Provare il sidro mescolando mele e frutti estivi … Alla scoperta di un mistero e di una bottiglia di Bayeux Cidre de Normandie Doux.
Di Rossella Di Bidino

Ci sono cose che capitano lungo la tua strada, tocca a te avvicinarti e scoprirle. Se distogli lo sguardo e vai oltre, dritto per il tuo cammino, rimarranno mistero. Spesso non sei neanche in grado di capire che cosa siano dal loro nome.
“Most” qui e “Most” là lungo il Danubio. Tanti cartelli ad indicare che in terra d’Austria c’era il “Most”. Poi ad un certo punto, un paio di anni fa, smettemmo di pedalare e seduti su un tavolino in una piazza spopolata di un paesino qualunque decidemmo di provarlo il Most.
Lo guardammo, lo scrutammo. Non era succo, non era vino. Avevamo intuito però che aveva a che fare con le mele o con le pere. La nostra vacanza in bicicletta oltre che lungo il Danubio era anche lungo una strada del Most, dove meli e peri carichi di frutti abbondavano. Nonché ad un certo punto ci trovammo di fronte ad un monumento: una pera gigante. Risate e stupore, ti lascio immaginare.
Il Most non era altro che il sidro. Una bevanda che nasce dalla fermentazione delle mele (o delle pere).
“Sarà alcolico?”
“Non mi sembra…almeno non tanto”
Poi in discesa in bicicletta ne sentimmo il lieve ma deciso effetto.
Tu conosci il sidro?
In Austria, Germania, Inghilterra, Spagna, Francia è facile trovarlo. Most, cider, sidra, cidre … tanti nomi, un’unica realtà 🙂
Se le fonti storiche dichiarano che le mele esistevano lungo il Nilo già dal 1300 a.C., i Romani nel 55 a.C. arrivarono nel Kent e trovarono i locali col sidro in mano. Il successo del sidro esplose con calma fino a conquistare anche Carlo Magno.
In Italia ricomincia ora a far capolino al supermercato. C’è un’etichetta inglese che figura come il più grande produttore mondiale di sidro. Oggi però sono qui con una bottiglia di sidro francese, di un produttore molto più piccolo. Bayeux Cidre de Normandie Doux, ecco come riconoscerlo.

L’abbinamento è con la frutta estiva e dissetante. Mentre sorseggerai il sidro e ti inonderai del sapore di mela, la macedonia di offrirà altri sentori. Nel mezzo le bollicine ti stupiranno per la loro persistenza.
Nella ricetta c’è anche un ingrediente che puoi usare o meno. Si tratta delle spezie del Pan d’Epices. Speziare una macedonia è una scelta strettamente personale. Ossia se ti piacciono le spezie usuale, se invece ne sei particolarmente sensibile evita. A me la macedonia piace con quel sentore di inverno dato dalla spezie, perché la distingue dalla solita macedonia. Mentre alla Cavia da fastidio, sente troppo i chiodi di garofano che si annidiano nel mix del Pan d’Epices. In alternativa, ancora prova con poca, ma veramente poca, cannella. Le spezie qui vogliono solo ricordare le torte di mele classiche, non imporsi sugli altri sapori.

- 250 gr pere Kaiser (circa 1 pera)
- 230 gr pesche percoche (circa 2 pesche)
- ¼ di pompelmo rosa
- poco succo di lime
- 1 cucchiaino di zucchero di canna
- tocco extra: ½ cucchiaino di spezie per pan d’epice
- ½ buccia di lime
- ¼ di buccia di pompelmo rosa
- Pulire sotto l’acqua corrente pere, pesche, lime e pompelmo rosa.
- Spellare le pere.
- Tagliare le pere a dadini come pure le pesche.
- Spellare il quarto di pompelmo e tagliarlo a fettine.
- Mettere in una ciotola pere, pesche e pompelmo tagliati.
- Unire alla frutta il succo di lime.
- Aggiungere lo zucchero di canna ed eventualmente le spezie.
- Mescolare.
- Grattugiare sopra la buccia del lime e del pompelmo rosa. Suggerisco di usare una grattugia dai fori grandi così da avere quasi delle piccole schegge di buccia a decorare oltre che ad insaporire la macedonia.
- Mescolare il tutto.
- Far riposare in frigo per un’ora.
- Servire.