Ivan ci racconta con entusiasmo l’atmosfera che si respirava a ViniVeri, una fiera a misura d’uomo.
Di Ivan De Chiara
Sono andato per la prima volta a Cerea e mi sono dispiaciuto di non esserci stato prima. La fiera dei Vini Veri mi è piaciuta moltissimo per svariate ragioni, prima fra tutte ovviamente la qualità dei produttori. Non capita certo tutti i giorni di avere uno di fianco all’altro i Baroli di Cappellano e Rinaldi, le Vitovske di Vodopivec e Zidarich, i formaggi di Gregorio Rotolo (patrimonio dell’italianità!) e Le paste della Casa del Tajarin di Mauro Musso. Ma a renderla unica è l’atmosfera tranquilla e rilassata. Tanto per cominciare non si è costretti a parcheggiare a un paio di km di distanza dalla fiera. La location poi è perfetta. Si svolge all’interno dell’ Area Expo di Cerea che è ben illuminata ariosa e spaziosa proprio come dovrebbe essere la location di una fiera! Sono tantissimi i produttori che andrebbero menzionati.
Spesso a queste fiere più che i vini in sè, ti resta il ricordo di un volto o di uno scambio di parole col produttore. In fondo il bello del vino è anche e sopratutto quello che c’è dietro, la storia di chi lo fa. E allora per forza di cose mi rimane in mente la travolgente simpatia di Valter Mattoni, ottimo il suo Arshura ricco e fuori dalle righe come chi lo produce. Splendidi i vini de La Castellada di Oslavia. Il Sauvignon 2008 è una bomba e il rosso della castellada 2001 non è certo da meno (per fortuna sono riuscito a comprarlo).
Un altro produttore che non si può certo saltare è l’Oasi degli Angeli. Fantastico assaggiare il Kurni e il Kupra uno dopo l’altro. Impanetrabile ed esplosivo il Kurni, elegante e più equilibrato il Kupra; che coppia! dopo queste due bombe a orologeria tutto mi sarei aspettato tranne che il produttore mi facesse assaggiare un bianco e invece è proprio quello che ha fatto. Ha tirato fuori un Trebbiano del ’99 dal nome diametrlmente opposto alle caratteristiche del vino:Fragile. Un vino luminoso, che profuma di frutta esotica, mandarino candito, torrone e note più ossidate (simil sherry fino per intendersi) di mandorla tostata e caramello…chapeau
Il piemonte ha schierato la crèam de la crèam con i baroli di Rinaldi e Cappellano hanno livelli di bontà e tipicità assolutamente fuori dalla norma. L’unico difetto è che dopo 10 minuti dall’apertura li avevano già venduti tutti! Di fianco a loro c’era anche Ezio Cerruti con un sacco di bottiglie esaurite del suo buonissimo passito di moscato, chiamato SOL, come la nota che ricorda la sua passione musicale , ma anche perchè è SOLare e SOLo, dato che è l’unico vino che produce.
Ho parlato solo di vino ma una menzione speciale la devo fare a quel grande produttori di formaggi che è Gregorio Rotolo. Ogni momento era buono per andare ad assaggiarne uno e scambiare 2 parole con lui.
In conclusione vi invito a non fare come ho fatto io..appena potete andate a conoscerli questi ViniVeri.