E birra sia – La Birra di Meni al Sambuco

Da un fiore di sambuco una birra che stupisce: è ancora una birra friulana, quella di Meni. 
Di Rossella Di Bidino

Il Savût al dà la salût.
Buine la foe, la scuse e la pomule,
in gran e in flôr *

Era un sera d’ottobre nella pianura friulana.
Dello sciroppo dei fiori di sambuco ne avevo sentito parlare. Non era la loro stagione. Loro sbocciano in primavera o estate tra i campi.
Quella sera, di ritorno alla casa della mia famiglia, volevo condividere quella bottiglia presa a Friuli Doc da mia sorella. L’avevo mandata con un compito ben preciso, un mese addietro circa, allo stand de La Birra di Meni.

Sì, ancora lui, il Meni, ossia Domenico.
Se lei assaggiò la birra di sua birra di zucca, per me ne prese un’altra.

Mentre la mamma si apprestava a cuocere le quaglie, guarnite con salvia e una fetta di pancetta, ecco arrivare Laura e Francesco.
“Ehi, ma è la Caldan…la meglio riuscita secondo me”
E via, si cominciarono a riempire i bicchieri.

Annusai.
“Si sentono i fiori”
“Io sento il luppolo” osserva la Cavia.
Si cominciò così a bere.
“Buone. Mi piacciono queste birre come quelle di una volta. Amare”
“Mamma, che dici! Io l’amaro non lo sento. Colgo solo i fiori”

Per un po’ le quaglie servite con l’insalata dell’orto tolsero la parola dalla tavola. Eppure un sorso qua ed un sorso là, seppure afono, non impedirono di arrivare in poco tempo al fondo della bottiglia.

“Dai Francesco, finisci”
Se ne versò un po’. Ne rimase ancora un altro po’, quel famoso altro po’ che diventa facilmente irresistibile.
“E va bene. Dammelo” dissi ben felice di farmi avanti.

La magia di quei fiori che son palline bianche tra i campi si è fatta sentire. Forse sarà anche opera di Holda, la fata germanica dai lunghi capelli biondi che si narra abitasse negli arbusti di sambuco, ma solo quelli che crescevano vicino all’acqua. Fino al ’900 i contadini tedeschi vedendo del sambuco per i campi si levavano il cappello.
Nel Tirolo i contadini, sempre, di fronte alla “farmacia degli dei”, sì lui, il sambuco, si inchinavano sette volte, perché sette erano i suoi doni benefici (germogli, foglie, fiori, bacche, corteccia, radice ed il midollo).

In Lombardia i fiori secchi finiscono nella panigada e nel fiurett della Valchiavenna oppure in una focaccia salata evoluzione delle frittelle de sambuco. Esiste pure la confettura di sambuco o una minestra speziata ideata da Martino de’ Rossi o Martino de Rubeis, detto Maestro Martino da Como. Ma neppure questo famoso cuoco del XV secolo aveva pensato ad una birra.

Nel Caldan vanno i fiori freschi di sambuco bianco colti nei dintorni di Cavasso Nuovo, in provincia di Pordenone.
Anche lì il sambuco viene quasi venerato. Un tempo almeno le donne si inginocchiavano davanti a lui e i contadini friulani, al pari di quelli teutonici, si toglievano il cappello.

Ed il flôr di sambuco fatto birra è stato molto apprezzato e ha saputo farsi largo in una cena dove la mamma era ricorsa al suo piatto del Natale.

* Il sambuco dà la salute.
Buona la foglia, la corteccia ed il frutto, in grani e in fiore

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