Regola l’affettatrice e taglia la fetta di Lenti perfetta!

In palio quattro weekend gastronomici con spa, degustazioni e laboratori di cucina con ALMA. Cosa aspettate? Affettate.
Di Luca Maruffa

Di solito parliamo di prosciutto e pensiamo al crudo, quelli famosi emiliani e friulani, ma poi ogni valle ha il suo. Stavolta invece cogliamo l’occasione per parlarvi dell’altro prosciutto, quello cotto. Nella percezione comune sarebbe il prosciutto povero, buono per  i panini della gita e per preparazioni semplici. Così non va, bisogna distinguere. Dalle parti di Torino, a Santena, c’è chi il cotto lo fa dal 1935, nell’azienda di famiglia, in uno stabilimento modernissimo, ma con ancora la ricetta della speziatura del nonno. Loro si chiamano Lenti, e si stanno presentando al popolo della rete con un gioco che è anche un concorso.

Per ingolosire subito, diciamo che si vincono quattro weekend gastronomici dalle parti di Perugia, in un Resort 5 stelle con spa, degustazioni e laboratori di cucina a cura di ALMA, la Scuola internazionale di Cucina italiana. Certo, tocca diventare salumieri 🙂 Si va sul sito di Salumiere per un giorno, si guardano i consigli dei professionisti, e poi ci si cimenta. Si devono produrre fette perfette, entrare in classifica e giocare per vincere.

Non è difficile e non ci si unge le mani, se non con il rinforzino alla propria spesa. Giocando, i campioni e gli imbranati, ottengono buoni per 50 grammi di cotto Lenti ogni 150 acquistati. Chi lo conosce già sarà contento, chi non lo conosce scommetteremmo che non li farà andare a male, questi due etti di affettato.

L’occasione è ghiotta, ed è un bel modo per avvicinarsi a un prosciutto che salta fuori da una azienda grossa, ma attenta alla salubrità del prodotto, oltre che al sapore. Non è poco. Anzi, è uno di quei prodotti utili per il controllo qualità. Se in pizzeria o dal paninaro usano il Lenti, per dire, siamo sicuri che sarà coscia di maiale, non spalla di maiale. Nel senso che, da Honest Taster, sappiamo che ordinando una prosciutto e funghi, nel 90 per cento dei casi ci hanno servito della spalla. E la coscia, non c’è gara, è meglio della spalla. Per il Lenti & Lode, il top di gamma, usano in più solo cosce di suini italiani. La cosa curiosa è che questi prosciutti viaggiano con le istruzioni della casa madre: si affettano a partire dal centro, si affettano sottili (ma non troppo!), non si toglie mai il grasso. Come il crudo. Un salume che vuole uscire dal cono d’ombra della cibaria industriale e raccontare ancora qualità e capacità tradizionali. Se poi ci scappa un weekend umbro, perché no?

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