Di Rossella Di Bidino
Italiano nel rosso dei pomodori secchi sott’olio, piccante nell’accenno di harissa, peculiare per l’uso dello zatar, che tu puoi sostituire con un misto di basilico e origano secchi. Potrebbe essere uno stuzzichino da pub non fosse però per le olive.
Ci sono pub che offrono stuzzicanti creme di peperoni, altre pure e semplici noccioline, altri ancora puntano alle onnipresenti patatine. Ma io ho detto basta.Voglio delle olive nere, eleganti, da sera 🙂
Se sul tavolino con la birra non le trovo, ecco che ne faccio patè.
Non è una tapenade. Niente capperi e acciughe.
Niente metodo classico, ossia io il tritatutto l’ho usato pur avendo un mortaio con annesso pestello a portata di mano. Mentre la classica tapenade si ottiene, a rigore di tradizione, triturando a mano le olive o usando appunto un mortaio.
Come ogni buono stuzzichino si può fare in tempi rapidi.
Come ogni piatto che mischia sapori forti richiede un tempo di decantazione. Farlo un’oretta o due in anticipo è perfetto. La dose riportata in ricetta è per 4 persone che bevano una buona birra e chiacchierano. Per una cena invece a 6, dove la fame è maggiore e le chiacchiere a tratti minori, vanno triplicate. E’ stato testato sul campo pure questo.
Mentre se il piccante troppo forte non ti gusta, elimina il pepe macinato.
- 90 gr olive nere denocciolate
- 3-4 pomodori secchi sott’olio
- 1/2 cucchiao di harissa (o peperoncino in polvere o paprika piccante)
- 1 punta di cucchiano di zatar (o basilico ed origano secchi)
- poco pepe nero macinato sul momento
- olio extra vergine d’oliva
- acidulato di omebushi (o aceto di vino rosso)
- Tritare le olive nere col tritatutto, senza esagerare però.
- Tritare assieme alle olive anche i pomodori secchi sott’olio.
- Quando tutto sarà ridotto a pezzettini (e non in poltiglia) bisogna dargli un sapore aggiungere spezie come la harissa (o peperoncino o paprika piccante).
- Poi unire mescolando anche dello zatar e del pepe.
- Infine, unire poco olio extra vergine d’oliva e acidulato di omebushi (o aceto di vino rosso).
- Attendere un’ora circa almeno prima di servire.
Da servire con dei crostini di pane o nachos non piccanti.
Non sarà alta cucina, non sarà un piatto tradizionale, non sarà ideale per una fotografia, ma il gusto dai sentori insieme mediterranei e orientaleggianti colpirà chi lo assaggerà.
L’ho chiamato patè essendo spalmabile sul pane, ma non è una poltiglia. Fai attenzione a non ridurre le olive in purè. Dato che l’occhio vuole la sua parte i pezzetti di olive nere donano un tocco elegante.
Per le spezie da usare, se mai trovi l’harissa o altra spezia per cous cous marocchina il patè avrà quel sentore orientale a cui accenno poco fa. Ma anche un misto garbato di paprika piccante e dolce potrebbe sostituirlo.
Soprattutto, personalizza e non lasciarti fermare dai nomi delle spezie, oramai padrone assolute a casa mia.
E donati un patè assieme alla prossima birra, che sia una ReAle o meno.