Siamo a Parigi o a Barcellona? Siamo a Els Quatre Gats, vero e proprio locale di culto in cui respirare modernismo: Laura ce ne racconta il menu, ma non solo. Ecco a voi uno splendido teatro in cui si sono seduti alcuni dei più grandi artisti del ’900.
Di Laura Torre
Parigi a Barcellona. O, se vogliamo, Barcellona con un po’ di Parigi. È così che si può riassumere il locale Els Quatre Gats, un “bar birreria ristorante” – come si definisce da sé – dove il legame tra queste due città salta subito all’occhio. Per lo meno per chi lo guarda da una prospettiva modernista.

Els Quatre Gats nasce infatti ispirato da Le Chat Noir, il famoso locale simbolo della Bohème francese: il fondatore Pere Romeu lavorava come cameriere ed animatore nel locale parigino. Rimastone sedotto, decise di crearne uno simile a Barcellona: un ristorante-taverna, con musica di pianoforte e prezzi economici, nel pieno cuore della città antica e a pochi passi dalla centralissima Plaça Catalunya.
Romeu si lanciò così nell’impresa con alcuni amici – tra i quali gli artisti Ramon Casas e Santiago Rusiñol – e il 12 giugno del 1897 diede vita al locale, proprio dove si trova ancora oggi, nel palazzo modernista Casa Martí dell’architetto catalano Puig i Cadafalch. Un locale insolito, dato che mescolava la raffinatezza artistica con elementi di un hostal tradizionale.

E il locale fu subito particolare anche per chi iniziò a frequentarlo. Tra i primi nomi illustri, troviamo il poeta nicaraguense Rubén Darío, che definì Els Quatre Gats come qualcosa di più di un remedo (imitazione) de Le Chat Noir. A partire del 1899, poi, anche un giovanissimo Pablo Picasso iniziò a frequentare il locale, dando vita alla sua prima esposizione proprio nella sala grande del locale, nonché al cartel che si utilizzò per la copertina del menu. E ancora, musicisti come Isaac Albéniz, architetti come Antoni Gaudí, disegnatori come Ricard Opisso. Inoltre, il locale offriva spettacoli – di marionette, di ombre cinesi –, per i quali l’artista Ramon Casas preparava manifesti dipinti secondo la moda dell’epoca.

Tutta la gente che passava in quegli anni per Barcellona finiva per visitare Els Quatre Gats, più per cibarsene culturalmente che per gustarne la gastronomia. E questo, d’altronde, era proprio ciò che voleva Pere Romeu, che si sedeva spesso al tavolo coi suoi clienti e partecipava alle loro discussioni “sul mondo”.
Romeu, però, più che un un uomo di affari era un idealista. E così finì che già nel 1903 si trovò a dover chiudere il locale per debiti: era infatti sempre solito chiudere un occhio verso chi mangiava o beveva senza però poi pagare la consumazione.

La chiusura sorprese tutta Barcellona e Pere si dedicò a tutt’altro, entrando nel mondo dell’automobilismo. Il locale divenne così la sede di un circolo artistico, il Sant Lluc, fino al 1936, quando poi ebbe inizio la Guerra Civile. Fu poi solo negli anni ’70 che Els Quatre Gats riprese a vivere, grazie a tre impresari gastronomici – Moto, Alsina e Verdaguer –, che riaprirono le porte di questo luogo, anche alla vita culturale barcellonese. Con il 1989, poi, l’impresario Ferré iniziò a dirigere il ristorante e l’edificio venne tutto restaurato.

L’aria modernista di inizio ’900 si respira ancora all’interno de Els Quatre Gats. E’ ancora forte, nitida, ben presente, sin dal primo momento in cui se ne varca la sua soglia: i quadri (quasi tutti copie degli originali) che inondano le pareti trasportano subito il visitatore – perché più che clienti, qui ci si sente visitatori di un museo – nel pieno dell’epoca bohémienne. Tra tutti i dipinti, spiccano i due enormi e famosi di Ramon Casas, che ritraggono lui stesso e Pere Romeu rispettivamente a bordo di un tandem e a bordo di un’automobile.


I soffitti, poi, di legno colorato e con grandi ed eleganti lampadari, ci parlano di un locale tutt’altro che banale; i vari tavolini in marmo e ferro battuto, che riempiono le diverse sale – un all’ingresso, una successiva ed una in fondo dedicata al ristorante, con un pianoforte a coda – raccontano questo caffè-ristorante come un luogo antico ed elegante. Le maioliche, i piatti in ceramica e le fotografie che adornano anche loro le pareti mostrano come ogni angolo di questo locale ci parli di arte.


E che dire poi del bancone al fondo della seconda sala, grande, in legno antico e con alle spalle una parete di mensole ricolme di bottiglie? O dei particolarissimi capitelli in alcuni angoli del soffitto? O che dire ancora della stanza del bagno, una saletta elegante ed ancora perfetta testimone dell’arredamento interno dell’epoca noveau?



Tutto questo ci parla di una Barcellona d’altri tempi, della sua epoca artistica più importante e famosa. Ma anche l’arte a noi contemporanea trova spazio a Els Quatre Gats. Il locale, infatti, si presta per ospitare ancora oggi delle mostre e tutti i martedì sera organizza serate di musica jazz.
Els Quatre Gats è, però, (anche) un caffè-ristorante, un luogo dove poter cibare non solo lo spirito, ma anche il proprio corpo. E le sue proposte gastronomiche si presentano interessanti e con diverse opzioni. Ci sono i menu del pranzo e quello del sabato, che cambiano ogni settimana. E c’è il menu alla carta, con i piatti fissi della casa, con alcune proposte davvero particolari: le croquetas (crocchette) di baccalà con arancia e sesamo o quelle di prosciutto iberico; ostriche con gelèe di té verde, salsa di mele acide e vinaigrette di Campari; pietanze servite al cucchiaio – come brandada di baccalà e funghi con salsa di riduzione di Moscatel o avocado con pollo arrostito alla brace; alcuni piatti denominati “La copa Picasso”, tra cui quello di cavolfiore con caviale e mango.

E ancora, pomodoro ripieno di mató – un formaggio fresco, tipico della Catalogna – con acciughe, zuppa di asparagi della Navarra e basilico; insalata tiepida (perché con ingredienti crudi e non cotti) con punte di asparagi verdi, gamberoni e pomodoro secco genovese; piatti di frutti di mare – come il fricandó di corvina con funghi di stagione e chips di porro; piatti di carne – come la costata di bue alla griglia con tre salse – di senape, tartufo e cipolla. E, ovviamente, gli immancabili dolci, tra cui spicca quello alla carota e curry.

Noi – la sottoscritta, il fidato accompagnatore di sempre e un paio di amici – siamo stati a Els Quatre Gats per cibarci più del suo luogo, della sua bellezza artistica, della sua atmosfera bohémienne. E così siamo andati a conoscerlo un paio di volte, sempre nel pomeriggio, per una pausa tè, sorseggiando del buon tè bianco e dell’altrettanto buon tè nero.

Ma la curiosità verso questo locale non l’abbiamo per nulla esaurita, specie proprio per il suo lato gastronomico. Tanto che sicuramente torneremo a Els Quatre Gats. Questa volta, più per cibarcene concretamente che metaforicamente. Ma, in ogni caso, per respirarne ancora la sua affascinante aria modernista.

Els Quatre Gats
carrer de Montsió 3 bis
http://4gats.com
+ 34 933 024 140
4gats@4gats.com