La seconda parte del meraviglioso viaggio di Mariachiara Montera. Questa volta ci accompagna dall’incantevole Nevida fino alle Tenute Dettori, passando per la mistica Piscinas. Buone vacanze a tutti!
Di Mariachiara Montera
Prosegue il viaggio in Sardegna, costa dopo costa, evitando i finti agriturismi e dirigendosi verso il nord dove ci aspetta un altro indirizzo gastronomico sicuro. Dopo un ristorante come S’Apposentu, puntiamo un agriturismo, recente e affidabile. Ripartiamo!
Ci dirigiamo verso la zona del Sulcis-Iglesiente, direzione Buggerru.
Lo stereo passa Cody ChesnuTT, The Headphone Masterpiece, ed è la colonna sonora esatta per inoltrarsi in questa zona ad alto tasso di archeologia industriale: tra le spiagge e in riva al mare si nascondono e si fondono col paesaggio resti dell’antica industria mineraria della zona, come la splendida laveria a Nebida (foto qui sotto).

Un breve tuffo a Cala Domestica, dove farete bene ad arrivare con le scarpe e arrampicarvi sulle rocce per scoprire l’ala nascosta della Cala: altrimenti, potete rimanere nella spiaggia mainstream e prendere il sole all’ombra delle vestigia lì presenti. Visto che ci siete, mangiate un gelato al baretto, ché quello sarà il vostro pranzo.

Risalite in macchina e andate verso Scivu, l’espressione più selvaggia del fenomeno delle dune, che qui in Sardegna crea dei veri e propri paesaggi sahariani vivacizzati da lentischi e ginepri. Scivu richiede un apporto razionale per comprendere che la strada che stai percorrendo è posata su un’enorme duna, invece la tappa successiva, Piscinas, lascia senza fiato ed è tutto stupore.
Si passa da Ingurtosu, località dove le rovine dei vecchi impianti si susseguono lungo i margini della strada, somigliando a vecchie regge dei minatori: arrivare a Piscinas è un’esperienza quasi mistica, culminante al cospetto di dune alte decine di metri e binari con vecchi carrelli di minatori fin sulla spiaggia.

Si fa sera. Saltiamo la zona di Oristano e precipitiamo su Bosa e Alghero: altro spirito, altra Sardegna, quasi Spagna. Se vi mancavano le bancarelle, i pub e il il wifi, venite ad Alghero a prendere una boccata di modernità e a Bosa a rifarvi gli occhi con gli edifici colorati. Alghero è regina di giorno ma dea la notte. A partire dal pluripremiato tramonto sul mare, la passeggiata sui bastioni, la città vecchia che tira nottata. Un gioiello, ma per cena preferite il paesaggio alla tavola, che soffre di appiattimento da invasione turistica. Nemmeno le insegne più quotate ne sono immuni, anzi.
È mattina, fate una bella colazione ché vi tocca affrontare i 656 gradini per arrivare alle Grotte del Nettuno, a Capo Caccia. Se pensate che non valga la pena scalare il promontorio, credetemi: si può fare. E dovete farlo, fosse anche solamente perché il mare delle tonalità del blu di Prussia darà un volto reale al colore (sì, uomini, dico a voi).

Siamo quasi arrivati alla meta gastronomica del viaggio, ma prima vi meritate un tuffo alla Pelosa, spiaggia di punta di Stintino, mare limpido e vista sull’Asinara.
Ci allontaniamo dalla costa e andiamo in collina, verso Sennori, dove a fare il vino sono Paolo e Alessandro Dettori, padre e figlio. Producono con certificazione biologica e biodinamica, facendo bianchi e rossi che “sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano”. Da un paio d’anni hanno aperto Kent’Annos, un agriturismo, anzi un “Ristorante Agricolo” all’interno delle Tenute. Da aprile l’executive, supervisionato dalla signora Dettori, è Luca Galli, cuoco toscano spostatosi per amore in Sardegna. Le ricette sono tradizionali, semplici e precise, preparate con i migliori ingredienti. Il mio compagno, che è sardo, ha perso il conto delle madeleine pervenute durante la cena, il cui apice ha coinciso con lo spezzatino di pecora e patate. La mia epifania giunge invece con la zuppa anglonese di pane, brodo di pecora e formaggio, che vedete in foto.

Il menu ha un costo di 35€, compreso il vino da tavola prodotto dai Dettori: se volete l’abbinamento al calice con i loro vini più pregiati, dovete aggiungere 11€, e ne vale la pena. Soprattutto se ve lo serve e ve lo decanta Paolo Dettori in persona.
Io ho concluso la mia vacanza a Porto Pollo, spiaggia meta di windsurfisti e con allure da comunità d’altri tempi: un bagno, una birretta e si riparte 🙂