E birra sia – Isole, incontri e pub …con una Stout

Soprattutto pub. Un libro per scoprire il Regno Unito pub per pub sorseggiando una Oyster Stout.
Di Rossella Di Bidino

Credo che pochi siano in grado di affrontare un viaggio del genere.
Partire determinati da St. Agnes nella punta sud dell’Inghilterra e muovere dal Turk’s Head pub fino ad Unst al birrificio Valhalla, è possibile?
Certo non basta avere con sè una cartina di tutto il Regno Unito. Bisogna avere anche un’idea chiara di quali siano i pub da intercettare. Infine, serve essere pronti a tutti. Birra, gin, sidro. In un viaggio del genere non manca nulla, nemmeno la capacità di leggere la gente tramite la sua dedizione all’alcool.
Ian Marchant ha fatto un viaggio del genere ed è stato in grado, sobrio o meno, di raccontarlo.

Isole, incontri, pub è uno dei libri più originali e sorprendenti che abbia mai letto.
Non aspettarti una banale descrizione dei pub e dei loro frequentatori. Preparati ad imparare.
Ian racconta la raccolta del luppolo, scova produttori clandentini di gin, scopre la Cider House di Defford. Ti fa vedere London da un’altra prospettiva. Il tutto fino all’ultimo sorso di whisky lassù a nord.

Sai perché un pub inglese di chiama Bear (orso)?
Un tempo offriva spettacoli di combattimento di orsi nel cortile sul retro.

Sai cos’è il Poteen in Irlanda?
Un whisky di contrabbando e sembra non sia difficile farselo offrire.
Ed il moonshine cos’è?
Un distillato di ale non luppolata, ed anche questo non è legale produrlo.

Perché la stazione di St Pancras a Londra è stata progettata come è oggi?
In parte anche per accogliere la birra proveniente da Burton.
Ma forse la curiosità maggiore è scoprire che alcune consegne di birra vengono ancora fatte a cavallo ancora oggigiorno.

Insomma, Ian offre tante curiosità e le tramanda in maniera intelligente.
Non posso dirti di partire con Ian per un viaggio del genere…senza di me 🙂 Però ti consiglio di leggerne almeno il libro. A me ha coinvolto dal 9 aprile, il Venerdì Santo alle porte di Londra. Isole, Incontri, Pub è una sorta di diario con tanto di date oltre che di luoghi.
Forse ci incontreremo in uno dei giardini di luppolo. Essendo io donna forse mi toccherà il lavoro di fissaggio. Un tempo questo era un lavoro da donne, ora tocca agli immigrati e nomadi. Le paghe sono basse.
Meglio andare in un pub…chissà se l’Old Forse è ancora aperto.

Intanto, beviamoci una Oyster Stout, letteralmente una Stout alle ostriche. Di fatto le ostriche non ci sono avvicinate in alcun modo al luppolo e all’orzo. Nonostante la Stout sia scura come la pece non preoccuparti, non è così per nascondere delle ostriche.
La Oyster Stout tra le sue note di caffè lascia intravedere il mare. Ti accorgi subito che ha carattere più variegato di una Guinness. Spezie come la liquirizia si sentono facilmente. Quando ho comprato la Oyster Stout di cui ho letto probabilmente tra una pagina e l’altra di Ian mi aspettavo proprio questo. Una Stout diversa, che sapesse darmi quella dolce melanconia dei mari del Nord. Una personalità ricca e pacata assieme che non si interpone con i tuoi pensieri. La meditazione imposta da questa birra, grazie ai 4.5°, è di quelle piacevolmente girovaghe. Sì, perché si intrecciano chiacchiere o pensieri, senza una meta fissa.

Unico scopo consentito è godersi la vita con una buona Stout ed un buon libro, senza pesanti fardelli di giudizi critici da gourmet. Anche perché c’è il libro ad aprirti le porte di tanti pub e a farti sentire tante voci inglesi.

Sembra che si abbini meravigliosamente con i molluschi, ma ero troppo intenta a leggere per pensare a cosa mangiare. Isole, Incontri e Pub già mi accoglieva in qualche nuovo pub tra un sorso e l’altro di Stout.

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