La seconda tappa del nostro tour: Vinnatur 2015 a Villa Favorita.
Di Marco Dall’Igna
Varcare la soglia di Villa Favorita è sempre un grandissimo piacere, la suggestiva location, l’atmosfera allegra e conviviale e la perfetta organizzazione rendono Vinnatur uno degli eventi vinicoli che preferisco.
Tanti i produttori già conosciuti da cui il passaggio, per assaggiare le ultime creazioni, è d’obbligo ma ancora di più sono le etichette ancora da scoprire.
Pronti via e per non perdersi in un turbinio di calici e persone, grandissima affluenza quest’anno, si comincia come al solito dalle bollicine.
Il primo vino a riempire il calice è uno di quelli che più volevo provare, a causa della coda polemica che si portava appresso, : Il Brut Pas Operé L’Escluso 2011 di Ca’ Del Vent. Vino non ritenuto idoneo dalla apposita commissione ad appartenere alla DOCG Franciacorta per evidenze di squilibrio all’olfatto e al gusto. Io, personalmente, di squilibri non ne ho trovati, e forse è per questo che non faccio parte di alcuna commissione ma vado semplicemente in giro a zonzo tra le varie fiere, ed anzi il vino mi è piaciuto parecchio. Bel naso con nitidi sentori di agrumi, fiori e pane tostato. In bocca si presenta sapido, fresco e persistente.Senza star qui a fare ulteriori polemiche posso solo consigliarvi, se vi capita, di bervela qualche bottiglia. Ma non di solo Escluso vive Cà Del Vent, il Blanc De Blancs 2011 Pas Operè e il Sospiri 2008 Pas Operè, questi ultimi due si ritenuti idonei ad assurgere a Franciacorta, vanno a completare una gamma di spumanti veramente da applausi.
Tra le bollicine d’oltralpe mi ha favorevolmente impressionato la Cuvee Louis di Tarlant , composta da vini di riserva del 1999 per l’85% e del 1998/97/96 per il restante 15%. Al naso il pane tostato la fa da padrone mentre in bocca si presenta sapido ed elegante. Strappano applausi anche La Matinale 2003 (28% Chardonnay, 45% Pinot Nero 27% Pinot Meunier) , sempre di Tarlant, e Les 7 di Laherte Frères. Una cuvee, quest’ultima, figlia di 7 differenti varietà d’uva: Fromentau, Arbanne, Pinot Noir, Chardonnay,Pinot Blanc, Pinot Meunier e Petit Meslier. Profumi fragranti di pan Brioche e frutti esotici con qualche nota minerale, in bocca è ricco, elegante e persistente con un finale lungo dove ritorna la mineralità.
Quando ancora l’ultima bollicina mi stava allietando il palato decisi che era il momento di passare ai bianchi.
L’affluenza di persone però, notevole già fin dalle prime ore di apertura soprattutto tra stampa e buyer , sembrava non conoscere alcun calo così mi diressi verso il tesoro segreto della Villa: La Tasting Room! Piccola stanzetta, di cui vi parlai già lo scorso anno, dedicata a giornalisti e buyer dove era possibile assaggiare la maggior parte delle bottiglie presenti alla manifestazione in assoluta autonomia e libertà. Una volta entrato ricominciai da dove avevo lasciato: Dai bianchi fermi.
Pronti via ed è subito un vino del sud a colpirmi particolarmente, la Maresa Falanghina IGP Roccamonfina 2013 della Masseria Starnali. Naso dai sentori di Melone e fiori bianchi dalla bocca salina e leggiadra. Risalendo la penisola mi imbatto in un piacevolissimo trio: Bianco Toscana IGT Era del Podere Borgaruccio, Fontanasanta Manzoni Bianco di Foradori, bella complessità al naso con sentori di frutti gialli, al palato si distingue per il corpo e il finale fresco e speziato, e il Soave Vigne della Bra 2013 di Filippi dal naso minerale e con ricordi di fiori bianchi, in bocca emergono freschezza, mineralità e struttura. Va detto, per dovere di cronaca, che finito il giro di giostra nella tasting room sono andato a trovare Filippi direttamente al banco di assaggio e vi posso assicurare che ha una gamma vini veramente stupenda. Come per Cà Del Vent se vi capita qualche bottiglia sottomano non fatevele scappare, e se non vi capita andatele a cercare!!
Il bianco più sorprendente del giorno è stato però lo Chardonnay 2013 di Andreas Tscheppe. Ben calibrato nei profumi e molto fine al palato. Veramente una gran bella bevuta.
Dall’Austria faccio ritorno in Italia per rituffarmi in Toscana. Niente bianchi però, è il momento di issarsi sui pedali ed iniziare la volata finale con i rossi.
Bella prova per il Felix 2012 della Tenuta Montiani, naso speziato e dai bei frutti rossi, in bocca è avvolgente ma ancora leggermente spigoloso. Tutto dovuto alla giovane età, un po’ di affinamento in bottiglia non potrà che fargli bene e garantirgli quell’eleganza e quella freschezza che da sempre trovo nei vini di questa cantina. Prova di ciò me la da il seguente assaggio del Felix 2010 (il 2011 non è stato prodotto), vino dal gran carattere ma pericolosissimo per la facilità con cui lo si beve.
Facilità di beva impressionante che ho ritrovato anche nei bellissimi Asinoi e Lia Vi di Carussin. Entrambe Barbera d’Asti in purezza, rappresentano alla perfezione il vino “Glu Glu”, quello godurioso e giovane, quello da bere sempre, senza troppi pensieri e in grado di stimolare l’allegria in tutti i commensali.
Sempre dal Piemonte mi hanno lasciato un bel ricordo i vini della Cascina Tavijn, Dell’Azineda Agricola La Morella e Il Barolo Pira 2009 di Roagna (si lo so, mi piace vincere facile).
Rotolando verso sud mi faccio inebriare dagli splendidi aromi di frutta e spezie che sbuffano fuori dal calice i vini di Cos. Il Cerasuolo di Vittoria sorprende anche quest’anno per la sua freschezza e la piacevolezza di beva.
Prima dell’ultimo ballo, che ho deciso di concedere ai vini Veneti, ritorno prima in Toscana, dove L’Antico Podere Casanova Bucciarelli da bella mostra di se con il Chianti Classico 2010 e il Riserva 2008, e poi in Umbria da Carlo Tabarrini-Cantina Margò al cui banco d’assaggio ho l’occasione di provare varie annate del Margò Rosso tra le quali la 2009 spicca per eleganza, pulizia e bevibilità.
Chiudo questo lungo report, come anticipato, così come ho chiuso questa edizione di Vinnatur, con i rossi Veneti.
Tre su tutti quelli che mi hanno colpito: Il Verdugo IGT (100% Merlot) di Gianfranco Masiero, il Bel Valpollicella Ca’ Fiu di Corte Sant’Alda e l’ottimo Tai Rosso di Daniele Portinari.
Per quest’edizione di Vinnatur è veramente tutto, a risentirci, ovviamente, al prossimo anno.