Dorina ha partecipato alla conferenza stampa del Lume che si è tenuta martedì 14 giugno a Milano e ci racconta la nuova avventura di Luigi Taglienti.
Scritto da Dorina Palombi
Entrare nel nuovo ristorante di Luigi Taglienti equivale a lasciarsi investire dalla luce e perdere il senso del tempo.
Lume.
Così si chiama il nuovo progetto dello chef di Savona nato in collaborazione con MB America, e racconta già dal nome una storia ben radicata nel passato.
Monica Melotti, l’architetto che ha reinterpretato gli spazi dell’ex fabbrica di porcellane Richard Ginori, ha espresso la volontà di mantenere e riportare a nuovo splendore la leggenda di questa location: niente colpi di spugna ma una riga delicata che sottolinea invece di cancellare, leitmotiv del progetto di archeologia industriale che la vede protagonista con W37 a Milano
Il passato, insomma, come stimolo e punto di partenza.
Passato che è memoria, che è tradizione.
Passato che ritorna ma con la consapevolezza di oggi.
Tutto questo appare evidente appena varcata la soglia del Lume.
Un ambiente pulito, essenziale, accogliente; una location esclusiva che prevede 40 posti a sedere divisi in due sale che come ali si dipanano da un corpo centrale che è la cucina a vista.
Ad accogliere il cliente la sofficità di lunghe tovaglie candide, giardini quasi strappati ai sogni, ricami che sembrano uscire dal baule della nonna e celano in un seducente gioco di vedo/non vedo lo spazio di lavoro della brigata di Taglienti.
La proposta gastronomica del Lume parte da alcuni signature dishes dello chef ligure -il Bianco e Nero di seppia o l’Ossobuco alla Taglienti- per arrivare ad un nuovo concetto di cucina che prevede pulizia ed essenzialità.
La tecnica e lo studio sono un tramite, un viaggio per arrivare ad un risultato che tutti possono apprezzare ma senza virtuosismi e ostentazione.
La cucina è fatta di sapori riconducibili a un ricordo, a un luogo. È fatta di manualità, divertimento, semplicità, naturalezza.
Cosa si mangerà quindi al Lume?
Un menù à la carte e due menù degustazione.
Il menù seguirà i cicli della natura, le minime variazioni stagionali, parlerà di microclimi e racconterà piccole esperienze artigianali e agricole, quasi individuali.
Questo si tradurrà in ricette sempre diverse che cambiano – specie nella parte vegetale – in accordo con quanto di meglio la natura offre. E’ una cucina stagionale in senso “olistico”: si rispetterà il ciclo naturale sia per i vegetali che per la carne, i latticini e il pesce. Anche la creatività ne beneficerà a vantaggio di una naturalezza complessiva nel piatto che diventerà nota distintiva.
Tutto questo passato però si fonde con la modernità di un servizio accurato e minuzioso.
Marco Bruzzi, fondatore e Chief Executive Officer di MB America afferma che il progetto del ristorante LUME, inserito all’interno di W37, nasce dal costante impegno di MB America nel fornire servizi completi e non solo immobili. L’obiettivo è, infatti, quello di soddisfare le esigenze degli ospiti delle proprietà gestite e le aspettative dei clienti, fornendo loro un valore d’eccezione.
Non ci resta che prenotare e godere della semplicità elegante di questo nuovo indirizzo in una Milano gourmet sempre più decentralizzata e attenta ai veri piaceri della vita.