Esce “Mi piace essere golosa” di quel genio di Colette: ebbene sì, fu anche una “gourmet”.
Di Marco Torcasio

Se avere una rubrica di cucina oggi sembra essere diventata una delle cose più semplici al mondo, non è altrettanto semplice tollerare il conseguente moltiplicarsi di luoghi comuni con fornelli sullo sfondo.
Eppure in tempi non sospetti c’era qualcuno che sapeva disquisire di sapori e cucina col senno del vero intenditore e con quella maestria dettata dal buon gusto, ancor prima che dalla competenza. Qualcuno che, ignaro della presente sovraesposizione transitoria per tutto ciò che concerne cibo e generi alimentari, precorreva i tempi e ifluenzava il costume di un’epoca. Qualcuno come Chèri di Sidonie-Gabrielle Colette, nota semplicemente come Colette. Tra le più importanti intellettuali del XX secolo, è stata scrittrice, giornalista, attrice, costumista e sceneggiatrice, insignita della Legion d’Onore e prima donna della Repubblica Francese a ricevere funerali di Stato. Dal 1938 al 1940 tenne una rubrica di ricette sulla neonata rivista Marie Claire in cui finiva spesso per parlare di molto altro. Oggi Voland raccoglie e traduce tredici di quegli articoli regalandoci tredici morsi di vita con il titolo Mi piace essere golosa, emblematica sintesi di una golosità universale nei confronti della vita che Colette scatena in questi piccoli testi.
“La donna oggi lavora. Quando ha tempo di pranzare a casa si tiene lontana dalla griglia e dalla piastra come da un incubo, e l’insalatiera sostituisce la casseruola. Succede che ritrovi il piacere di cucinare in vacanza, all’aria aperta, anche solo grazie al fuoco da campeggio” non sono parole, ma incursioni domestiche, oggi più che mai attuali, di una vera epicurea nata sotto il segno della buona tavola. Colette amava definirsi ”una borghese buongustaia e golosa”, amava l’aglio, i cosciotti, i piatti in umido, ma anche le cose semplici della terra. ”Il vero gourmet” scrive ”è colui che si delizia di una tartina col burro come di un gambero arrostito, se il burro è delicato ed il pane ben impastato”. Un’affermazione illuminata con la quale ogni cuoco non può che essere d’accordo.
Un delizioso libretto insomma per chi ama la tavola come metafora di libertà, che v’insegnerà come preparare il caffellatte della portiera, come la frutta si accordi alla sete del pomeriggio e come un buon piatto sia, prima di tutto, ”questione di misura e classicità”.
Mi piace essere golosa
Colette
Voland
Prezzo: 12 euro