L’aperitivo dei campioni: Caipirinha “de primera”, tropical-style

Un tuffo nell’estate? Oggi vi facciamo bere assieme a Francesca: ecco a voi la Caipirinha “de primera”.
Di Francesca Vittorelli

La Caipirinha è un fresco ed estivo drink che la cultura europea ha adottato con calore e benevolenza dal festoso popolo brasiliano, che si conquista così copiosa stima per il solo fatto di essersela inventata. (Doveroso precisare che la rotondità prominente della “C” maiuscola è, ovviamente, eredità genetica del Pais Tropical da cui proviene e per niente frutto di una personale manifestazione di affetto. Motivo per cui la chiameremo “Caipi”)Pochi sanno ricondurne il nome, una sfiziosa curiosità: caipirinha è il diminutivo di caipira, aggettivo che si associa agli abitanti delle zone rurali del Brasile. Abbiniamola a una bella grigliata di carne!

Oltre ad essere simbolo di onesta cultura contadina ed eccezionalmente buona, la Caipi è anche assai facile da preparare.

Gli strumenti necessari per preparare una ottima Caipi sono:

–          Un pestello: suggerisco di procurarsene uno in legno, non tanto per questioni culinarie legate al gusto (comunque vere) quanto più per evitare, durante la lavorazione del lime, di volersi tagliare le orecchie a causa di molesti stridori;

–          Un bicchiere tipo “old fashioned”: è importante precisarne il tipo perché la forma aiuta le procedure di pestaggio, evitando di frantumare vetri o slogare polsi;

–          Un cucchiaino: FONDAMENTALE tocco brasileiro. La Caipi non si mescola (e non si beve) con quelle orrende cannuccette nere da discoteca;

–          Un secchiello del ghiaccio: pieno (si finisce sempre col prepararsene una seconda).

Gli ingredienti necessari per gustare una ottima Caipi sono:

–          Ghiaccio: in abbondanza. La fissazione di tritarlo e tipicamente italiana: per vezzo, al massimo, lo si può spaccare con il pestello stesso, un colpo secco basterà;

–          Lime: tre quarti per ogni Caipi, tagliato a pezzetti;

–          Zucchero: perfetto di ogni tipo, colore e qualità. L’importante è che sia dolce (!) e RAFFINATO, altrimenti si correrà il rischio di sentirlo tutto sul fondo del bicchiere con il cucchiaino mentre si mescola il drink (gesto irrinunciabilmente chic). Proprio come succede in spiaggia, quando si fanno i ricciolini con i piedi nella sabbia;

–          Cachaça, conosciuta anche come Pinga: liquore ottenuto dalla distillazione del succo di canna da zucchero. È importantissimo che sia di buona qualità, altrimenti la Caipi farà schifo. Suggerita la qualità dorata. Se non si riuscisse a reperire la Velho Barreiro o la Nega Fulo (le migliori in commercio) allora sarebbe bene ripiegare con del MomentAct per il giorno dopo.

Preparazione: È saggio preparare la Caipi direttamente nel bicchiere in cui verrà bevuta: in questo modo le dosi saranno più precise, l’attenzione nella preparazione maggiore. Dopo aver tagliato un lime a pezzetti, versarne 3/4 nel bicchiere e aggiungere due cucchiaini di zucchero belli pieni. A questo punto, la parte più divertente, recuperare il pestello e pestare, avendo cura di farlo con entusiasmo, senza paura di sacrificare il bicchiere: per un’esecuzione secondo la regola dell’arte i pezzi di lime dovranno essere ben spolpati e lo zucchero completamente sciolto nel succo (ecco perché è meglio servirsi di zucchero molto fino). Entra ora in scena la protagonista della bevanda, ovvero la Cachaça: aggiungerla pura al pestato appena preparato, fino ad avere finalmente il bicchiere mezzo pieno. Solo adesso è il momento del ghiaccio: dovrà colmare il bicchiere. Piccola nota informativa: prima il liquore, poi il ghiaccio. Il professionista delle spiagge tropicali non conta “Milleuno-Milledue-Milletre” mentre versa l’alcol, ma semplicemente lo guarda scendere per fermarsi al livello giusto, cosa che la presenza del ghiaccio stesso impedirebbe di fare.

La vostra Caipi è dunque bella e pronta: non vi resta che sfoderare il cucchiaino e mescolarla con charme, come foste a Ipanema. Solo provandola si capisce perché i brasiliani la bevano di sabato e dormano di domenica (generalmente tutta la domenica).

E ricordiamo: mai bene per stare meglio, bere solo per stare ancora meglio!

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