Chambolle-Musigny…appunti di degustazione

Chiara ama molto il pinot nero della Borgogna e qui ci illustra la degustazione di una delle zone più vocate alla produzione di vino rosso.
Di Chiara Freschi 

Chambolle-Musigny è un’ appellazione comunale situata nella Cote de Nuits tra Vougeot e Morey-St.-Denis. La caratteristica di Chambolle è quella di avere le vigne poste sopra il paese, su una specie di altopiano. Il pittoresco villaggio deriva il suo nome dal termine  gallico “Cambala” con il quale i Galli chiamavano quest’area. Il terreno calcareo e ghiaioso  con una roccia marnosa affiorante è causa di vini robusti e vigorosi, con tannicità più evidente e da lungo invecchiamento tipici di questa zona. Un’altra caratteristica dei vini di Chambolle-Musigny è “la ruota del pavone”, ossia il fatto di mostrare la gamma più ampia di profumi del pinot nero. A Chambolle ci sono 24 premier cru e solo 2 grands crus: Musigny e Bonnes Mares.

I vini degustati:

1) Chambolle-Musigny Les Echezeux Bernard Rion 2009

Questa vigna di poco meno di 1ha, è situata nella zona più alta, oltre 350 m ed è un climat (vigna con caratteristiche pedoclimatiche proprie). Un bel colore rubino vivace, pieno. Al naso è  pulito e fruttato fresco. Girando il vino nel bicchiere viene fuori la mineralità  nelle note ferrose. L’ingresso in bocca è piacevolissimo  nella sua freschezza accentuata  che lo fa apparire un vino molto crudo, causa il confine con il bosco. I tannini sono ben evidenti per un Borgogna e lo fanno apparire un vino robusto.

2) Chambolle Musigny Les Bussieres Hubert Lignier 2007

Vino più immediato, da meno invecchiamento. Il colore è già granato, più cupo rispetto al precedente. L’annata calda e lo stile di Lignier si ritova subito al naso con profumi di frutta matura più scura, come una mora; si susseguono poi note floreali, una speziatura delicata e note di carne mai sgradevoli. In bocca entra morbido, il tannino è  asciugante  a causa di un’immaturità fenolica e chiude con una nota alcolica ben presente. Il finale di bocca è frutta sotto spirito, assimilabile ad una mora macerata nell’alcol.

3) Chambolle Musigny 1cru Les Gruenchers Bernard Rion 2009

Rispetto al primo vino, sempre di Rion, questa vigna si trova più in basso. Il colore appare di un rubino più scarico. Anche qui la fruttuosità è ben evidente, di frutta rossa, ma poi viene fuori la balsamicità e la mineralità. All’assaggio ancora tanto frutto ma dimostra anche un grande equilibrio tra un tannino asciugante, una struttura alcolica di supporto e un finale sapido. Un vino con un’ottimo rapporto qualità\prezzo.

4) Chambolle Musigny Domaine Comte Georges de Vogue 2007 (bottiglia n° 2217)

Rubino con riflesso granato. Naso poliedrico che ricorda: la confettura di ciliegie, la pasta di mandorle, il gelato alla nocciola, il cioccolato al latte. Poi il vino si apre ed escono fuori note ematiche e di terra tipiche del pinot nero. In bocca entra fresco, pulito e piacevolissimo. Il suo unico limite è la lunghezza. Chiude con una nota di arancia sanguinella. Ha colpito tutti noi questo vino di uno dei più grandi produttori della Borgogna.

5) Chambolle Musigny 1cru Les Baudes Jadot 2005

Les Baudes è la vigna posta proprio sotto il  grand cru Bonnes Mares. Già l’annata ci dimostra di essere di fronte ad un grande vino, visto che il 2005 è considerata l’annata migliore degli ultimi vent’anni in Borgogna. Tutto questo si riconferma già al colore: un fitto rubino intenso e al naso dove si ritrova uno spessore olfattivo maggiore, caratterizzato da profumi più polposi e pieni. Insieme alla nota di frutta più evoluta che ricorda la prugna è percepibile una nota boisè, dosatissima. Gradualmente, facendo areare il vino nel bicchiere si presentano anche note di terra, cuoio e tabacco. La dimensione olfattiva di questo vino è meno sottile ed elegante degli altri Chambolle. In bocca c’è ottima corrispondenza col naso, infatti è il più corposo di tutti, mantiene una bella fruttosità che esprime freschezza ed è molto persistente. Questo vino di altissimo livello e grande charme ha un finale balsamico.

La degustazione si è conclusa con i 2 unici grands crus che compongono il comune di Flagey-Echézeaux: Echézeaux (37 ha con 29 proprietari) e Grands Echézeaux (9 ha). Echézeaux confina con il grand cru Musigny e il Grands Echézeaux con Clos de Vougeot. Il terreno di questo territorio è caratterizzato da argille di buona qualità che danno vini con un’ottima struttura, tra le meglio della Cote de Nuits. Il nome Echézeaux deriva da “chezal” e sta a significare picccolo villaggio.

6) Echézeaux grand cru Dominiques Laurent 2008

La vigna è posta nella parte più bassa e si tratta di vielle vignes. Il colore è impenetrabile, all’olfatto oltre alle note di frutta nera matura e acidula come prugna e mirtillo, prevale una balsamicità riconducibile alle caramelle alle erbe officinali. E poi ancora corteccia di china, rabarbaro e caffè. Al naso si apre piano piano, ma in bocca è grandissimo fin da subito, con tannini levigati. Somigliante a un Vosne-Romanée, è setoso e femminile nel gusto.

7) Grands Echézeaux grand cru Domaine Gros 2007

Il colore granato con unghia aranciata non fanno presagire l’estrema giovinezza di questo vino, che ancora deve ben integrare tutte le sue componenti. Le note odorose iniziali sono molto tradizionali del pinot nero borgognone; con sentori animali, di cuoio e di tabacco. Interessante anche la nota floreale di glicine. All’assaggio è molto crudo, con un attacco morbido e una chiusura acida nel finale. La freschezza va comunque premiata perché sarà la sua carta vincente per il futuro.

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