Torino è una buona scusa per parlare di cioccolato e di storia del cioccolato. E di una torta al cacao e nocciole.
Di Gelmina Kaminskaite

Torino non è stata amore a prima vista, ma neanche di seconda. Forse perché la prima volta che ho visitato il capoluogo del Piemonte era una giornata grigia e piovosa. Poi ho capito che lì non è una cosa rara. Ma pian pianino, grazie ai miei amici torinesi, la città mi è entrata nel cuore.

Ho fatto di nuovo una visita un paio di settimane fa. Penso che sia il periodo che più le si addice: la città offre riparo dalla pioggerella incessante di questi giorni con i suoi interminabili ed accoglienti portici. Dove proprio in quei giorni si svolgeva la fiera del libro: 2 km di libri, praticamente il mio sogno! E poi il mercatino domenicale del antiquariato è davvero favoloso.




Retaggio di un passato regale, la città è ricca di palazzi imponenti che nascondono a fatica i fasti di un passato neppure troppo remoto. Descritto così sembra di parlare di una città decadente, ma vi assicuro che qui si assapora cultura e storia, anche in cucina, e per i turisti più attenti penso che il giudizio globale si racchiude in una sola parola: affascinante.



Torino è capoluogo del Piemonte e, secondo molti storici , capitale del cioccolato. Mi sono documentata al riguardo, soprattutto mi incuriosiva molto perché alcune città europee hanno fatto della produzione del delizioso nettare degli Dei un loro vessillo. In effetti, da Montezuma a noi, il cacao ne ha fatta di strada: importata dai conquistadores spagnoli, la magica bevanda ha fatto breccia in tutte le corti più blasonate di allora fino a trasformarsi, da liquida a solida, nel cioccolato moderno. Pare che proprio a Torino, per mani di un pioniere piemontese di nome Caffarel, sia nato il primo cioccolatino: una ricetta primordiale di pasta di cacao e vaniglia che in seguito avrebbe dato origini a numerose versioni evolute, prime fra tutte il cioccolato al latte per mano di artigiani svizzeri venuti a studiare proprio nel capoluogo piemontese il procedimento, o, per l’ancora più famoso, impasto con le nocciole, tradizione tutta locale che ha visto nascere il gusto Gianduia. Quest’ultimo venne successivamente elaborato nel nostro secolo da un altro artigiano regionale, un tale “Ferrero”, che nella sua bottega di un paese non lontano, Alba, brevettò un pasta morbida spalmabile a cui diede il nome “Nutella”…




Tornando a Torino, se fate visita da queste parti, non fatevi mancare una sosta in qualche storica confetteria che serve la più tradizionale bevanda locale, il Bicerin: Picasso ed Hemingway, per citarne alcuni, sono stati tra i più famosi estimatori di questo caldo mix di cioccolata, caffe e crema di panna che riscalda il cuore di chiunque, soprattutto dei torinesi che a prima vista hanno lo sguardo arcinio e diffidente ma, che in realtà, nasconde un carattere laborioso e riservato.

Vi lascio una fetta di questa torta al cacao con nocciole. La ricetta provata e riprovata è la soluzione veloce e sicura per coccolare sia gli ospiti che coccolarsi la mattina a colazione.
Torta al cacao e nocciole
- 100 g di farina
- 100 g di burro
- 100 g di zucchero semolato
- 50 g di cacao amaro
- 100 g di nocciole tostate
- 2 uova
- 1 cucchiaino di lievito
- 1/2 cuchiaino di vanillina
- 1 bicchierino di rum
- 2 cucchiai di latte
- Raccogliete in una terrina lo zucchero con il burro a fiocchetti e, utilizzando le fruste elettriche, lavorateli sino ad ottenere un composto spumoso e chiaro.
- Unite gradualmente le uova leggermente sbattute, sempre lavorando con le fruste.
- Setacciate la farina insieme al cacao e il lievito.
- Uniteli al composto di burro poco alla volta, infine la vanillina, il rum e il latte. Terminate con le nocciole sminuzate.
- Imburrate una tortiera del diametro di 22 cm e trasferitevi il composto, livellandolo bene con una spatola.
- Infornate la torta a 180° per circa 30 minuti. Controllate chia sia pronto infilando al centro uno stecchino, che dovrà uscire asciutto.
- Fate raffreddare la torta e sformatela. Cospargetela con il cacao.