Fiera Internazionale del Tartufo Bianco – Un weekend

Alba: quando il vino ha il sapore dei ricordi. Gli amici, il tartufo, il vino, le risate. Un weekend indimenticabile nelle Langhe.
Di Elena Ogliari

Colline viste dal Castello Grinzane Cavour

Panorama dal Castello Grinzane Cavour, vigneti di Nebbiolo

Finalmente è arrivato. Lo aspettavo dall’estate, più precisamente dal 18 agosto, quando sono tornata da Cuba con uno zaino pieno di sorrisi e la malinconia che porta la fine di un viaggio stupendo.

L’aria è umida, il sole si fa cercare. Ad Alba è il primo week end dell’83ma Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, un’occasione che riunisce critici e amatori da tutto il mondo. Noi critici lo siamo poco, ma siamo grandi amatori della tavola in compagnia. Siamo solo in 7, venuti da ogni dove, qualche pazzo anche dall’estero, ma facciamo per 100.

Personalmente adoro le Langhe, le sue colline dai filari regolari, la nebbiolina che sospende il tempo, il Nebbiolo e la carne battuta al coltello. Alba e il suo centro storico, i palazzi restaurati dagli industriali Ferrero e Miroglio, le enoteche che spuntano come funghi e le bottiglie di vino che in questi giorni rallegrano le vetrine autunnali .

La prima tappa è il Castello di Grinzane Cavour, anzi no. La prima tappa sono i baci, gli abbracci, i ricordi e gli aggiornamenti di chi ha voglia di vedersi dal vivo. Il Barolo Chinato accompagna la chiacchierata prima di fare visita al Castello che ha ospitato il celebre Conte di Cavour, oltre ad essere sede dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco di Alba. È uno spettacolo per gli occhi che si perdono tra dolci colli e uve ancora da raccogliere, ma sicuramente è il nostro Cicerone d’eccezione a rendere tutto migliore.

Enoteca Regionale Piemontese

Enoteca Regionale Piemontese, Castello di Grinzane Cavour

Il vino si affaccia dalle sale con bottiglie storiche, attrezzi da lavoro o con una miniguida alla degustazione che offre una base per capire uno dei prodotti che più rappresentano questo territorio. Il sorriso è costante, i ricordi sono l’intercalare tra una sala e una torre fino a quando ripidi scalini ci guidano all’Enoteca Regionale Piemontese al primo piano. È stato aperto il Vaso di Pandora: tutte le tipologie di vino della regione mi guardano dagli scaffali, mentre la parte centrale è riservata ai prodotti enogastronomici come nocciole, dolci, miele, cioccolato in diverse forme e lavorazioni.

Barbera 2012, Barbaresco e Barolo 2009

Degustazione: Barbera 2012, Barbaresco e Barolo 2009

La degustazione parte da una giovane Barbera d’Alba del 2012, seguita per mia gioia da un Barbaresco e un Barolo entrambi del 2009. Sarà che il Nebbiolo è il mio vitigno preferito, sarà che mi sono innamorata di queste colline che profumano di buono, sarà che la volta di mattoni rende tutto un po’ speciale, o sarà che la compagnia è sempre il miglior condimento (e che 3 bottiglie in 6 sono un bel risultato)…beh insomma fatto sta che, dopo Cuba, abbiamo conquistato anche l’enoteca.

La cena è un’oasi di silenzio e pace, un giardino rallegra una casa di corte e lascia solo immaginare quello che si può godere d’estate, mentre all’interno il soffitto di mattoni a volta crea l’atmosfera che fa già storia. Non a caso siamo a Cà del Re. Un buon Nebbiolo Burlotto accompagna il primo giro di antipasti misti, un viaggio alla ricerca della felicità: carne cruda battuta al coltello con olio, pepe e limone, tomini leggeri con pesto di erbe, lingua con sugo alle verdure, peperoni con bagna cauda.

Bagna Cauda con peperoni alla griglia

Bagna Cauda con peperoni alla griglia

Alzate i calici, entra un magnum di Barolo Cannubi Damilano 2009..a dir poco favoloso, non eccessivo, pulito, elegante, una collina in un bicchiere. Arrivano i primi: crema di zucca con funghi e speck, tajarin al ragù o ai fegatini di coniglio. Facciamo davvero fatica ma da provare un assaggio di secondi: spezzatino al Barolo e salsiccia con polenta. I primi sono decisamente su un altro livello anche se il mio podio è conquistato dagli antipasti. Per essere la mia prima bagna cauda è stato un successo. Tra i dolci il classico bunett della zona (ricco budino al cacao amaro e amaretti), tiramisù, crostata di pere e cioccolato, panna cotta. Facciamo serata qui, senza la fretta di chi vuole scappare per andare altrove o senza nessuno che aspetta il nostro tavolo per cenare in seconda serata. La tranquillità scandita dai brindisi in compagnia è solo nostra (anche di chi, il vino, non l’ha mai voluto bere).

Prezzo: 30€ vini esclusi. La serata, invece, è impagabile.

Magnum Barolo Cannubi 2009 Damilano & io

Dormiamo all’agriturismo Solestelle di Guarene, un ambiente familiare che regala una splendida vista sulle colline e ci accompagna con la gentilezza di chi ti accoglie sempre con un sorriso. Tra le vigne e i noccioleti, una vecchia cascina ristrutturata con travi a vista e mattoni, perfetta per chi vuole godersi la zona in tutta tranquillità.

Dopo un’abbondante colazione dolce e salata (chi resiste ai formaggi…), passeggiamo per Alba gremita di turisti da tutto il mondo prima di raggiungere la Fiera del Tartufo Bianco. Tutte le piazze del centro ospitano il Mercato del Tartufo: formaggi, vini, salumi e dolci fanno girare letteralmente la testa in questa piccola capitale enogastronomica. Tutt’intorno folklore, mostre, musica, manifestazioni e mercati anticipati qualche settimana prima dal Palio degli Asini e dalla Festa del Vino.

Entriamo in Fiera: l’odore di tartufo permea ogni cellula del corpo e i gioielli bianchi sono esposti in teche come diamanti. Quest’anno il prezzo si aggira attorno ai 400€ all’etto, un po’ meno per i tartufi neri, cugini meno pregiati e più rudi. L’entourage della corte è composto da tome, salami, riso, farine, olio tutti rigorosamente al tartufo, dolci alle nocciole e stand delle cantine della zona. Il tartufo è una dama da conquistare, obiettivo di agguerriti trifolau che si sfidano la notte con l’aiuto di cani fedeli.

Tartufi Bianchi d’Alba esposti alla Fiera del Tartufo

Finiamo l’ultimo pranzo tra le piazze del centro: tajarin alla salsiccia di Bra e l’ultima battuta di carne (decisamente un vizio) prima della partenza.

Siamo a pezzi..ma decisamente soddisfatti. Adoro il Nebbiolo, il Barbaresco e la battuta di Fassona. Adoro gli amici nuovi e i sorrisi dei ricordi.

Sono contenta, e ne voglio ancora.. Prima o poi ritorno, adoro il profumo di Langhe..e poi in primavera c’è Vinum!

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