Sparkling Notebook – Un po’ di Francia, un po’ di Italia, stando comodamente seduti

Questa volta Ivan ci racconta un po’ di assaggi, spaziando dallo Champagne al Trentino.
Di Ivan De Chiara                                                                                                                       

Questa settimana ho conquistato la medaglia di legno al concorso “Ambasciatore del Metodo Classico”,  ho fatto un surplus di assaggi e voglio buttarli in questo post.

Parto dallo Champagne Brut Tradition di Michel Arnould, un Pinot nero in purezza di Verzenay che non mi ha particolarmente appassionato; ribes/agrume e note green, si beve senza strapparsi i capelli. Continuiamo col Grand cru Tradition Brut di Gatinois from Ay, 90% Pinot nero dal gusto molto più appagante. Ha forza e complessità, i capelli resistono ma sono più voluminosi. Poi il campione della settimana, lo Champagne Blanc de Blancs extra brut di Larmandier Bernier di Vertus. Che bella bevuta! Grande ricchezza, burro, gesso, frutta matura, agrume, pepe bianco e altro.. Fresco, sapido, splendido. Una sicurezza.

Continuiamo con qualche nome italico sennò passo per quello esterofilo che non apprezza i vini italici, non sia mai! Ne ho bevuti 3 che giudico come spuman…ops scusate..volevo dire metodo classico discreti ma non esaltanti. Il 1° è l’extra brut di Arunda Vivaldi, 80% Chardonnay e 20% pinot nero, una bollicina di montagna affinata dove osano le aquile. Il colore è molto carico, i profumi abbastanza singolari: miele di castagno, mela cotogna, mandorla tostata e pera sciroppata, in bocca è molto gassato. Per chi è in cerca di qualcosa di nuovo!. Il 2° è il Trento doc Brut  Rosè di  Balter, Pinot nero in purezza, che ha sicuramente forza, ma al quale manca un po’ di eleganza. Frutta e note ematiche assieme ad un perlage un po’ troppo esuberante.

Il 3° è un vino che ho bevuto diverse volte ma non mi ha mai convinto fino in fondo. Ma continuo a provarci perchè in molti lo adorano ( magari anche voi!). Sto parlando del Methius di Dorigati, un Trento doc riserva, molto ambizioso. Una parte delle uve fa affinamento in barrique nuove che caricano il vino con note di frutta sciroppata/candita/vanigliata, mentre al gusto trovo sempre delle sensazioni amaricanti che non me lo fanno amare. Ripeto che molti lo adorano, ma non sono tra questi. Certo a leggere questo post sembro proprio un esterofilo! La foto l’ho scattata ad una favolosa degustazione a cui ho partecipato, della quale parlerò con grande spirito patriottico, la prossima volta!

Stay tuned!

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