Neonila è stata alla mostra dedicata al leggendario ElBulli, in corso alla Somerset House a Londra. Ci racconta di un’esperienza unica.
Di Neonila Siles
Ad accogliermi alla mostra è la musica che all’improvviso mi turba profondamente, come se stessi per calarmi in una saga famigliare, in un racconto pieno di intrecci sentimentali, in un film malinconico. Mentre stavo semplicemente per visitare una mostra su un ristorante. D’accordo, non un ristorante qualsiasi (in realtà non so quanti altri ristoranti abbiano avuto l’onore di una mostra dedicata in un luogo così importante come Somerset House a Londra) bensì il leggendario ElBulli, quell’ElBulli che per anni ha presidiato la classifica dei migliori al mondo – The World’s 50 Best Restaurants. Mi ricordo, una volta in Spagna, di aver provato a prenotare un tavolo per due, scoprii che ci volevano mesi e mesi d’attesa e ci rinunciai, anche perché la cucina molecolare, per la quale era famoso Ferran Adrià – lo chef di ElBulli, non mi entusiasmava particolarmente, causa poche e insignificanti esperienze avute. Quanto me ne pentii, spostandomi di sala in sala, guardando foto, video, istallazioni, leggendo lettere, certificati, pagine delle guide gastronomiche, ricette. Ripensai al mio stupore quando ho saputo della chiusura del ristorante – era all’apice del successo. Mentre avanzavo, le cose cominciavano a quadrare: non era una mostra su un ristorante, era la narrazione di una storia unica, incredibile, affascinante e smisuratamente toccante. Era la generosità di qualcuno a permettermi di entrare in una storia vera, fatta di persone in carne ed ossa, delle loro vicissitudini, delle loro intuizioni, visioni e passioni, una storia vera che sa di follia all’anice, di amore ai frutti di bosco, di libertà alla menta, di onestà in purezza e di memoria come essenza assoluta. E non solo non era una mostra il luogo in cui mi trovavo, ma neanche l’oggetto era un ristorante, è più che certo! Ristorante è un luogo dove si mangia, dove si va per togliere la fame. ElBulli, almeno quello delle ultime due decadi, era un’altra cosa, era un luogo magico dove della gente visionaria, geniale e libera da preconcetti, creava una nuova filosofia di cucina, sprigionando proprie fantasie e curiosità, trasformando la dedizione in risposte stravaganti ma concrete, sfoggiando grande coraggio di essere sognatori.
Un’esperienza emozionante questa, di quelle che lasciano un retrogusto intenso di riflessioni, inducendo a credere a degli ideali e a dare spazio alle proprie passioni.
Quella musica che mi ha commosso all’entrata, mi salutava anche all’uscita – proveniva dal video dell’ultimo pasto servito da Ferran Adrià al ristorante ElBulli. Diceva di non essere triste lui, diceva che ElBulli cambia pelle ma non spirito – fra un paio di anni sarà inaugurata la El Bulli Fondation, che porterà avanti la ricerca gourmet, iniziata anni fa al ristorante. Io, invece, mi sentivo tristissima, un po’ orfana di un’esperienza mancata. Con questo rammarico ho varcato la soglia d’uscita della Somerset House promettendomi di andare a vedere la Fondazione non appena sarà aperta, per concedermi il lusso di vivere in prima persona un’esperienza sensoriale unica anziché sentirla raccontata.
Ogni giorno fino al 29 Settembre 2013 dalle 10:00 alle 18:00
Somerset House
Strand London WC2R 1LA, Regno Unito