Luca ci racconta cos’è Spazio (Bianco): una struttura di ospitalità dalla formula inedita, capace di fare sistema in un territorio tutto da riscoprire: il Canavese.
Di Luca Maruffa

Galleria Datrino a Torre Canavese
Non è sempre facile imparare a conoscere un territorio. Nel nostro paese ne abbiamo tanti e diversissime per caratteristiche biologiche, geografiche e storiche: alcuni sono riconosciuti anche fuori dall’Italia per le proprie caratteristiche riconoscibilissime, altri hanno saputo valorizzare ed esaltare peculiarità col tempo, che troppo spesso rimangono sopite a causa di problematiche ormai note, come l’incapacità di fare sistema tra attori diversi, la cultura del “pressapochismo”, pubbliche amministrazioni inadatte a governare cambiamenti e scenari in evoluzione.

Galleria Datrino
C’è chi, però, ama nel vero senso della parola il luogo in cui è cresciuto, e prova, con grande volontà e impegno, a dire la sua, costruendo giorno dopo giorno una realtà brillante che non vuole solo rimanere a guardare il suo orticello, ma fa della condivisione e dell’approccio “esperienziale” al turismo due punti saldi di una visione chiara, netta e orientata alla cultura e a obiettivi concreti al tempo stesso.
Parliamo qui di Spazio (Bianco) – Camere con Cultura, una struttura di ospitalità con sede a Ivrea che punta su un’ospitalità diffusa per promuovere tutto il Canavese, territorio storico su cui sorgono decine di castelli, e culla di talenti e menti contemporanee: pensiamo a Olivetti, alla sua azienda e alla suo concetto completamente inedito e umano di azienda e industria.
Eppure la creatività e la capacità di fare impresa di questa zona non finiscono con Olivetti. E’ quello che pensa Domenico Tappero Merlo, fondatore di Spazio (Bianco), che ha organizzato Natale alla Moda, un’iniziativa divisa in due appuntamenti. Il primo a Milano, giovedì 27 Novembre, per un aperitivo informale presso lo studio fotografico di Elena Datrino, il secondo sabato 29, a Torre Canavese, presso la Galleria d’Arte e Antiquariato Datrino, situata proprio nel castello del paese. Tutto questo perché? Per dare il via a un percorso che trasformi il Canavese da luogo di passaggio in luogo di destinazione.
Giovedì 27 Novembre: il Canavese a Milano
Spazio (Bianco) ha portato a Milano “Un Natale alla Moda”, per dare la possibilità a un selezionato pubblico milanese di apprezzare, in anteprima, qualche pillola dei prodotti, dei manufatti e delle opere di artigiani e artisti canavesani protagonisti qualche giorno dopo a Torre Canavese. Da Francesco Ballestrazzi, assolutamente a suo agio con i suoi cappelli già conosciutissimi a Milano, Aldo Querlo Gianetto, che crea moto uniche (veramente uniche) al mondo con il suo marchio AQG, fino alle scarpe da donna in cioccolato di Nella Cioccolata. Spazio anche, tra tutti gli altri, per il brillante progetto digital Wowcracy, che si dedica al crowdfunding nel settore fashion.

Francesco Ballestrazzi
Durante la serata il Canavese è stato raccontato per brevi flash, annaffiato dal vino Erbaluce di Caluso Spumante DOC – Cuvée Tradizione 2009 delle Cantine Orsolani (Tre Bicchieri Guida del Gambero Rosso 2015) e dell’eccellente birra artigianale Rabèl – Birrificio Canavese.

Sabato 29 Novembre: Milano nel Canavese
E’ con grande curiosità che ci siamo diretti a Torre Canavese, per un Natale alla Moda: onestamente non sapevamo cosa aspettarci. Personalmente non conoscevo questi luoghi e avevo poche coordinate per collegarli a qualcosa di più noto. Il vino, certo: durante il mese di Luglio avevamo portato, con Honest Cooking, l’Erbaluce a Milano, in una bellissima serata dedicata ad amici e ospiti del nostro magazine. Ma non bastava.

La birra artigianale Rabèl presso Galleria Datrino
La giornata non era delle migliori a vedere il tempo, ma questo non ci ha impedito di godere dell’ospitalità della Galleria Datrino, nel castello di Famiglia. Il primo piano dell’edificio, con le sue opere, ha fatto da cornice ad un’esposizione che ha messo in mostra il cuore pulsante del territorio. I pezzi della galleria passano dall’antiquariato, a dipinti del ‘600 fiorentino, passando per tele del primo novecento. Parlare con il padrone di casa è stato un grande piacere: la sua storia affascina quanto quella dei quadri, i suoi modi riservati, ma entusiasti.
Ci hanno colpito i gioielli di Adriano Piano, custode di una raffinatissima e manuale arte orafa, che ci ha intrattenuto mostrandoci il suo lavoro.

Adriano Piano

Adriano Piano
Kaori Konomura, canavesana adottata, che lancerà la sua linea di pantaloni a marchio Monsù.

Monsù, la linea di pantaloni di Kaori Konomura

Kaori Konomura
Maria Teresa Rosa, capace di disegnare e realizzare a mano opere in ceramica, materiale appartenente alla tradizione del Canavese.

Le sculture in porcellana di Maria Teresa Rosa
Abbiamo scoperto, a Torre Canavese, una realtà preziosissima: per anni Marco Datrino ha dato ospitalità a innumerevoli artisti internazionali (in maggioranza russi) di lavorare sul territorio, costellando il paese di opere d’arte. Il gallerista ha anche fatto creare una vera e propria installazione dedicata a Federico Fellini, la “Viassa Felliniana“: una vera e propria via costellata delle riproduzioni degli iconici personaggi felliniani, dallo “Sceicco Bianco”, a “8 e 1/2”, fino all’ultimo “La Voce della Luna”.

La Viassa Felliniana

La Viassa Felliniana
Una grandissima e singolare sorpresa, è stata anche la visita a Aldo Querlo Gianetto, uno che nella vita (ha quarantadue anni, mica 90), ha fatto di tutto: dalla biologia al teatro, passando per l’Areonautica, per poi ritornare alla passione di ragazzo: le moto. Aldo, dotato di una vitalità che mi ha fatto sentire in colpa, pensa, crea e monta intere moto a mano, progettando personalmente soluzioni meccaniche assolutamente inedite fin qui. Una mente in perenne movimento, un concentrato di energia.

Aldo Gianetto

Una creazione di Aldo Gianetto

Aldo con un regalo per suo figlio

Aldo Gianetto
Più che raccontarvi le diverse singolarità o situazioni che compongono l’insieme di questo territorio, ci teniamo a sottolineare che qualcuno si è mosso per farle comunicare tra loro, dando vita a momenti di condivisione e di scambio. Una visione di questo tipo, un approccio che renda consapevoli le persone che per crescere e valorizzare è necessario comunicare e condividere conoscenza e ricchezza, è la sola che in futuro conterà non solo qui, ma in diversi contesti italiani.

Domenico Tappero Merlo, fondatore di Spazio Bianco
Spazio (Bianco), che è una struttura in cui vi invito a pernottare e a fermarvi (e se non vi fidate di me, guardate le recensioni online), si propone veramente come il centro di un’esperienza articolata che coinvolge enogastronomia, artigianalità e innovazione. Percorsi diversi, un unico sistema. Noi pensiamo che questo sia un punto di partenza importantissimo per lavorare su una zona che ha molti spunti da offrire sia alle persone che ci vivono, sia a chi è di passaggio, sia a chi (e speriamo siano sempre di più) comincerà a vedere il Canavese come un territorio da visitare, vivere. Un luogo in cui tornare.
E se vi piacesse una soluzione di alloggio “alternativa”, Spazio (Bianco) ha ricavato, fuori da Ivrea, un piccolo appartamento tra i vigneti dell’Erbaluce: dentro queste mura ha scritto Giuseppe Giacosa: se questo nome non vi dice niente vi basti sapere che si tratta del librettista di Puccini per la Tosca, Madama Butterfly, la Bohème… Un luogo “magico”, secondo tutte le persone che ho incontrato durante la giornata: ovviamente ho scelto di dormirci personalmente.

L’alloggio di Spazio Bianco tra le vigne

L’alloggio tra le vigne di Spazio Bianco – interno

Un’ultima cosa non possiamo dimenticare: sapete cos’è la “sinoira”? No? Scopritelo. A noi l’ha preparata Viviana Olocco, della “Trattoria Moderna“. Speriamo di tornarci presto, per passare a trovarla al suo ristorante.

Viviana Olocco Chef

Sinoira a casa Datrino