Oui, Paris! Oh, no, non è la Senna, è l’Arno! Cronaca di una serata a La Bottega del buon caffè, a Firenze.
Di Martina Mattioli e Massimiliano Capucci
Se una sera fossimo stati in Francia, forse, e dico forse, non avremmo passato una serata così.
Varcata la porta di quella che un tempo era una piccola bottega del pane, veniamo come catapultati sugli Champs Elysée, in una magica atmosfera parigina.
Lo Champagne di benvenuto ci porta a guardare la lista dei vini, che per stasera scegliamo “ à le verre”: riesling e pinot noir; i sauternes sono presenti e costanti nelle annate. Mentre pensiamo ai nostri piatti ecco che arriva in tavola la nostra passione, il cestino dei pani. Che bontà, che fragranza!!
Faremo probabilmente fatica a dimenticare i grissini al curry o il pane alle noci e mele, che con la sua dolcezza ci ha davvero conquistati.
Allora cosa ordinare? La Francia? No, l’Italia!
LA carta presenta piatti senza dubbio studiati, curati, sfiziosi e gustosi, ma senza l’esasperazione forse oggi troppo prepotentemente ricercata dell’innovazione e delle sperimentazioni “a tutti i costi”.
Crudo di pesce, eleganza. Tagliolini cacio, pepe e liquirizia, dall’odore inebriante..tradizione fantasiosa!
Così, già pienamente soddisfatti aspettiamo con curiosità i piatti successivi. E tra un bocconcino di schiacciata, croccantella, e un morso di friabile pane fatto con l’ormai onnipresente lievito madre, ecco che arrivano i tortelli, anzi cappelletti di baccalà con fagioli e bottarga; due sole parole: finezza decisa, anche se con quel tocco di prezzemolo che fa un po’ retrò.
La quaglia disossata ripiena di olive si scioglie in bocca; rosata al punto giusto, ben si sposa con la nota leggermente amara dei cuori di carciofo che la accompagnano.
Ed ora, com’è finita la partita?
Francia o Italia?
Italia o Francia?
Non è importante, il risultato è ottimo.
La Bottega del buon caffè.
Cercavamo calore, cercavamo il bello e il buono, ed hanno vinto loro!
La Bottega del buon caffè
via Pacinotti, FIRENZE