Mare Sostenibile – La sostenibilità è ovunque

La sostenibilità è ovunque, ci dicono gli amici di ConsuMare Giusto. Cosa intenderanno?
Di Daniele Tibi


Me la vedo come una sfida che, noi uomini e donne di questo tempo, abbiamo di fronte.
Il tutto sta nell’accettarla o meno.
La prima cosa che mi viene in mente è pensare che accettarla sia una fatica.

Adesso, mi dico, dovrò stare attento a dove butto la plastica e il tetrapak, dovrò usare l’auto con parsimonia, mi dovrò occupare di come vengono fatti i telefonini e i tablet, … non bastavano le scarpe da ginnastica… e via dicendo. Sembra che abbiamo lasciato un mondo spensierato dove tutto era facile: noi sai dove buttare una batteria, semplice… gettala in mare, e chissenefrega! No, ora devo chiamare enti, informarmi, portarla qui o là.
Purtroppo l’educazione che molti hanno ricevuto negli anni 70-80 (e oltre…) aveva uno stampo di insostenibilità e ora questo è abbastanza chiaro, rimangono solo le persone che non vogliono vederla a non vederla.
Ma la sostenibilità non è solo quella ambientale. Abbiamo scoperto, pagando un caro prezzo, che può essere anche economica, sociale, tecnologica.
Insomma, torno all’inizio e dico: la sostenibilità è ovunque.

Mi sembra di essere Al Pacino in “Ogni Maledetta Domenica“, quando nello spogliatoio dice ai suoi giocatori che i centimetri per vincere la partita di football sono ovunque attorno a loro. E che in ogni momento possono conquistare quei centimetri.

Così noi. La sostenibilità è talmente parte della nostra vita, che in ogni azione possiamo trovarla e accoglierla o rinunciarci.

Accettarla che significa? Secondo me significa rigettare molto di ciò che abbiamo imparato, tenendo (o nel caso, imparando di nuovo) ciò che è invece allineato alle forze della natura. Imparando ed esprimendo questi nuovi elementi, riusciremo a fare ciò che oggi sembra (a volte impossibile) impossibile, e cioè “essere leggeri” nei confronti dell’ambiente, delle altre persone, della distribuzione del denaro ecc… e vivere in armonia con il pianeta e tutti i suoi abitanti (tutti).
Direi che è necessario anche essere integrati con tali forze, puntando a conservare in salute il mondo in cui viviamo, … come dire… proprio come se fosse l’unico che abbiamo.
In fondo l’obiettivo non è poi così proibitivo. Gli ecosistemi, infatti, sanno naturalmente essere in equilibrio gli uni con gli altri, noi non dobbiamo far altro stare in equilibrio con essi.
E tutto andrà bene.

A Torino, ricominciano, a tal proposito, le cene di sostenibilità. La prossima sarà il 28 febbraio e continueranno con una al mese fino a Giugno.

Ringrazio per la collaborazione Associazione QuBì e i partner Verdessenza e Torino by Gnam insieme ai Foodblogger che sostengono l’iniziativa.

Saranno cene dove cercheremo di parlare, in modo leggero, di assaggiare il gusto, a piene papille e di goderci il bello della sostenibilità.
Per far si che non sia una fatica, ma un piacere.
Per pensare che siamo in tanti a sostenerla e non da soli.
Per raccogliere entusiasmo e denaro per continuare a studiare, lavorare e reggere la sfida della sostenibilità.

Vi lascio con una poesia di Olaf Skarsholt e vi aspetto a Torino, in attesa di incontrarvi anche altrove (speriamo!).

Se la Terra avesse un diametro di poco più di un metro
e galleggiasse a poca distanza dal suolo
sopra un campo qualsiasi,
la gente verrebbe da tutto il mondo
per ammirare le sue grandi e piccole piscine d’acqua
e le zolle di terra emergenti dalle acque.
La gente si stupirebbe
del sottilissimo strato di gas attorno alla palla
e delle minuscole particelle d’acqua in sospensione nel gas;
si meraviglierebbe di tutte le creature
sulla superficie e nelle acque.
E la palla sarebbe considerata preziosa perché unica
e verrebbe protetta perché non si rovini.
Sarebbe la più grande meraviglia conosciuta,
fonte di ispirazione, saggezza e bellezza.
La gente l’amerebbe e la difenderebbe con la propria vita,
sentendo che non avrebbe più significato
senza la sua esistenza.
Se la Terra fosse grande solo poco più di un metro…

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