Le visite nelle aziende sono stupende…ma poi bisogna anche berle queste bottiglie e per questo c’è il Saturday Sparkling Night!
Di Ivan De Chiara

Non c’è situazione più bella di ritrovarsi a cena con gli amici enostrippati e una glacette gigante piena zeppa di champagne. Ho la fortuna di avere amici che mi farebbero schiantare dal ridere anche mangiando pasta cruda (già successo) e tavernello (questo mai), figuariamoci davanti a una betteria di champagne. Se qualche titubanza c’è stata è stata solo sul numero delle bottiglie: “otto son poche.. noi siamo dieci!” “meglio una in più che una in meno..ho la gola secca” “meno di una a testa???“. Gli champagne sono tutte bottiglie che ho raccolto durante i viaggetti nel paese dei balocchi; ancora un paio di cene così e si accende la spia della riserva. Tutto è iniziato con un Carte d’Or di Emanuel Guerin, piccolo produttore di Verzenay, quasi PN in purezza che ha avuto un successo clamoroso. Una sniffata di ribes rosso, biscotto e crosta di parmigiano ha moltiplicato il nostro bisogno di bolle. E allora avanti col tris di blanc de blans. Prima la cuvée 7 crus di Agrapart, da avize con furore, gesso,agrumi, burro nel frigo e gesso. Poi Le Mont Aigù di Jack Legras proveniente dalla sommità di una collinetta situata tra cramant e chouilly, agrumi, pan di spagna, fiori d’acacia e minerale salmastro ma al gusto un filo più scomposto rispetto al solito. Chiude il trittico della serata una Nombre d’or Sablè di Aubry che non si è fatta amare dalla platea. E’ una bottiglia molto particolare composta da chardonnay, arbanne e petit meslin (vitigni ormai scomparsi dallo champagne) e una pressione più bassa (tipo un saten), con un un naso molto interessante ed evoluto di agrumi canditi, albicocca,bignè alla crema e caffè, ma una bocca un po’ troppo grassa ed evanescente. Clap clap e avanti il prossimo.

Via con Ambonnay allora….ed ecco il Reserve grand cru di Marguet perè e fils, ricco col suo fiore bianco, la pasta di mandorle, anice, ribes e limone; nervosità giusta e finale salino. Qui è sopraggiunta un po’ di tristezza perchè andavamo incontro agli ultimi 3! Grande performance del Reserve brut nature grand cru di Gosset Brabant from AY dal bel color spiaggia al tramonto e un naso generosissimo di malto, albicocca, crema dell’espresso, ciliegia, mandorla tostata ecc.. soffice in ingresso ma deciso e lungo nel finale. Gli ultimi due hanno dovuto aspettare ma appena aperti si sono mangiati il palco! Il millesimè 2005 di Francis Boulard aveva un’eleganza e una progressione di profumi straordinaria, panetteria e mix di agrumi che culminavano nel mandarino. Finita in un baleno ha passato il testimone al Carte d’Or di Pascal Mazet di cui avevo già parlato benissimo, ma mi voglio ripetere! Pascalino ti fa fare il giro del mondo delle spezie…pain d’epice, curry, fiori d’arancio, gesso… goloso da morire!E’ incredibile quanto velocemente possano esaurirsi le bottiglie di champagne….
La serata è terminata in allegria dato che alla mezzanotte iniziava ufficialmente il complenno dell’hombre vertical. I festeggiamenti preseguiranno per tutta la settimana e avranno il suo culmine sabato prossimo con l’evento SOLO MAGNUM…ma questa è un’altra storia…