Partendo da una birra per arrivare a scoprire il whisky. Rossella in uno degli articoli più belli della sua rubrica.
Di Rossella Di Bidino
Di carattere dal colore alla gradazione alcolica.
Delle Islay scozzesi ha il lievito da cui è generata. La sua anima viene dai whisky. La sua magia, nonostante una buona diffusione sul territorio italiano, è l’essere prodotta da Baladin solo durante i due equinozi ed i due solstizi. Un occhio all’etichetta per scoprire quale.
E’ disponibile sia in bottiglia che alla spina.
Avendo fatto un rapido viaggio nel mondo del whisky mesi fa, in occasione dello Spirit of Scotland a Roma, appena l’ho vista servita alla spina, l’ho voluta. Elixir, sì, per scoprire quanto avevo appreso allora. Di whisky ho sentito, più che la gradazione, il retrogusto, quella piacevole sorpresa di un sorso calmo e meditato.
L’ Islay whisky, da cui proviene tramite il lievito Elixir, è un’isola scozzese denominata la “regina delle Ebridi”. Meno di dieci distillerie sono attive, dedite soprattutto allo di Scotch whisky. Qui i nomi sono importanti. Già distinguere tra whisky e whiskey è importante. E’ in gioco la provenienza di quella bevanda a base di cereali fermentati in botti di legno. Il whisky ha più a che fare con la Scozia, mentre il whiskey con l’Irlanda. In ballo però c’è molto di più: un sentore di affumicato ed una distillazione in più, o in meno a seconda dei punti di vista.
In Scozia il whisky viene avvicinato al fumo quando viene asciugato ed è la torba che gli dona il “sapore” affumicato. Questo contatto manca in Irlanda e quindi il whiskey fa emergere il sentore di miele e malto. La sua morbidezza sul palato, inoltre, è dovuta alla tripla distillazione, assente in Scozia.
Da Oltreoceano arrivano anche i termini rye, dal Canada, e Bourbon, dal Kentucky.
E non confondiamo un blended whisky, così diffuso sul mercato e in televisione, con un single malt whisky. Dopotutto se ci mettiamo a leggere una rubrica dedicata alla birra un po’ di attenzione ai particolari della vita c’è 🙂
Un single malt whisky è un’acquivite prodotta da un’unica distilleria e a base di malto d’orzo. Mentre il blended whisky è una miscela di single malt whisky e whisky di cereali. Se poi vogliamo essere ancora più pignoli, vediamo se sai la differenza tra acquavite e grappa? Qualcuno l’azzarda?
Se ti chiedi come mai esistano birre ai lieviti di whisky, come l’Elixir, una spiegazione mi è più che facile. La produzione di whisky parte con la macerazione in acqua dell’orzo. Un passaggio che ricorda molto la produzione di birra. Si parla addirittura di birra nella produzione del whisky e questa birra ha un nome specifico: wash. Eppure i lieviti per il whisky e quelli per la birra sono diversi. Molto si discute ancora sul ruolo dei lieviti sul whisky nonostante che i lavoratori delle distillerie dicano da tempo che “il più grande lavoratore in ogni distilleria è il lievito“.
Per non fare questo sorso di Elixir troppo lungo, vorrei parlarti della torba. Allo Spirit of Scotland l’ho tenuta in mano. Un pezzo di terra compatta, scura e dal profumo di…torba. A parte le impressioni, tecnicamente è un primo livello di carbonizzazione dei sedimenti vegetali. Nella torba sono presenti erba, erica ed arbusti. Il fuoco di torba fa tanto fumo e poco calore, da cui il suo utilizzo nell’affumicatura.
Torba, lieviti, whisky e birra. Mondi, saperi e sorsi. Io torno a questi ultimi.