La prima puntata del viaggio culinario di Mariachiara nella splendida Sardegna: dal ciucchino a Roberto Petza, chef del S’Apposentu di casa Puddu. Aspettando il prossimo articolo …
Di Mariachiara Montera
Partirei da qui per raccontare la Sardegna: da Ciuchino.
In dieci giorni passati in quest’isola, ho cercato un asinello da fotografare un po’ come un bimbo cerca Topolino a Disneyland: volevo un luogo comune che nella mia testa rappresentasse la Sardegna. Cercavo Ciuchino in ogni dove, e quando l’ho trovato era legato a un albero con delle pentole al posto dei rami: quello stesso asino, probabilmente innervosito da luoghicomunisti come me, ha morso un bambino che cercava Ciuchino pure lui.
Quindi, se venite in Sardegna non mettetevi a cercare asini.
Ora, voi che venite in Sardegna, non cercate asini (ok, già detto), ma non cercate nemmeno porcetti, o pecorini, o mirto, o miele di corbezzolo negli agriturismi, o presunti tali. Il finto porcetto è sempre dietro l’angolo!
Il giro che vi consiglio è bello intenso: in 7 giorni ho percorso 2000 km, quasi solo costa. Mi sono nutrita di frutta, panini, gelati e ho premiato il mio stomaco dopo tante curve in due indirizzi, uno al sud e uno a nord dell’isola.
Partiamo! Siamo a Cagliari, a cui potete approdare via nave o aereo. Da qua ci muoviamo in macchina, che in Sardegna non esistono mezzi pubblici: anzi, soprattutto nel sud ricordate di avere contanti con voi, perché i bancomat nelle pompe di benzina sono spesso fuori uso.
Se volete una semplice vacanza di mare, spostatevi di qualche chilometro verso est e fermatevi in una qualsiasi delle spiagge tra Cagliari e Villasimius: Mare Pintau, Solanas e Porto Sa Ruxi sono alcune tra le più belle località che incontrerete, fatte di mare cangiante e spiagge enormi. E strade con tante curve.
Io ho trascurato il mare e ho scelto come prima tappa la Sardegna nuragica, quella rimasta integra dopo secoli di abbandono, e ci fermiamo a Barumini: dalla strada non si svela niente, e la vera sorpresa è all’interno, in un nuraghe enorme tutto da visitare. Poco distante, la Tomba dei Giganti di Siddi, su un altopiano lunare.
La verità però è che in questa zona sono venuta per lui, Roberto Petza, chef del S’Apposentu di casa Puddu, ristorante con annessa scuola di cucina per futuri cuochi. Il ristorante è a Siddi, ci sono quasi quaranta gradi, ma al fresco dentro le mura storiche del locale consumo uno dei pranzi più spettacolari della mia vita: i migliori ingredienti sardi sono trattati con tecnica e assemblati con creatività in piatti che guardano alla sostanza e alla leggerezza. Sapori puliti e nuovi, come il gelato di gamberi rossi, crema di riso e mandorle o la tagliata di pecora con salsa al vino rosso e cipolline (in foto): la quintessenza della cucina sarda è qui, altro che agriturismi.
Dolci, semplicemente da ribaltarsi, come il gelato allo zafferano di San Gavino, uno dei migliori gelati mai provati.
Fermatevi a S’Apposentu, e fatevi raccontare la storia di Casa Puddu da Domenico Sanna, che vi mostrerà le aule della scuola di cucina e i formaggi nella cantina del ristorante. Perdetevi in chiacchere, approfondite la conoscenza di un luogo che rispetta la cucina di questa isola come pochi. Il menu degustazione costa 48€, e con questo spero di avervi definitivamente convinti.
Per ora ci fermiamo, alla prossima puntata!