Per quest’appuntamento con il progetto fotografico IDfood di Marco Varoli vi proponiamo l’intervista a Stefania Corrado: giovane Chef dall’energia contagiosa. Gustatevi la nostra chiacchierata a ritmo di Good food & Rock’n’Roll….
intervista: Gaia Bortolussi, progetto e foto: Marco Varoli
Arrivi alla cucina dopo un percorso di studi diverso, ed esperienze lavorative in altri settori, spinta da una grande passione per questo lavoro. Ora che fai la Chef che emozioni ti da cucinare?
Il mio lavoro mi emoziona in tutti i suoi aspetti, sempre. L’ho scelto spinta dalla passione e tutte le volte mi lascia addosso un’adrenalina tale che riesce a cancellare anche la stanchezza. Infatti, da quando faccio la Chef ho dimezzato le mie ore di sonno. Per quando riguarda il mio percorso è vero, sono arrivata a fare il mio lavoro dopo aver studiato altro, ma, diciamo che poi ho recuperato. Mi sono impegnata per arrivare dove sono, il passato mi è servito per capire che ciò che voglio essere. Capita che, per sopperire a ciò che viene considerato il ‘classico’ percorso da fare per diventare chef, io mi affianchi a dei miei colleghi dai quali cerco di cogliere il meglio arricchendo, così, le mie competenze. Ma, ora passerò io in cattedra, infatti, tra qualche mese avrò l’occasione d’insegnare…esperienza entusiasmante quanto quella d’imparare.

Qual è la caratteristica che contraddistingue maggiormente i tuoi piatti?
In ogni mio piatto cerco sempre un equilibrio tra i contrasti. Per farlo bisogna conoscere bene i prodotti che si usano e sfruttare tecniche diverse. Mi piace accostare le consistenze, le cotture e i gusti. Nelle mie creazioni, voglio che tre di questi aspetti si ritrovino sempre con lo scopo di dare al piatto una circolarità nel gusto. Inoltre, per me è fondamentale utilizzare ingredienti di qualità, anche nelle preparazioni più semplici.
Cucinare per gli altri pone gli Chef nella posizione d’essere giudicati di continuo. Ci vuole un carattere forte, e forse un po’ egocentrico, per fare il tuo lavoro? Tu come lo affronti?
Nel mio lavoro non vengo colpita dall’ansia da prestazione. Cucino per amore, quindi, do a ciò che faccio una connotazione sempre positiva. E poi, secondo me, nel mio lavoro non tutti ti giudicano, ma se così fosse, lo accetterei. Sono consapevole della mia posizione, perciò, non lo vivrei come un male da cui difendermi. Solitamente, chi ti giudica apertamente sono i critici, ed è un aspetto del mio lavoro che prendo con molta filosofia ritenendolo anche utile. D’altronde, la percezione dei piatti non penso sia oggettiva, anzi, sono convinta che si tratti di soggettività pura, quindi l’importante è cercare di trasmettere la propria dote in cucina lasciando che il resto sia solo un contorno. Il carattere dello Chef certamente gioca un ruolo molto importante. È ciò che fa la differenza, che permette di non farsene una malattia, altrimenti diventa controproducente e si trasforma tutto nella rincorsa di un giudizio necessariamente positivo. Così si perderebbe la bellezza del mio lavoro, che è fatto soprattutto di gioia e sperimentazione, con una necessaria dose d’azzardo che serve per mettersi alla prova e rendersi riconoscibili.
Parlaci del piatto che hai preparato…
Il piatto che presento l’ho pensato molto. È una composizione che si lega al mio background culturale, e alle mie origini, per le materie che ho utilizzato: lo scopo era quello di valorizzare i prodotti del mare con i quali sono cresciuta e il dinamismo del piatto. I colori, la freschezza e i sapori decisi di questa creazione mi identificano appieno. Con i tagliolini di ricci di mare ai ricci di mare con nero di seppia nel quale si adagia del parmigiano reggiano, una salsa aioli leggera e basilico fritto ho voluto riproporre tutti gli elementi della cucina mediterranea in chiave moderna. Ho scomposto gli ingredienti, ma, allo stesso tempo li ho incorporati tra loro, cercando di creare qualcosa di unico e con forti connotazioni dell’italianità che tanto amo. Ho volutamente marcato la mano in questo piatto per comunicare come sono: gioiosa, creativa, vivace. In poche parole, molto rock’n’roll.
Ascolti spesso musica mentre cucini?
La musica è il sottofondo di ogni cosa che faccio. E in cucina mi ispira particolarmente. Pensandoci, il mio motto potrebbe benissimo essere Good Food & Rock n’Roll, racchiude le mie passioni e mi rispecchia. Di una delle due sono riuscita a farne un lavoro, grazie alle mie doti in cucina (e per fortuna visto che non avrei mai potuto fare la cantante visto che sono stonata). Non saprei esprimere pienamente come avviene, ma, queste mie passioni si completano a vicenda e mi permettono di essere sempre me stessa. Per portare la musica più attivamente nel mio lavoro ci sarebbe un progetto a cui mi piacerebbe lavorare: creare dei piatti ispirati alle canzoni. Infatti, ci sono canzoni che secondo me hanno dei colori che si possono ritrovare in cucina, così come le stagionalità e gli stati d’animo. Inoltre, ci sono tanti aspetti emotivi che si legano sia al cibo che alla musica. Delle connessioni che troverei interessante esplorare.

Riccio più riccio
Lei cucina per amore, per questo, il suo lavoro l’emoziona sempre. La Chef Stefania Corrado a ritmo di Good Food & Rock’n’Roll esprime se stessa e trova nuovi stimoli. Nella sua cucina ricerca l’equilibrio tra contrasti e la circolarità nel gusto, tenendo sempre un filo diretto con le sue origini, metà pugliesi metà istriane. Il suo Riccio più Riccio ha lo scopo di valorizzare i prodotti del mare con i quali è cresciuta e il suo dinamismo. I colori, la freschezza e i sapori decisi di questa creazione l’identificano appieno. Con i tagliolini di ricci di mare ai ricci di mare con nero di seppia nel quale si adagia del parmigiano reggiano, una salsa aioli leggera e basilico fritto ha voluto riproporre gli elementi della cucina mediterranea in chiave moderna. Scomponendo gli ingredienti, ma, allo stesso tempo incorporandoli tra loro, ha creato qualcosa di unico e con forti connotazioni dell’italianità che tanto ama.