Un timballo di riso molto particolare…
Di Alice Del Re
Cosa vi evoca la parola “timballo”? A me faceva pensare agli anni Ottanta, al tinello e a una famiglia milanese.
C’est à dire, vecchiume e tristezza.
E invece, niente di più sbagliato! Basta un piccola ricerca e vengo a scoprire che le origini del timballo sono nobili e antiche, rinascimentali, addirittura.
E che in seguito ha avuto enorme successo nella cucina aristocratica dell’Ottocento, soprattutto al sud, sotto forma di timballo di maccheroni (che non a caso viene citato anche nel romanzo “Il Gattopardo“).
E che persino l’Artusi ci propone un “leggerissimo” timballo di piccioni.
Nato come sformato di pasta condita con ricchi sughi di carne e cotto in stampi di forma cilindrica (da qui il nome), nel corso del tempo il timballo è stato modificato, snaturato, variato, e oggi se ne conoscono di tutti i tipi.
Io vi propongo una versione vegetariana a base di riso, che sfuma questo temperato inizio d’autunno con il vago sottofondo di un ricordo d’estate.
Cosa aspettate a provare?
- 300 gr di riso arborio
- 400 ml di latte parzialmente scremato
- 800 ml d’acqua
- 3 uova
- 60 gr di parmigiano grattugiato
- 120 gr di pecorino fresco a dadini
- 9-10 noci
- 1 e ½ pere abate
- miele di castagno q.b.
- succo di mezzo limone
- In una casseruola, portate ad ebollizione l’acqua e il latte.
- Salate e fatevi cuocere il riso per il tempo indicato nella confezione.
- Scolatelo, sgranatelo bene e tenetelo da parte (potete cuocerlo anche diverse ore prima).
- Sbucciate le pere, tagliatele a dadini e bagnatele leggermente con del succo di limone per non farle annerire.
- Sbattete le uova con il parmigiano e aggiungetele al riso.
- Unite il pecorino tagliato a dadini, le noci spezzettate grossolanamente e le pere.
- Riempite uno stampo da timballo (anche uno da plumcake può andar bene, se non vi “formalizzate”) e infornate a 180° per 15 minuti.
- Fate raffreddare per 5 minuti e poi sformatelo sul piatto da portata. Cospargetelo con il miele di castagno prima di portare in tavola e decorate, se volete, con qualche altro gheriglio di noce.