L’Aperitivo italiano: riscopriamo un orgoglio made in Italy

Riscopriamo l’Aperitivo italiano: Stefano ci racconta una bella serata nel vicentino che va verso queste direzione.
Di Stefano Jallad

“L’Americano xe(è) fatto in Italy”: così i ragazzi di Enjoy Artigiani del bere di Vicenza, hanno deciso di intitolare, in collaborazione con il Pullman Bar, una piacevolissima e raffinata serata, centrata sull’aperitivo all’italiana.

Una location molto curata, in ogni dettaglio, per ricreare una situazione dai toni soffusi ma molto caldi e accoglienti. Questa è stata la cornice di una serata, che permettetemi di dire, mancava da tempo nella nostra realtà vicentina.

Giacomo, Nicola e Claudio hanno voluto dimostrarci , una volta di più, quanto l’Italia sia sinonimo di qualità, anche nel mondo dei cocktails e, in questo caso, nelle nostre eccellenze : i vini e la liquoristica .

Al giorno d’ oggi, purtroppo, l’aperitivo è vissuto come un momento dove , nella maggior parte dei casi, l’ importante è esagerare e dove quindi spesso troviamo bibitoni, preparati senza cognizione di causa e conditi da buffet che sostituiscono la cena.

I nostri artigiani del bere hanno voluto farci rivivere appieno ciò che l’aperitivo fosse in Italia in passato, un’idea che si accosta molto di più a qualcosa di elegante e curato, dove la cosa fondamentale non è la quantità, bensì la qualità e il servizio.

Ma che cos’è l’Aperitivo?

Questa è, forse, la domanda più importante, che senza dilungarmi troppo in cenni storici, mi piace delineare così:

Un concetto di eccellenza Italiano, dove i nostri cavalli di battaglia, ossia il vermouth e i bitters si incontrano assieme alle persone, per stuzzicare i palati e preparare i nostri organismi , attraverso “l’ inganno”,  a quella che poi sarà la cena.

Vi chiederete cosa sia mai questo “inganno”, che non è altro che l’effetto che i gusti dolciastri e amaricanti degli aperitivi inducono al nostro stomaco, stimolandolo a produrre enzimi atti alla digestione. Da qui, spesso, si avverte quella sensazione di acquolina alla bocca, ad esempio, dopo un buon Americano.

La serata parte con il MiTO, il padre dell’aperitivo, l’unione di Milano e Torino, il matrimonio tra il Vermouth torinese ottenuto dalle splendide uve moscate piemontesi, e la tradizione amaricante degli infusi bitter di Campari. Il MiTo viene preparato con sapienza, dalle mani di Giacomo e Nicola che uniscono Carpano classico a Campari raffreddandoli assieme , per poi servirli su un’ elegante coppetta senza ghiaccio . Già qui troviamo le prime differenze, il concetto di quantità, meno ma meglio. Cerchiamo di ricordarci che l’Aperitivo deve essere un momento “stuzzicante” per il palato e non una “gara di endurance” !

Assieme a questo primo assaggio, la giovane ma capace brigata di cucina del Pullman Bar, capitanata da Giulio, ci serve una crocchetta di trota e sedano, davvero delicata e appetitosa.

Segue il Basilicano, una rivisitazione dell’Americano classico, che prende questo nome dal dialetto piemontese “Vin Amaricà” ( vino reso amaro ) con aggiunta di un’infusione home-made di basilico ( altro prodotto tipico Italiano ) .

Stessi ingredienti del MiTo, ma la differenza da quest’ultimo è che ci viene servito con ghiaccio, che è la componente fondamentale per la sua diluizione. Oggi conosciamo come elemento fondamentale anche il Seltz all’interno della ricetta, ma è bene sapere che una corretta diluizione durante la preparazione (tecnica stir) ci permette di gustare un ottimo Aperitivo senza aggiunta di acqua. A completare un drink perfetto, non possono mancare i profumi di arancia, che esplodono dai twist di scorze e che sprigionano tutti gli olii essenziali del frutto . Una vera e propria gioia per i sensi.

Quale abbinamento migliore a questi profumi mediterranei, se non una semplice bruschettina di pomodori e acciuga ?

Gli ospiti della serata ascoltano rapiti i racconti di Giacomo Diamante, che ci introduce agli ultimi due drink della serata. Il penultimo è un’altra variazione di Americano, questa volta prodotto utilizzando L’Americano COCCHI forse più avvezzo ai palati americani e più beverino sempre dalla contrazione del vin amarica’ piemontese. Dalla cucina escono dei finger food che rapiscono occhi e palato, un’ insalatina di pollo, bergamotto e mandorle, presentata con delicatezza e cura, un tutt’uno con l’atmosfera.

La serata si conclude con “sua maestà il Negroni” drink storico ma molto contemporaneo, che nasce nei primi del ‘900 a Firenze sul suggerimento del Conte Negroni, un bevitore incallito e amante della bella vita, che chiese al suo barman di fiducia, Fosco Scarselli, di fortificare l’allora attuale americano, con Gin al posto di Seltz.

Il Negroni, viene considerato oggi una bomba di alcol per molti, ed ha perso tutto il fascino che rappresenta con la sua storia, ma possiamo considerarlo senz’altro un’istituzione per l’aperitivo all’italiana. Il segreto di questo drink, sta nel fatto che deve risultare poco alcolico, e sta alla sapienza del barman riuscire a combinare i 3 elementi fondamentali della ricetta, (vermouth-bitter-gin ) rispettando le gradazioni alcoliche dei prodotti e la loro corretta diluizione .

Bere Negroni significa bere sostenuto e non alcolico, come il cibo che dovremmo “stuzzicare” durante l’aperitivo dovrebbe lasciarci il “desiderio” di recarci a cena, e non di riempirci lo stomaco.

La bravura degli Artigiani della Scuola Enjoy ci ha dato una dimostrazione, ieri sera, di come il segreto del successo stia nel riuscire a vendere, non una ricetta, bensì un’esperienza con la propria firma.

Un concetto fondamentale che si è perso, soprattutto all’interno del momento simbolo italiano, l’aperitivo, che rimarrà sempre un’eccellenza, che tutto il mondo ci invidia .

Enjoy Artigiani del Bere : Giacomo Diamante, Nicola Scarso , Claudio Lupica

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