Un dentro e un fuori che accoglie e lascia liberi: questo è la cucina di Aurora Mazzucchelli.
Di Blue Gavioli

Fuori dalla città, lungo la strada che anticipa l’Appennino Tosco-Emiliano, oltre un paesaggio dove si mescolano colori e suoni, dove regnano silenzio e pace e la natura imperante padroneggia sull’uomo annientando il nostro Io e facendoci cadere nelle braccia del sublime, c’è Aurora Mazzucchelli, chef del Ristorante Marconi.
Bolognese con la B maiuscola, classe 73’, il destino di Aurora era già scritto dal tempo in cui i genitori aprirono la trattoria nel 1983. Nel suo futuro c’era già quel sapore di piatti profumati, freschi e innovatori, nel suo destino già palpitava il sentimento della cucina, anche se ancora non ne era consapevole. Fu la scelta coraggiosa, il cambio di marcia e l’inversione di tendenza a determinare la fortuna del ristorante Marconi che, nel 2000, svecchiò i cliché della cucina tradizionale, dando uno slancio verso l’alto alla cucina bolognese. Un anno importante che vide molti cambiamenti e influenzò diverse discipline, dall’arte contemporanea alla letteratura, dal design all’architettura fino ad arrivare alla gastronomia. Così, l’inizio del XXI secolo ha dato il “LA” a una rivoluzione silenziosa e sotterranea, si sono ri-scritti linguaggi, rotti i tabù, evaso le carceri dell’inespressione contro lo scandire delle regole, gli obbligo morali della tradizione e il vecchio galateo che imponeva un ordine. L’anno zero, nell’arte, ha aperto le porte alla femminilizzazione, facendo crollare i pregiudizi di genere e mettendo la donna in una posizione importante, conquistata duramente. Nella cucina si è verificato lo stesso fenomeno, demolendo l’immagine della donna “angelo del focolare” ed elevandola a più alti gradini. È proprio partendo da qui che la Mazzucchelli, è riuscita a sconvolgere un ristorante che rispettava i canoni convenzionali della trattoria di periferia a favore di una proposta più moderna e appassionante. La Mazzucchelli è stata in grado di fare una rivoluzione cosciente, mettendo in gioco se stessa. Saper avanzare è scardinare i sistemi e re-inventarli, mettersi in discussione ogni giorno per arrivare a costruire una nuova torre sulla quale salire.
Aurora è uno chef che osserva, sperimenta, assaggia, custodisce, si confronta, dialoga, soffre unitamente ai suoi piatti, che, nel corso degli anni sono diventati sempre più eleganti e raffinati nel gusto. È una chef comandata da quell’amore viscerale che alimenta la passione, da quel fuoco che genera genialità, da quel calore interiore che diventa il new leitmotiv dei suoi menu.
La Mazzucchelli è fedele ai suoi piatti, il concetto di interiorità e di racchiuso, di passione e amore trapelano perfettamente nel suo modo di essere così come nella sua cucina che è un modo di donare e donarsi, un pegno di generosità, un mezzo che misura la capacità di offrire e offrirsi totalmente agli altri, creando un legame tra interno che contiene ed esterno che comprende. Non a caso il suo piatto dell’amore è il Raviolo di Parmigiano, fiori di lavanda e mandorle tritate. Qui, tutto parte della parte sinistra del nostro corpo, quella che pulsa, quella che da un senso alla vita rinviando al senso materno, al suo rinchiudersi al mondo per poi aprirsi allo stesso con amorevolezza ed energia, quell’energia necessaria a contenere un sentimento. In questo Raviolo tanto emiliano, stanno imprigionate le emozioni che esplodono nel momento in cui, affondando i denti, si spacca avidamente la pasta fresca facendo fuoriuscire la crema di parmigiano che lentamente implode in bocca. Una rêverie obbligata, un’istanza onirica, un’invasione della lavanda che risveglia il sonno della ragione e ripulisce dai pensieri lussuoriosi provocati dall’unione della pasta e del suo ripieno. Se per Seneca: “L’interiorità è l’unico luogo dove gli uomini possono sottrarsi anche agli avvenimenti esterni negativi”, allora per Mazzucchelli questa interiorità diventa il consumo lento e profondo dell’amore, toccando le vette più alte del desiderio per, poi, calarsi in un caldo abbraccio e in un’attesa maternità. “L’attimo prima” prepara la strada all’ultimo atto che completa il desiderio di vita. La mandorla, posta come piccoli puntini grattuggiati a ricordare un’opera di Yayoi Kusama composta di minuscoli frammenti di desiderio o attimi finali di un’azione che preannuncia un amplesso.
Lo spazio del piatto di Aurora Mazzucchelli, è l’accoglienza nei luoghi della libertà gustativa. Ci accetta riaprendo le porte delle sensazioni, dentro cui non siamo più stranieri. La sua cucina è apertura. Apertura che spalanca con i sapori le dimore sbarrate dentro di noi. La cucina di Aurora Mazzucchelli cura le ferite esistenziali portando sul piatto un Raviolo che sa di calore materno.

Il Raviolo di Parmigiano, profumo di lavanda e mandorla non è solo un luogo di maternità cosmologica ma anche un’anima partoriente con un dentro e un fuori che accoglie e lascia liberi.
Ristorante Marconi
Via Porrettana 291
40037 Sasso Marconi (BO)
Tel. +39 051 846216