Un cocktail da mangiare

Servire un dessert che contiene già il liquore. Ce ne parla Giorgia, citando illustri esempi.
Di Giorgia Fieni

Termina il pasto e la domanda da rivolgere agli ospiti è: posso tentarvi con un dessert? A risposta affermativa, in tavola arrivano i dolci a cui seguono il caffè e l’ammazzacaffè, ovvero un liquore, dal potere digestivo (come il limoncello) o da meditazione (come quelli invecchiati in particolari barriques).

Esiste però un’altra scelta (la gastronomia ci ha da sempre abituato che esistono infinite sfumature tra bianco e nero): quella di servire un dessert che contiene già il liquore. In questo modo stuzzicherete il palato dei vostri commensali con entrambi i sapori, contrastanti tra loro, ma capaci di armonizzarsi perfettamente. Vediamone perciò alcuni esempi, tratti dall’esperienza degli chef e di chi lavora nel settore.

Jamie Oliver, in soli 30 minuti, prepara una Simil-zuppa inglese al limoncello usando savoiardi bagnati nel liquore (miscelato a succo di arance), lamponi (o altra frutta di stagione), cioccolato fondente al 70% e crema di mascarpone, latte, zucchero a velo. Su Veganblog ho trovato la ricetta dei muffins (preparati con farina integrale di farro) alla Pina Colada (ovvero con ananas, cocco e rum scuro), ma gli stessi ingredienti del cocktail, trasformati in crema grazie a tuorli e zucchero, diventano anche la farcitura per crostatine di pasta frolla (queste esclusivamente per i non vegani). Per riciclare il pandoro, golosa l’idea di trasformarlo in uno zuccotto tagliandolo a fette, bagnandolo con latte e alternandolo con una crema fredda di mascarpone, panna montata, scaglie di cioccolato e limoncello (e servirlo coperto di cioccolato fondente sciolto).

La fantasia di Luca Montersino trasforma la Caipiroska alla fragola (ottenuta dalla purea, pezzetti di lime, zucchero di canna, vodka, acqua tonica e agar-agar) in sfere ghiacciate (da glassare in burro di cacao fuso e mescolato con cioccolato bianco sciolto e colore alimentare rosso liposolubile, infilare negli stecchi e passare in altro zucchero di canna); con lo stesso procedimento prepara il Mojito (rum bianco, succo e buccia di lime, zucchero di canna grezzo, acqua tonica, agar-agar, xantana e menta tritata) ma con una glassa di burro di cacao e cioccolato fondente al 55%, e il Bellini (purea di pesche, spumante, agar-agar e zucchero semolato) con la glassa di cioccolato bianco, burro di cacao e colorante alimentare rosa.

Se vi piace il sapore del Mojito, potete sempre mescolare i suoi ingredienti a una crema di tuorli, mascarpone e albumi montati, da servire ben fredda nel bicchiere, oppure a spicchi di fragole, per un’originale macedonia. Se preferite il Bellini, basta frullare pesche e prosecco, passare al setaccio, scaldare con zucchero e gelatina strizzata, aggiungere altro vino e lamponi e lasciare il tutto 8h in freezer per ottenere un freschissimo aspic. Il Cuba libre invece può entrare nella ricetta dei cupcakes, mettendo la cola nell’impasto, il rum a cospargere i muffin ed entrambi gli ingredienti nel frosting.

Infine capovolgiamo la situazione e prepariamo dei cocktails al sapore di dolci classici. Come il tiramisù: caffè espresso cremoso frullato con ghiaccio, amaretto e zucchero bianco e servito nella coppa Martini spolverizzato con cacao e pavesini sbriciolati.

Non so voi, ma a me idee tanto carine ed originali fanno venir voglia di dar fondo al mobiletto bar…e per una volta senza ubriacarmi!!!

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