà sempre il Sangiovese, ma gli altri vitigni-gregari che gli fanno compagnia sono divisi tra vitigni autoctoni ( colorino,malvasia nera, canaiolo, ciliegiolo..) e vitigni internazionali ( Merlot, Cabernet..). Questa è solo una delle differenze tra i vari Chianti, ma  la trovo abbastanza determinante. Oggi sono stato a visitare un’azienda particolarmente sensibile al tema della tipicità. Castellare di Castellina infatti non ha mai inserito vitigni internazionali nei loro Chianti, con ottimi risultati. Il loro enologo Alessandro Cellai va molto fiero della freschezza e della tipicità di questi vini, che profumano di Toscana e portano con sè tutta la schiettezza di questa terra. Abbiamo gioiosamente degustato:

Chianti Classico 2010: Rubino quasi cristallino. Ha profumi di frutti rossi freschissimi come marasca, melograno, e lampone ma anche una bel floreale di glicine. Qualche nota di pepe e cuoio in chiusura, ma rimane predominante la pulizia del frutto. All’assaggio è altrettanto fresco, piacevole e gustoso. Un vino perfetto per ogni occasione, come il pane quotidiano. (95% sangiovese, 5% canaiolo)

Chianti Classico Riserva il Poggiale 2009: Da questa vigna nasce una declinazione più ambiziosa. Il colore è sempre rubino, ma un filo più intenso. All’olfatto riconosciamo un fruttato più maturo come di  succo di ciliegia, amarena e mora di gelso. Ma c’è molto altro. La speziatura di cannella,la mineralità ferrosa e il floreale di viola mammola. In bocca è strutturato ma sempre molto fresco. Finale lungo e saporito. Vino più importante, lo vedrei bene con Bistecche o trippa.. ovviamente alla fiorentina! (90% sangiovese, 5% canaiolo, 5% ciliegiolo).

I Sodi di San Niccolò 2007: Mantello rubino (dark) per la punta di diamante. Naso molto complesso che ci delizia con profumi neri di prugna/mora, viola essiccata, china, liquirizia, sigaro cubano e cacao. In bocca è avvolgente e nonostante la giovinezza ha comunque un dscreto equilibrio. Il tannino è esemplare,in questo momento appena rugoso. Finale molto lungo al gusto di mora. Grande vino. Abbinamento consigliato dall’enologo: Pecorino toscano molto stagionato. (85% sangiovese, 15% malvasia nera).

Terminata la degustazione avevo una vorace voglia di una Bistecca…Maledetti (vini) Toscani!

« Un mercoledì da Leoni: Clos des Goisses ’96
Sparkling Notebook – viaggio al centro della Bolla! »

Primary Sidebar

Articoli recenti

  • Roast beef all’aceto balsamico
  • Spezzatino di manzo alla Guinness
  • Brasato al Barolo
  • Manzo alla Lindstrom
  • A Bite of Britain: Beef Wellington

Categorie

  • A tavola nel mondo
  • A tavola nel tempo
  • Analcolici
  • Antipasti
  • Cocktail & Superalcolici
  • Cucina Americana
  • Dolci
  • Generale
  • Honest Dreams
  • Honest Tasting
  • I Nostri Viaggi
  • Pane Pizze Focacce
  • Piatti Unici
  • Primi
  • Salse e Condimenti
  • Secondi
  • Storia della gastronomia
  • Té & Caffé
  • Vegan
  • Viaggi & Cucina
  • Vino

Copyright © 2023 · Honest Cooking