Girare per Honest Places con Laura è sempre interessante: stavolta andiamo da sa’ pesta, a Genova.
Di Laura Torre
Un angolo di caruggi, nascosto tra palazzi antichi del centro storico e a poche decine di metri dal mare.
Un angolo di una Genova antica e genuina, lontana dal traffico, tra gli odori, i colori e i sapori veri della città del pesto e di Cristorforo Colombo. E’ Sa’pesta, un’antica trattoria in via dei Giustiniani, a due passi dal Duomo di San Lorenzo e dal Porto Antico della città.

Ma cosa significa l’espressione “Sa’pesta”? Semplicemente “sale pestato”. Quel sale che nell’Antica Repubblica di Genova veniva sminuzzato nel mortaio e poi venduto in spacci, botteghe che coi secoli divennero luoghi in cui si vendevano anche pasti rapidi. E la trattoria Sa’pesta, in origine, era proprio una di loro.
Tra verdure ripiene, primi piatti, secondi e piatti unici, Sa’pesta prepara ancora oggi molti dei piatti tipici della cucina genovese, seguendo l’antica tradizione, insieme alla passione e alla qualità per i prodotti.

E mantenendo una gustosa genuinità e semplicità, anche negli arredi interni delle proprie sale, caratterizzate da muri di mattonelle bianche e da soffitti alti e a volte: la prima saletta, stretta e lunga, è dominata da un bancone con ampie vetrine – in cui campeggia in primis la farinata – e da un grande forno a legna.


Le due sale successive, per pranzare o cenare, sono invece costellate di tavolini di legno e marmo, panche e sedie di legno, mobili semplici e dal sapore antico. Il tutto condito da un’atmosfera allegra, gioviale e quel tanto rumorosa da sentirsi in piacevole compagnia.



Ma veniamo alla cucina di Sa’pesta, al suo cuore culinario: ecco le torte salate – di bietole, di riso, di cipolle -, dove la prescinseua – la cagliata Genovese – è l’ingrediente chiave, insieme ad una lenta cottura nel forno a legna.
E che dire poi della farinata – sottile torta di farina di ceci, cotta al forno in grandi teglie rotonde di stagno dette testi -, del polpettone di fagiolini e patate, delle acciughe ripiene, dei ripieni di verdure, delle trofie – tipica pasta ligure – al pesto?
Seduti tra turisti italiani e stranieri, ma anche tra diversi genovesi, abbiamo – la sottoscritta e tre fidati accompagnatori – gustato diverse pietanze a noi care, su un tavolo apparecchiato con tovagliette di carta che ricordavano la carta della focaccia, ma con sopra raccontata in breve la storia di Sa’pesta.

Cosa abbiamo scelto? Due di noi, il piatto misto con polpettone, farinata, acciughe ripiene, torte salate; il terzo, le tipiche trofie al pesto; il quarto, infine, un piatto di farinata ed uno di acciughe ripiene.
E il responso è stato unanime: tutto buonissimo. Il polpettone, servito a temperatura ambiente, era morbido e gustoso; la farinata era deliziosa, croccante e calda al punto giusto; le acciughe ripiene saporite. Le torte salate, poi, erano una più buona dell’altra, specie quella di cipolle, che quasi si scioglieva in bocca. E le trofie, infine, semplicemente ottime, con un pesto davvero ad hoc.


Dopo esserci un po’ dilungati in chiacchiere piacevoli e aver scelto come proseguire il nostro tour alla (ennesima) ri-scoperta dei vicoli genovesi, ci siamo felicemente congedati da Sa’pesta. Satolli, pienamente soddisfatti e con la promessa di non far passare troppo tempo prima di tornare nuovamente in questo piccolo gustoso angolo. Simbolo di una Genova molto nascosta, ma altrettanto vera e genuina.
sa’pesta
via dei Giustiniani 16R
www.sapesta.it
010 2468336, info@sapesta.it