Francesca ha incontrato Max Plett, che ci ha preparato un risotto con cavolo nero tra una parole e l’altra.
Di Francesca De Fuoco
Max è arrivato puntualissimo. Sotto il braccio una cassetta piena di lecornie pugliesi: focacce, mozzarelle, burrate: proprio in quel momento, infatti, stava rientrando da un viaggio di lavoro a Bari e da buona forchetta quale è, non si è certo lasciato sfuggire l’occasione di portare in Friuli qualche prelibatezza del sud (soprattutto sapendo di essere a cena a casa mia: mezza pugliese doc). Ci ha trovati mentre preparavamo la cucina per lui: Andrea affettava la cipolla, io pulivo il cavolo nero. Sono iniziate così le nostre chiacchiere con Max Plet, presidente di Slow Food Friuli Venezia Giulia.
Solo tre giorni prima gli avevo scritto un sms chiedendogli se gli sarebbe piaciuto cenare assieme a noi per proporre a tutti i lettori di HonestCooking.it una tipica ricetta friulana. Solo 2 minuti dopo è arrivata la sua risposta: “Figo, ok! … Me piasi!”
Ed eccolo qui, Max. Con un bicchiere di prosecco in mano iniziamo a cucinare a e parlare un po’:
“Sin da piccolo ho capito che il mondo del cibo e del vino sarebbe stato il mio futuro. Inizialmente avrei voluto fare il cuoco. Dopo il diploma alberghiero e diversi corsi di specializzazione, quasi per caso, ho iniziato la mia collaborazione con Slow Food, fino a diventarne il presidente regionale Friuli Venezia Giulia.”
Max è la sintesi di questo mondo e la sua spontaneità, la sua energia, la sua passione e la sua disponibilità sono sempre in grado di conquistare tutti quanti.
La ricetta che ci ha cucinato è un condensato di Presìdi della nostra regione: risotto con cavolo nero, cipolla di Cavasso e della Val Cosa e Formadi Frant. Un ottimo pretesto per parlare di quelle piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, i Presìdi, ma che valorizzano territori, recuperano mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, salvano dall’estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta.
“I Presìdi coinvolgono direttamente i produttori, offrono l’assistenza per migliorare la qualità dei prodotti, facilitano scambi fra Paesi diversi e cercano nuovi sbocchi di mercato – ci spiega Max -. In Italia sono circa 200 e tutelano i prodotti più disparati. In Friuli che ne sono ben 9 – continua – e questa sera ne utilizzeremo 2 per il nostro risotto: la cipolla di Cavasso e della Val Cosa e il Formadi Frant.
E allora iniziamo a preparare la cena, mentre spizzichiamo focaccia e mozzarella fresca.


- 300 grammi di riso carnaroli
- 300 grammi di foglie di cavolo nero
- due cipolle di Cavasso e della Val Cosa
- Formadi Frant
- 1 carota
- 1 gambo di sedano
- 4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva (questo proveniva dalla Puglia)
- una noce di burro
- 1 e ½ bicchiere di vino bianco secco
- Sale
- Mondare le foglie del cavolo eliminando la parte più dura delle coste centrali. Ridurle a striscioline e stufarle in po’ d’acqua e olio. Tenere da parte il brodo di cottura.
- In una casseruola caramellare delicatamente la cipolla tritata finemente e poi aggiungere la carota il sedano e l’aglio con un cucchiaio d’olio e ½ bicchiere di vino.
- Aggiungere il riso e il cavolo
- Cuocere come un normale risotto, versando a mestoli il brodo di cottura messo da parte e il bicchiere di vino.
- Spegnere il riso al dente, irrorarlo con un filo d’olio e una noce di burro, lasciandolo riposare per 2-3 minuti prima di servire.
Il risotto è pronto e proprio in quel moneto arriva Gloria, la moglie di Max. Ci mettiamo a tavola e in assoluto, religioso, silenzio ci godiamo il piatto: Superbo!
