Come cucinare i fiori di zucca

Consigli su come cucinare i fiori di zucca e invitanti ricette a cui ispirarsi!
Scritto da Giorgia Fieni

Guardandoli crescere, tanti e rigogliosi, vien quasi la tentazione di raccoglierli in un bel mazzo e offrirli come dono. Purtroppo non si può fare, sia perché non amano essere confinati in un vaso, sia perché chi li riceve recepisce anche il messaggio subliminale che li accompagna: “Cucinameli!”.

Come si ricettano i fiori di zucca? Soprattutto pastellati e fritti; spesso pure ripieni (soffiateci dentro per garantirvi il giusto spazio). Per non sbagliare basta immergerli in una miscela di farina e birra e/o acqua frizzante ghiacciata e/o selz (la bassa temperatura non permette alla farcitura di bruciarsi) e poi nell’olio bollente (il loro colore deve però comunque rimanere chiaro), ma solo dopo averli farciti con acciughe e mozzarella.

Ma possiamo osare di più, molto di più…specie con il ripieno. Dadini di brie avvolti in jambon de Bosses. Nocciole (e una cottura finale in un roux di zucchine e besciamella). Speck, o guanciale, croccante e purè di patate. Riso bollito (serviti su fagioli brasati). Avocado e formaggio fresco. Patate lesse, aglio ed erbette (cottura al forno, però). Tagliolini al limone e mascarpone. Quartirolo, tarassaco, uovo. Sarde, a loro volta ripiene di patate lesse, ragusano e pinoli. Versione caprese (pomodoro, mozzarella, basilico). Zucchine saltate, cacao, tuorli, grana, amaretti: poi avvolti in un nastro di porro e infornati. Fiocchi di latte, pomodori secchi sott’olio, semi di sesamo e di senape (da provare come farcitura anche per quelli crudi). Ceci e couscous di verdure alla curcuma.

Non diamo però freno alla nostra fantasia e trasformiamo i fiori di zucca in altre pietanze. In una vellutata, arricchita da chicchi di mais e panna, servita con crostini di baguette soffritti in olio. In un sugo, ben tritati e cotti con olio, prezzemolo e zafferano, poi aggiunti di tuorli e pecorino; oppure con acciughe e mascarpone, completando le penne con pepe rosa in salamoia, parmigiano, burrata e prezzemolo. Nel pesto di pinoli. Ancora più originale è l’idea di rosolarli con burro, aglio, prezzemolo, gamberetti e mescolarli a riso lessato, grana, tuorli, panna e albumi per creare una frittata diversa dal solito;  o lavorarli con farina di ceci, curcuma e zucchine. Nella zuppa di pesce, con lardo, patate, brodo, pomodoro, zucchine, coda di rospo, gamberi rosa e vino bianco secco. Nella quiche con gamberoni e panna (o emmental e prosciutto cotto).

Nel risotto, con tartufo o funghi (Claudio Sadler sceglie invece le zucchine e manteca con liquore al rabarbaro). Nella torta: soffritti nel burro si mescolano a farina, noci, canditi, uovo, scorza di limone, grappa e diventano la farcia da spalmare tra due dischi di pasta sfoglia, cotti in forno e cosparsi di zucchero vanigliato. In insalata con code di gamberi al vapore, champignons, emmental, foglie di sedano, vinaigrette al balsamico e pepe bianco. A millefoglie con fettine di vitello (passate nella farina di mais e fritte), melanzane grigliate, pomodoro cuore di bue, basilico, mozzarella, il tutto ripassato in forno. In una salsa al lime per nappare una cernia, un’orata, un dentice o un branzino. In stracciata, con uova di faraona all’occhio di bue, colatura di alici e groviera. Nel timballo, con stoccafisso e pecorino. Come ingrediente delle frittelle.

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