Miss Guilty, con il solito piglio gaudente, questa voltaci invoglia con i french toast. Nel segno della Francia, certo, ma anche del De Re Coquinaria di Apicio …
Di Francesca Romana Gaglione

I french toast.
Che meravigliosa invenzione sono i french toast?!?
Ci pensate che in fondo si tratta di semplici fette di pane bianco, intinte in un’altrettanto semplice bagna di latte, uova e zucchero, che poi vengono fritte nel burro?
Ossignùr, direte voi, concentrandovi solo sull’aspetto ipercalorico della faccenda – cosa che, pur rappresentando il voyeuristico obiettivo di questa rubrica, non deve distrarvi dal senso più autentico della mia domanda retorica.
Dirò un’ovvietà, ma si è sentita l’esigenza di cominciare a mangiare di meno solo quando di cibo ce n’è stato abbastanza. Quando invece di cibo non ce n’era, o perlomeno, quando non erano note tutte le sofisticazioni gastronomiche che tanto ci deliziano adesso, quelle quattro cose che si possedevano venivano combinate insieme al solo ed unico scopo funzionale di essere sufficientemente nutrienti, abbastanza per garantire la sopravvivenza in condizioni igieniche e climatiche non proprio ideali.
E’ stato proprio in queste circostanze, che s’è fatta la scoperta del gusto. In queste circostanze, son venute alla luce le fondamenta di qualsiasi odierna raffinatezza culinaria. Perché quegli accostamenti, oltre ad essere necessari e funzionali, erano anche incredibilmente buoni e saporiti. Per citarne alcuni, mi riferisco alla bagna cauda, all’acquacotta, alla ribollita, alla carbonara, al cacio e pepe, alla pasta e fagioli, alla pasta e patate, alla pizza fritta, alla polenta, alla panzanella, alla torta di pane ed al pain perdu.
Ecco. Proprio qui volevo arrivare. Al pane perduto. Quello che non si buttava mai nostante spaccasse i denti. La cui morbidezza veniva recuperata grazie al latte, che poi alla sostanza ci pensava un uovo, ed al calore un rapido passaggio in padella con un po’ di burro.
Vi ricorda qualcosa?
E nonostante i francesi se ne siano appropriati, del pain perdu, che poi negli anni è diventato il french toast, vi dirò che quest’invenzione meravigliosa è presente in uno dei più antichi testi di gastronomia che esistano al mondo: il De Re Coquinaria di Apicio, gaudente antesignano di noi blogger sotto gli imperatori Augusto e Tiberio.
Bene, non mi resta che lasciarvi la ricetta della versione più guilty possibile che conosca dei french toast – ma solo perché non li ho ancora fritti nel miele, come faceva Apicio.
Ma tanto ne riparleremo.
Paura, eh? 😉

- 8 fette di pan brioche
- 125 g di cioccolato fondente, fuso
- 2 uova
- 125 ml di latte
- 55 g di zucchero semolato
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- burro, per imburrare
- Stendete il cioccolato fuso su quattro fette di pan brioche e chiudete con le fette restanti.
- Mescolate in una ciotola le uova, il latte, lo zucchero e la vaniglia, sbattendo bene.
- Scaldate una padella imburrata su fuoco medio.
- Passate rapidamente il toast nel composto con le uova e poi mettetelo in padella. Cuocete 2-3 minuti per lato o finchè è dorato e croccante. Ripetete con gli altri toast.