“L’estate non sarebbe così bella se non fosse ogni volta il preludio al miglior inverno di sempre“. Così la pensa Miss Guilty, già intenta a fare buoni propositi per il nuovo anno.
Di Francesca Romana Gaglione

La mia amica Lavinia festeggia il capodanno il 31 agosto.
Non che poi non si diletti in ulteriori festeggiamenti nel corso della ben più ufficiale notte di San Silvestro, tuttavia la sua è un’usanza che ha un elevatissimo fondamento di realtà: l’anno nuovo comincia dopo l’estate, non ce n’è.
A pensarci bene, è in questo preciso momento che ci si riempie di buoni propositi per il futuro prossimo. Il cambiamento si propaga come un’onda, addirittura rischia di trasformarsi in uno tsunami pronto a travolgere quanto di più fermo sembrava esistere prima del suo passaggio, le energie finalmente recuperate ci permettono di tornare alla routine quotidiana con una maggiore capacità di sopportazione sia dell’idiozia altrui che della propria, l’aria torna respirabile, si assiste al miracoloso spettacolo della propria città vuota in fase di ripopolamento, si fanno le grandi pulizie, si getta quello che non serve più, ci si perplime un po’ al ricordo di quanto una volta fosse indispensabile.
Prendete me, per esempio: dopo nemmeno 24 ore dal rientro a Milano, ero già lì che davo sfogo all’irresistibile impulso di cambiare completamente la disposizione dei mobili della mia stanza – faticoso sì, ma inebriante anche!

E finalmente, finalmente, con gioia posso riaccendere i fornelli senza sentirmi terribilmente masochista. E lo faccio con estremo piacere perché voglio celebrare l’anno che sta iniziando. Per il capodanno alla Lavi esiste un piatto perfetto: il risotto con crema di peperoni rossi e caprino. Tutto ciò che è in chicchi è di buon auspicio; il rosso, nella scala dell’enneagramma, è il colore della determinazione e della volontà. Ed il rosso rappresenta anche il cambiamento, che si spande in pentola come lo tsunami di cui sopra, e se vi state domandando cosa diavolo sia il caprino, amici miei, la risposta è semplice: il caprino è la “normalizzazione” di quel cambiamento nella propria vita.

E nel citare la perla di saggezza di un altro caro amico, cioè che “l’estate non sarebbe così bella se non fosse ogni volta il preludio al miglior inverno di sempre”, non mi resta che augurarvi un’ottima annata. Una di quelle speciali. Una di quelle da milioni di metafore.
Con affetto,
Guilty ^.^

- 320 gr di Carnaroli o Vialone Nano
- 2 peperoni rossi
- 1 scalogno
- 100 gr di caprino cremoso fresco (non acidulo) o philadelphia
- 1/2 bicchiere di vino bianco secco
- 1 litro di brodo vegetale
- olio evo q.b.
- sale e pepe
- Spennella d’olio i peperoni lavati ed asciugati, poi mettili ad arrostire su una placca foderata in forno già caldo a 230° per mezz’ora. Girali un paio di volte.
- Quando saranno cotti, con la buccia abbrustolita, chiudili in un sacchetto di carta e lasciali intiepidire. Questa operazione permetterà la facile eliminazione della pelle, del picciolo e dei semi. Frulla le falde con un minipimer, regola di sale e tieni da parte.
- Fai appassire lo scalogno tritato finemente in una casseruola con due cucchiai d’olio. Aggiungi il riso e fallo tostare, mescolando con un cucchiaio di legno.
- Sfuma il riso con il vino bianco, fallo evaporare completamente, poi versa due mestoli di brodo bollente continuando a mescolare.
- Prosegui la cottura per otto minuti, poi incorpora i peperoni frullati ed aggiusta di sale e pepe.
- Porta a cottura il riso, spegni il fuoco e manteca con il caprino cremoso o la philadelphia. Servi ben caldo.
- Qualora dovesse avanzare, è ottimo anche il giorno dopo, scaldato in forno dentro un coppapasta e riempito nuovamente di caprino al centro.