Martini Dry? Ce lo racconta Lara, per prepararci al capodanno. Lo fa ricordandoci qualche massima insuperabile sul Martini!
Di Lara Bianchini

Finiamo il 2013 con l’aperitivo simbolo per eccellenza di raffinatezza ed eleganza, un aperitivo che porta alla mente eleganti signore sedute al bar del Waldorf Astoria, o ricchi americani che servono eleganti coppe a bordo piscina…
Parliamo del Dry Martini, Il preferito di molti nomi legati allo show Buisness, ricordiamo tra tutti HemingWay che lo preferiva molto secco, il banchiere Rockfeller e James Bond che nell’immaginario di Ian Flemig lo preferiva fatto con la Vodka al posto del gin. La sua nascita ha origini sconosciute e non è dato sapere se prenda il nome dal suo creatore o da una analogia con il nome di uno dei suoi ingredienti.

- 6 cl di gin (celebri anche le sostituzioni con Vodka e Tequila)
- 1 cl di dry vermut
- 1 oliva verde
- olio di 1 fettina di scorza di limone
- 1 coppa
- Prendere una coppa da Martini e riempirla di cubetti di ghiaccio in modo da raffreddarne le pareti e farla restare molto fredda durante tutta la preparazione del cocktail (questo passaggio è molto importante per mantenerlo freddo più a lungo visto che poi non contiene ghiaccio in cubetti), poi riempire anche uno shaker di cubetti di ghiaccio.
- Con il colino in dotazione scolate l’acqua che il ghiaccio forma nello shaker e profumare il ghiaccio con il vermut dry.
- Vuotare le coppe dal ghiaccio una volta che sono ben fredde e versare il vermut, sempre aiutandosi col colino, nelle coppe. A questo punto versare nello shaker il gin, mescolare in modo che si rafreddi bene e sempre aiutandosi col colino versarlo nelle coppe. Prendete una falda di scorza di limone (usate un pelapatate per ricavarla) e spremetela nel liquido trasparente, Guarnite con un oliva verde.
- Il martini perfetto è secco, chiaro e puro.
