Kalle Bergman ha trascorso tre giorni presso l’iconico Marbella Club e, come previsto, se n’è innamorato.
Di Kalle Bergman

Se siete tra quelli che amano la recente ondata di hotel un po’ fricchettoni dove si dorme in sfere rosse a testa in giù potete pure uscire da questa pagina e leggere un altro dei nostri articoli. Se però apprezzate ancora le virtù “classiche” di alcuni hotel di lusso, beh, non potevate trovarvi in posto migliore di questo.
Marbella è quasi all’estremità meridionale della Spagna. Una volta, come molti splendidi luoghi, altro non era che un villaggio di pescatori, conosciuto e frequentato da pochi. Ora è una delle località più esclusive tra quelle presenti tra Malaga e Gibilterra, ovvero quel tratto conosciuto come Costa del Sol.
Quando si parla di Marbella si finisce sempre per parlare del Marbella Club. La leggenda nata attorno a questa città, legata a personalità di dinastie reali e celebrità che vi hanno folleggiato durante gli anni ’50, ’60 e ’70 è totalmente intrecciata a quella del suo famoso Club. Si può ben dire che le due storie non solo vanno di pari passo: Marbella e il Marbella Club sono la stessa cosa.
Ma andiamo con ordine … E’ la primavera del 1947 quando il Principe tedesco Alfonso von Hohenlohe arriva a Marbella per la prima volta. In realtà era in visita dal padre, il Principe Max Von Hohenlohe, che era già stato a Marbella l’anno precedente ed era intenzionato ad acquistare un terreno da queste parti per avere a disposizione un luogo relativamente vicino per allontanarsi dal caos e dalla vita madrilena quando lo avesse desiderato. Il figlio Alfonso, giunto dal padre, si imbattè nella periferia di Marbella ed ebbe l’idea di costruire un rifugio elegante ed informale per sé e i suoi amici del jet set internazionale, là di fronte al Mediterraneo. Passarono alcuni anni, ma nel 1954 il Merbella Club aprì le porte al pubblico per la prima volta.

Alfonso arriva al Marbella Club su un asino

La storia del successo del Malaga Club inizia in modo piuttosto singolare: Il Club è stato per lungo tempo l’unico luogo della località in cui fosse presente il telefono. Capitava così che i villeggianti dovessero fermarvisi per telefonare a Madrid o in tutta Europa. A noi può sembrare impossibile, ma dato che in Andalusia all’epoca passavano solo due linee telefoniche, capitava non di rado di dover attendere tre o quattro ore per prendere la linea. Ora in questo tempo bisognava passarlo: con un tè, un caffè, un sandwich, una partita di tennis? Spesso anche dormendo al Club, passandovi la notte. Il Principe Alfonso si curò di far andare avanti i lavori e ben presto il telefono non fu più la sola attrazione del Club. Insieme al cugino Rudolf Graf von Schönburg, il quale, noto come Conte Rudi, era famoso per il suo fascino, il Principe continuò ad investire nella reputazione del Marbella Club e lo fece diventare uno dei must per il Jet Set europeo. Fare la lista degli ospiti di quegli anni diventerebbe un puro esercizio: attori, industriali, nobili e musicisti hanno spesso trovato qui il loro luogo ideale.



A quasi sessant’anni dalla sua apertura il Marbella è ancora sinonimo di eleganza e si erge come un faro di sfarzo rilassato e informale, in uno stile che si distingue dagli spesso sovraffollati luoghi della Costa del Sol. Tutt’oggi alcune celebrità internazionali passeggiano nei suoi giardini, lontani da occhi indiscreti.
E le parola d’ordine del Marbella Club sono infatti discrezione ed eleganza: stiamo parlando di un tipo di servizio slegato dai canoni contemporanei, di camerieri di gran classe, di un ambiente d’altri tempi. Ma lo dobbiamo precisare: non vi si respira un’aria vecchia, antiquata e obsoleta. Tutt’altro. Se pensate ad una realtà dal grande fascino che come molte mete è stata trasformata in un “museo”, vi sbagliate. Il Marbella Club si presenta come una bolla, un’oasi in cui sembra che alcune virtù dimenticate dallo spesso approssimativo e scomposto mondo d’oggi siano rimaste intatte per essere trasmesse alle nuove generazioni.
Detto questo precisiamo una cosa: il Marbella Club non è a buon mercato. Si tratta di “lusso classico” o no? E anche i prezzi sono classici! Le tariffe ufficiali vanno dai 300-500 Euro a notte per una camera doppia standard, ai 350-750 Euro per una doppia executive. E non è finita: se volete il massimo, ovvero una all-in suite, calcolate pure almeno 1000 Euro.

Ciò che otterrete per queste cifre mirabolanti è una delle migliori posizioni in Europa e un ambiente molto romantico. Situato a destra della Golden Mile di Marbella, il club è un resort che non avrete bisogno di lasciare durante una permanenza di tre o quattro giorni. Non è un ordinato resort moderno, bensì un labirinto intimo che si dispiega misterioso in giardini, ristoranti, vicoli, piscine e gazebi. L’atmosfera è rilassante e serena come non mai, perciò se dopo pochi secondi non vi sentite perfettamente a vostro agio significa che avete dei seri problemi di stress.


So cosa state pensando: e il cibo? Il Marbella Club offre diverse opzioni per mangiare, ed ognuna ha il suo carattere distintivo, dalle più tradizionali alle più moderne. Eccole qui sotto.
The Grill – ovvero il ristorante principale del club. Presenta un menu classico, formato da piatti della più tradizionale cucina francese. Stiamo parlando di un ambiente in cui alcuni seriosi sommelier degustano vino e camerieri compostissimi servono il cibo in vassoi con campane di vetro. Si tratta di una cucina che non è di certo uscita da un “Cuisine Cookbook” contemporaneo. Se siete abbastanza aggiornati sulle ultime tendenze in atto nel mondo della cucina forse troverete tutto questo un po’ sorpassato e anacronistico, ma resta il fatto che è uno dei ristoranti d’hotel che hanno più successo in Europa e che se non volete andarci per il cibo merita sicuramente una visita per l’atmosfera. E’ al completo ogni sera dell’anno ed è uno dei più bei ristoranti estivi (poi si trasferisce all’interno) in cui io abbia avuto la fortuna di cenare. Il vento leggero e le innumerevoli candele accese ovunque sugli alberi e sui tavoli. Diciamolo pure: se siete con il vostro partner sarà difficile non fare o accettare una proposta di matrimonio! Se poi al tavolo accanto al vostro dovesse cenare qualche celebrità potreste senz’altro sentirvi lusingati di aver fatto parte di una minima parte della gloriosa storia del luogo.

Al Grill viene servita anche la “Champagne Breakfast”. Essendo io un amante di questo genere di colazione le mie aspettative erano molto alte. Il Marbella Club non mi ha deluso affatto: frutta freschissima e abbondante, frutti di bosco, dolci, yogurt e condimenti vengono serviti assieme ad una frittata preparata e presentata nel migliore dei modi. E sia chiaro: dato che c’è scritto “Champagne Breakfast” qui servono champagne, nella fattispecie un ottimo Pol Roger, non come quei posti in cui servono un qualche vino spagnolo. Non ho nulla contro il vino spagnolo, ma se scrivi “Champagne Breakfast” e poi servi dell’altro dovresti andare in prigione.

MC Cafè
Questo caffè chic, situato sul retro dell’edificio principale del resort serve un fresco e vivace menù in perfetto stile bistrot, sia per pranzo che per cena. Rappresenta probabilmente lo sguardo verso il futuro del Marbella Club, ed è la prova lampante che qui non si vuole rimanere fermi ai fasti del passato. Il Café MC potrebbe trovarsi in qualsiasi grande città europea. Il menu è quello di un bistrot-café anche nei prezzi: lo compongono piatti come l’insalata nizzarda, il tonno scottato, uno dei Fish and Chips migliori che abbia mai mangiato, club sandwich e hamburger. Il tutto è fresco e presentato con buon gusto. Una delle cose più curiose e positive è che vi troverete a mangiare in un ambiente vario e divertente, composto da famiglie, giovani metropolitani e coppie di anziani palesemente ricchissimi.

Beach Club
Il pranzo a buffet del Club è leggendario. Viene servito da tempo immemorabile presso il Beach Club ed è diventato quasi sinonimo del club stesso. Ogni giorno, per tutta l’estate, lo Chef propone un ricchissimo buffet a base di pesce, salumi, frutta, insalate e dessert. Grazie al consiglio di un assiduo frequentatore del Club mi sono concentrato sulla parte di frutti di mare, da cui si possono scegliere aragoste e scampi a volontà, lasciando che i camerieri li servano al tavolo. Aggiungeteci un po’ di Pata Negra della migliore qualità e potrete capire come un giornalista di cucina si possa sentire in paradiso.
Quest’inverno, per la prima volta, il buffet sarà servito solo la domenica. Durante il resto della settimana sarà sostituito da un menù à la carte più accessibile e più leggero, sempre da gustare a bordo piscina. Ad alcuni dei clienti abituali forse potrebbe sembrare un segno che i bei tempi andati sono finiti, ma io non la metterei in questo modo. Il moderno viaggiatore, anche di fascia alta, potrebbe trovare assurdo il fatto di essere costretto a mangiare ad un buffet di proporzioni immense tutti i giorni della settimana (anche se delizioso). Il menù ruota attorno alla tradizione spagnola con una vena di pesce e verdure freschi. E’ dunque possibile scegliere se prendere un gazpacho o se esagerare concedendosi abbondanti grigliate di carne e pesce.

MC Beach
Al Chiringuito Beach MC, il Marbella Club ha creato un’alternativa validissima per coloro che preferiscono un ambiente più rilassato. MC Beach è una sorta di mix tra un’attitudine più giovane e globalizzato e il lusso più old style del Marbella e attira un‘elegante folla di trentenni. Viene proposta la tipica cucina chiringuito (pesce fritto o alla griglia e insalate) con qualche variante firmata Marbella Club. L’MC Beach non è aperto durante la stagione invernale, ma sta diventando popolarissimo per le folle estive. E’ ormai una parte imprescindibile dell’esperienza Club Marbella.
Champagne Room
Questo spazio è stato aperto di recente, ristrutturando il primo cocktail bar del Club. Un luogo art deco, con una moderna e varia selezione di champagne e tapas; questa sala è un altro segno dei tempi che cambiano e anche se non ho fatto a tempo a frequentarla durante la mia permanenza perché non era ancora pronta, ho avuto modo di vedere l’avanzamento dei lavori. Ora dev’essere uno spazio incantevole e informale, impreziosito dal menu di tapas curato dallo Chef Juan Gàlvez.
Il Marbella Club, in sintesi, non è un luogo in cui avventurarsi se si desidera provare le ultimissime tendenze in ambito enogastronomico, ma è un microcosmo in cui staccare il cervello, fare una pausa e godere dello stile un po’ retrò, di quel retrogusto perduto altrove e che qui si può ancora trovare nella sua autenticità. Per me rappresenta un’eccitante miscela di storia del costume e futuro prossimo, forse con uno sguardo appena nostalgico al tempo in cui Brigitte Bardot vi entrava per party irripetibili. Il Club non si è tuttavia chiuso in se stesso e sa strizzare l’occhiolino ai nuovi orizzonti e alle nuove sfide che i nostri tempi impongono: solo si fa tutto questo con addosso splendidi guanti di velluto. L’approccio è sicuramente vincente e mi ha convinto totalmente.