E’ sempre tempo di bollicine: Marco e Matteo sono stati a “Bollicine a Marostica”. Ne parlano entusiasti su HonestCooking.it!
Di Marco Dall’Igna e Matteo Cattelan
E’ sempre tempo di bollicine.
Lo sanno bene quelli dell’A.I.S Veneto delegazione di Vicenza, che ogni anno organizzano una piacevole manifestazione alla scoperta di questo affascianante mondo. Tutto questo è “Bollicine a Marostica”: 50 aziende e oltre 100 vini disponibili all’assaggio, felicemente accompagnati da tante specialità gastronomiche e produzioni tipiche DOP e IGP.
Quest’anno “Bollicine a Marostica” si è tenuta il 2 Giugno nella meravigliosa cornice di Villa San Biagio (Mason – VI).
La manifestazione è stata creata dall’A.I.S di Vicenza per avvicinare il grande pubblico a una tipologia di vino che troppo spesso viene visto come elitario e i numeri, anche quest’anno, hanno dato ragione agli organizzatori, con oltre 1000 visitatori.
Muniti di calice d’ordinanza ci siamo uniti agli “assaggiatori” e ora tiriamo le somme della nostra esperienza.
Pronti? Via… si parte con il botto.
Nell’apoteosi di Prosecchi, Franciacorta e Durelli veniamo attirati subito da un produttore di Trissino, “Tenuta dalle Ore”, azienda con certificazione biologica per le uve e da 2 anni in conversione biodinamica, tre i prodotti in degustazione. Il primo è “Calesio”, un Durello spumantizzato con il metodo Charmat, perfetto da aperitivo o con pietanze a base di pesce, il secondo è “Klos” un particolarissimo rosé ottenuto di cabarnet sauvignon in purezza, la cui particolarità è data dalla macerazione sulle bucce a cui segue una sgrondatura, la fermentazione avviene in acciaio inox senza l’uso di lieviti selezionati. Per ultimo assaggiamo il “Torque” un durello in purezza metodo Classico extra Brut (42 mesi suoi lieviti), a nostro parere, un vino eccezionale.
Soddisfatti da questa degustazione ci guardiamo in giro e con nostra sorpresa, scopriamo che, tra gli espositori, è presente anche Vignalta, azienda di Arquà Petrarca, a noi cara per i vini rossi e i bianchi fermi.
In questa giornata Vignalta ha presentato in anteprima il suo metodo Classico “Brut Nature”, un dosaggio zero di Chardonnay e Raboso Piave conosciuto come Friularo. Rimaniamo particolarmente colpiti dalla qualità di questo prodotto che, nonostante la recentissima sboccatura, riserva note preziose sia al gusto che all’olfatto. Se questa è l’anteprima possiamo prevedere un futuro radioso per questo prodotto.
Ci spostiamo ora verso la Trento DOC. La cantina che più ci ha colpito è “Endrizzi” con i suoi “Brut Trento DOC 2009″ (2 anni sui lieviti), “Brut Riserva 2007″ (dai 3 ai 5 anni sui lieviti) e il “Brut Rosé 2007″ (oltre 5 anni sui lieviti).
Facciamo ora un piccolo break in attesa della degustazione “I Classici d’Italia” che ci attende alle 16.00.
Cerchiamo qualcosa per calmare l’acquolina derivante dai primi assaggi. L’A.I.S Veneto ha pensato anche a questo con un ricco stand gastronomico di prodotti locali tra i quali la sopressa vicentina DOP, il formaggio Asiago, il baccalà alla vicentina (presentato dalla celebre confraternita) e il risotto biologico dell’azienda “Elgaviva” di Vercelli che viene servito su un piatto di pane fornito dall’azienda “Trentuno Properties” di Rovereto. Come dire ” Vuoi fare la scarpetta? Usa il piatto!”
L’ evento era accompagnato da due degustazioni guidate, quella a cui abbiamo partecipato, e che ora vi racconteremo, che percorreva i metodi classici italiani da nord a sud e la seconda, a cui con forte rammarico abbiamo dovuto rinunciare, che proponeva una verticale di Dom Perignon (1996 oenotheque, 2000, 2002, 2003).
Guidati dall’istrionico sommelier Roberto Gardini cominciamo la degustazione.
Partiamo dalla Val D’Aosta con il “Blanc de la Morgex et de la Salle Brut Extreme” della cantina “Cave du vin Blanc de Morgex et de la Salle” dal gusto fresco e non eccessivo, questo vino riposa 16 mesi suoi lieviti, al naso le prime note sono muschiate per poi far uscire l’agrumato e la panetteria. Un vino che non ha una struttura importante ideale per l’aperitivo.
Spostandoci sul Trentino proviamo il “Brut Riserva 2006″ dell’azienda “Balter”, 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay, 72 mesi sui lieviti, molto più complesso del precedente con bollicine più piccole e persistenti, in questo vino i sentori di panetteria e di tostatura sono marcati per poi aprirsi in buccia d’arancia e frutta gialla. Un vino molto rotondo, salino nella parte finale ma molto equilibrato, da abbinare con un primo o con carni bianche o salsate.
Ci spostiamo in Sicilia con il “Nerello Mascalese Extra Brut 2006″ dell’azienda Murgo, riposa in legno per 24 mesi. Un vino con una struttura importante, minerale e fresco dalla bollicina piccola e fine e duratura. Il Pan Brioche e il miele si aprono subito al naso per poi diventare sentori di pesca gialla, albicocca.
Risaliamo lo stivale fino al Piemonte con l’”Alta Langa Brut 2009″ di Ettore Germano, 20% Chardonnay (affinato nel legno) e 80% Pinot Nero, 24 mesi suoi lieviti. Abbiamo la percezione di legno e gesso, vino molto minerale che entra deciso e secco.
La vera sorpresa di questa degustazione (dopo il Balter) è la bollicina pugliese “Bombino Bianco Brut Riserva Nobile” di D’Arapì, 36 mesi sui lieviti, un vino molto minerale e salino, i sentori esotici ricordano la terra pugliese, struttura equilibrata e decisamente consigliato per gli aperitivi.
Per la Franciacorta viene presentato il “Gran Cuvée Saten 2008″ di Bellavista, 100% Chardonnay, vino elegante, dal bel corpo con una bollicina che ravviva il sorso.
Quando credevamo che la degustazione fosse giunta al termine viene presentato, a sorpresa, un settimo vino, il “Marzari Brut 2002″ di Deidda, dalla grande eleganza e fragranza, ideale con formaggi stagionati.
La nostra personale classifica vede il Balter trentino nettamente in testa, seguito dal pugliese D’Arrapì Riserva Nobile. Sul terzo gradino del podio sale il Bellavista mentre la medaglia di legno se l’aggiudica il siciliano Extra Brut di Murgo, a seguire gli altri.
Le nostre papille, ormai stanche e fuori uso, ci consentono un’ultimo assaggio. Lo riserviamo alla piacentina “Luretta”, azienda molto legata a Fabrizio De André. Assaggiamo “Principessa”, una cuvée pas dosé dedicata ad una celebre canzone del cantautore genovese.
Ottenuto da Chardonnay 80% e Ortrugo 20%, riposa 36 mesi sui lieviti, ne scaturisce un vino eccellente da abbinare ai crostacei o alle carni bianche.
Ora il nostro tempo è scaduto, “Bollicine a Marostica” è stat0 un bellissimo evento, organizzato in modo impeccabile sotto tutti gli aspetti.
Parlando con i produttori traspare la loro grande soddisfazione per aver incontrato in questa giornata persone, anche non esperte, seriamente appassionate al vino. Questo porterà alla partecipazione di un numero sempre più elevato di valide aziende a questa manifezione.
L’obiettivo di A.I.S Veneto è stato raggiunto, un percorso serio ma allegro tra le migliori bollicine d’Italia e internazionali.
Arrivederci al prossimo anno.