Lèggere sano con il Manuale di cucina sentimentale

Marco ci presenta Manuale di cucina sentimentale, opera prima della food writer Martina Liverani. Una storia di amicizie, amore, sentimenti al tempo dei nuovi fanatici di tutto ciò che è cucina.
Di Marco Torcasio

<<Gli uomini passano, le amiche restano, i peperoni ritornano>>

Non c’è bisogno di essere degli ottimi osservatori per accorgersi del dilagare, sfacciato e ridondate, di titoli che ammiccano al pianeta cucina o ad esso dichiaratamente votati.
Altresì non è facile destreggiarsi tra gli scaffali ormai saturi di ricettari più o meno futili, ma a volte capita che la cucina diventi gustoso pretesto per raccontare storie che, grazie all’ambientazione domestico-gastronomica, respirano aria nuova. E’ questo il caso del Manuale di cucina sentimentale, edito da Baldini & Castoldi, opera prima della food writer Martina Liverani. Dalla sua esperienza di scrittura sul mondo femminile, contaminata da qualche stereotipo figlio dell’emancipazionismo tanto moderno quanto stantio, e sulla cultura enogastronomica è venuta fuori una storia sui cosiddetti ‘gastrofissati’ in questi anni di ‘cibocrazia’.
Non è un libro di ricette, nemmeno un manuale di economia domestica, è una storia di amicizie, amore, sentimenti al tempo dei nuovi fanatici di tutto ciò che è cucina.
Frutto di uno schema che per vincere facile strizza un po’ troppo l’occhio alla formula Sex & the City, questo Manuale ha per protagoniste tre ragazze (Tessa, Agata e Cecilia) poco più che trentenni, molto diverse tra loro, ognuna con le proprie ossessioni e passioni.
C’è la foodblogger qualunque: di giorno imprigionata nel corpo di un avvocato, di notte scrive sul blog, dilapida il suo patrimonio comprando inutili accessori da cucina, cita Pellegrino Artusi e si  sveglia all’alba per marinare la carne, far lievitare focacce, chattare con altri fanatici come lei.
C’è la regina del cibo consolatorio e delle diete fai da te: ogni settimana sperimenta un nuovo regime alimentare, frequenta solo insegne che contengano la parola “Bakery”, ma non sa cucinare.
C’è la bio-donna: il rapporto più duraturo e significativo è quello con il suo panetto di pasta madre, parla come un libro stampato di Slow Food e tutto quello che dice è buono, pulito e giusto.
Nel complesso è un libro che si apprezza per l’arguzia con cui propone tematiche attualissime come il cibo al centro delle relazioni interpersonali più profonde, come la tavola metafora di socializzazione e primordiale esempio di social network, come le speranze di una generazione che cerca di farcela nonostante gli scenari sconfortanti.

L’autrice incontrerà il pubblico sabato, 5 Ottobre, presso la libreria Il Mio Libro di Cristina di Canio in Via Sannio 18, a Milano.
Interverranno Sara Porro (la Food blogger), Alessia Castelletti (la Sommelier), Manuel Marcuccio (Il Vegetariano), Maria Dolores Bracci (la Sessuoterapeuta). Modera il giornalista Simone Zeni.

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