Corte Sant’Alda : biodinamica in Valpolicella

Il nostro Marco Dall’Igna è stato ospite dell’azienda agricola Corte Sant’Alda per due giorni di full immersion tra vigne,cantina, biodinamica e ovviamente ottimi vini. Qui ci racconta com’è andata.

Verso la fine di maggio ho avuto la fortuna di essere ospite per due giorni dell’azienda agricola Corte San’Alda in Valpollicella.

L’azienda nasce nel 1986 a Mezzane di Sotto (Verona) grazie alla vulcanica Marinella Camerani che, insoddisfatta della vita in città, decise di trasferirsi in campagna e ridare nuova vita ad una vecchia proprietà di famiglia semi-abbandonata. Inizialmente produttrice convenzionale, Marinella sente crescere nel corso degli anni un profondo senso di insoddisfazione verso quel tipo di agricoltura e i suoi stessi vini. E’ proprio questo malcontento che la porta prima a convertirsi al biologico, e poi ,nel 2003, dopo aver partecipato al primo convegno a Milano di Nicolas Joly, a far propri i principi della Biodinamica e a convertire tutta la sua produzione seguendo i postulati di Rudolf Steiner.

Dal 2010 tutte le uve dell’azienda possiedono sia la certificazione biologica che Demeter; nel 2011 viene presentato il primo Valpollicella certificato biodinamico a marchio Demeter: Il Valpollicella Ca’ Fiui 2010. Nel 2014 anche l‘Amarone della Valpollicella DOCG viene certificato Demeter, diventando il primo Amarone in assoluto a vantare tale certificazione.

L’azienda conta ad oggi circa quaranta ettari,di cui venti vitati; l’ultimo ampliamento risale al 2006 con l’acquisto di un podere di quindici ettari a Castagnè, che rappresenta l’ultima sfida di Marinella: un’azienda agricola completa di camere, vigneti,orto,animali, bosco dove immergersi nel silenzio e nella magia della natura.

E’ proprio dal Podere Castagnè che inizia questa mia due giorni enologica in Valpllicella. Appena arrivato vengo subito accompagnato nella bellissima camera dell’albero rosso valenziano che mi ospiterà per la notte. Una grande vetrata con terrazza illumina l’anticamera, pavimenti in legno e travi a vista conducono alla spaziosa camera matrimoniale con letto in ciliegio. Una stanza accogliente e confortevole circondata da boschi e vigneti, cos’altro desiderare di più?

Dopo aver sistemato le valige scendo nel salone centrale del podere, con vista mozzafiato sulle colline della Valpollicella, dove conosco per la prima volta Marinella. Persona schietta e solare con cui mi sento a mio agio già dopo cinque minuti, a rendere la conversazione ancor più piacevole ci ha pensato il Soave Corte Sant’Alda 2013, accompagnato da alcuni deliziosi stuzzichini vegani preparati da Nazzarena, la cuoca del podere. Nitidi sentori di mango,pesca e agrumi al naso, in bocca spiccano la sapidità e l’acidità che donano al vino un gran freschezza e un’ottima capacità di beva.

Finita la bottiglia ci siamo spostati al ristorante Bacco D’Oro dove, dopo esserci concessi un secondo aperitivo nella sontuosa cantina del locale, abbiamo fatto la conoscenza degli altri vini dell’azienda. Ad aprire le danze, accompagnato da dei deliziosi tagliolini freschi ai funghi, è il Valpollicella Superiore Ripasso Campi Magri 2011. Il naso è ricco ed intenso, si apre con note di frutta matura, ciliegie sotto spirito e more. La bocca sorprende per la mineralità e la freschezza che donano al vino una piacevolezza e una capacità di beva che raramente ho riscontrato in questa tipologia. In un crescendo continuo fa’ capolino nei nostri calici il Valpollicella Superiore Mithas 2008, la perfetta sintesi della continua ed instancabile ricerca della qualità e dell’eccellenza portata avanti da Marinella. La vendemmia avviene a fine ottobre con le uve ben mature, le fermentazioni partono spontanee e si protraggono per oltre venti giorni. Prima di essere imbottigliato il vino trascorre due anni di affinamento in botti da 5hl. Al naso ritroviamo sempre i frutti rossi, accompagnati però da piacevolissime note speziate di pepe nero, seguono poi leggeri sentori di cacao e sottobosco. In bocca, come un fil rouge che accomuna tutti i vini di Corte Sant’Alda, ritornano quelle note sapide e minerali che aumentano la piacevolezza del vino, il finale è lungo e persistente. Nota di merito anche per il piatto chiamato ad accompagnare questo vino straordinario, degli ottimi tortellini fatti in casa al burro e salvia. Quando ormai la serata si avviava verso la fine ecco scendere in campo il campione tanto atteso: L’Amarone della Valpollicella 2001. Naso potente e complesso con sentori iniziali di confettura di ciliegia, frutti di bosco, cannella e pepe nero. Sul finire emergono sentori balsamici, di sottobosco e di cuoio. In bocca è ben equilibrato, intenso e con il tannino perfettamente integrato. Sapido e minerale con una bellissima vena acida, caratteristiche che conferiscono a quest’amarone una freschezza ed una bevibilità assolutamente fuori dal comune. All’interno di una denominazione dove spopolano carri armati e pesi massimi, che ammaliano al primo sorso ma che spesso stufano presto, l’Amarone di Corte Sant’Alda emerge con l’eleganza e la grazia proprie dei fuoriclasse assoluti. Prosciugata la bottiglia, senza nemmeno accorgersene, era giunta l’ora di ritornare al podere per riposare, il giorno dopo ci aspettavano le vigne e la cantina.

Ad accoglierci la mattina seguente, e a farci da cicerone tra vigne e botti, troviamo il giovane cantiniere Matteo che ci conduce ad ammirare i vigneti vicini all’azienda. Tra i filari si notano fin da subito i sovesci, utili per incrementare il drenaggio ed aumentare l’apporto di sostanze organiche in terreni dove non si utilizzano concimi. Il suolo è prevalentemente calcareo (ecco spiegata l’origine delle note sapide e minerali che si ritrovano in tutti i vini di Marinella), i vigneti, circondati da bosco, sono allevati a guyot e situati tra i 300 e i 600 metri sul livello del mare. Lasciate le assolate vigne ci ripariamo al fresco della cantina, tra tini troncoconici, dove partono le fermentazioni spontanee, vasche in cemento e botti in legno dove i vini vengono affinati. Al termine di questo interessantissimo tour è Marinella a riprendere nuovamente il comando delle operazioni scortandoci in sala da pranzo dove, tra un manicaretto e l’altro, stappa le ultime bottiglie che ancora mancano all’appello.

Pronti via ed ecco finire nei calici il leggiadro Agathe 2014, il paradigma del vino estivo! Una molinara in purezza vinificata e affinata in anfora, al naso esplodono le fragoline di bosco mentre in bocca si fa spazio una bella spalla acida che pulisce il palato conferendo una buona freschezza. Segue il Ca fiui 2014, goloso e dalla grande beva, rilascia al naso note balsamiche e di frutti rossi. L’Amarone della Valpolicella 2010 ha al naso sentori balsamici, di salvia, spezie e ciliegie. In bocca l’acidità spinge forse eccessivamente, ma negli anni si affinerà portando questo giovanotto ai livelli del fratello maggiore provato la sera prima.

Per concludere degnamente questa due giorni tra le colline della Valpolicella non poteva mancare un bicchiere di Recioto della Valpolicella 2011, denso e complesso nei profumi stupisce per la sua dolcezza per nulla invasiva o stucchevole, l’ennesima riprova che la ricerca continua e costante della qualità dà i suoi frutti.

Questa visita a Corte Sant’Alda mi ha lasciato particolarmente soddisfatto, non solo per aver avuto il piacere di conoscere personalmente Marinella e le persone che lavorano dietro le quinte dell’azienda, ma anche per aver ritrovato il piacere di bere un buon bicchiere di Amarone, finalmente lontano dalle mode e dalle eccessive concentrazioni, che se da un lato riscuotono grande successo nel mercato globale, dall’altro partoriscono vini eccessivamente pesanti e stucchevoli, almeno secondo il mio personalissimo punti di vista.

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