“A tavola nel mondo” è la nuova rubrica di Honest Cooking che vi porterà a cena in giro per il mondo. Stasera vi porteremo con noi a Tokyo, in Giappone.
Scritto da Marina Birri
Stasera andiamo a cena in Giappone e più precisamente a Tokyo, una città piena di stimoli ed intreccio di mode e tecnologie all’avanguardia che convivono con arte e tradizioni antiche.
La sua storia ha origini nel 1600 circa, quando Tokugawa leyasu instaurò il primo governo feudale da cui ebbe inizio uno sviluppo notevole All’epoca Tokyo veniva chiamata Edo. Centro politico, culturale ed economico del Giappone, presenta un fascino indiscusso: dalla torre delle telecomunicazioni più alta del mondo, alla stazione ferroviaria nota come la più grande costruzione in mattoni del Giappone: la storia, la tradizione e le continue novità contribuiscono a rendere questa città un punto di riferimento per il mondo intero.
Il futuro a tavola? Le nuove tendenze arrivano dal FOOD EX dove si trovano interessanti mix tra il gusto asiatico e l’occidente: sakè frizzante, il sake del cowboy da abbinare ad un piatto di carne, la birra prodotta con il metodo dello champagne.
Ma eccomi pronta per la cena giapponese; vengo subito accolta con l’espressione “irasehaimase” (prego entrate). Trovo immediatamente una grande cortesia: si può scegliere se sedere al tavolo o sui cuscini. Nelle situazioni informali gli uomini siedono a gambe incrociate, mentre le donne in ginocchio con le gambe da un lato. Il primo modo di sedersi è considerato esclusivamente maschile, il secondo prettamente femminile.
Mi hanno avvertito che ci sono delle regole di galateo da seguire:
– E’ bene finire tutto il riso che si ha nel piatto;
– Non puntare mai le bacchette verso qualcosa o qualcuno;
– Non soffiare il naso in pubblico, ne tanto meno a tavola;
– Non emettere suoni o rumori sgradevoli.
In tavola sono servite contemporaneamente tutte le portate: non c’è separazione tra primo, secondo, contorno e frutta. Molti piatti vengono condivisi attingendo tutti da un piatto centrale.
Arriva il sukiyaki! Preparato in una pentola disposta sopra un fornelletto elettrico che si trova a tavola, è un piatto formato da carne di manzo tagliata a fettine sottili, accompagnata da verdure e tofu. Il tutto viene bollito in una salsa di soia, zucchero e vino dolce di riso (mirin). Prelevo il cibo dalla pentola e mi accorgo che lo devo versare in una ciotola contenente uova crude leggermente sbattute.
Passiamo al misoshiru, semplicemente una zuppa di riso che viene prodotta con fagioli di soia pestati e fatti fermentare con uno speciale enzima.
I miei occhi si illuminano: sashimi e sushi! Quest’ultimo è composto da riso e pesce crudo (salmone, branzino, gamberi) e alghe (nori). A volte tra il riso e il pesce viene messa una punta di wasabi (pasta piccante di colore verde). Sashimi consiste in semplici fette di pesce o molluschi crudi, accompagnati da un tocco di pasta wasabi o abbellito da filamenti bianchi di radici di daikon. Mi viene servito insieme ad una salsa di soia.
Assaggio ora lo yakitori, delizioso spiedino di pollo cotto alla griglia con tare (salsa a base di soia)
Passo al tonkatsu, cotoletta di maiale impanata e fritta che viene servita già tagliata in fettine sottili

Non può mancare una assaggino di tempura, piatto di pesce e verdure ripassati in una pastella e poi fritti (gamberoni, zucchine, patate, zucche)
La mia cena termina con anmitsu, tipico dessert giapponese composto da cubetti di gelatina agar ottenuta dalle alghe rosse. Il tutto mi viene servito in una ciotola insieme ad una marmellata di fagioli azuki, piselli bolliti e frutta mista; a parte mi portano uno sciroppo dolce nero chiamato mitsu che viene versato sulla gelatina prima di essere mangiato. Diciamo che sul dolce ho un po’ di nostalgia… dove sei tiramisù?
La cena giapponese termina qui; lascio questa splendida città piena di fascino e tradizione, di mode pazze e tecnologie avanzate e torno al mio bel divano con la solita tazza di caffè espresso !
Alla prossima!
… E il viaggio continua!